Travolta dalla valanga
si salva con l'«airbag»
RESIA. Ha visto la morte bianca danzarle davanti agli occhi, abbracciarla,
travolgerla, cercare di stritolarla. Ha resistito, grazie soprattutto
all'airbag, ultimo ritrovato tecnologico in fatto di sicurezza per chi pratica
lo scialpinismo, ed ora può raccontare la sua avventura.
RESIA.
Ha visto la morte bianca danzarle davanti agli occhi, abbracciarla,
travolgerla, cercare di stritolarla. Ha resistito, grazie soprattutto
all'airbag, ultimo ritrovato tecnologico in fatto di sicurezza per chi pratica
lo sci alpinismo, ed ora può raccontare l'inusuale avventura, seppur con i
brividi che le corrono lungo la schiena. Non capita spesso, infatti, di finire
travolti da una valanga e riuscire a cavarsela con solo un forte spavento. La
fortuna, stavolta, ha baciato in fronte una turista germanica.
Teatro della disavventura, conclusasi per fortuna a buon fine, è stata la Val
di Roja, laterale della Val Venosta che si inerpica scoscesa e pericolosa da
Resia segnando il confine con l'Austria. Una valle spettacolare per chi pratica
lo sci alpinismo ma estremamente pericolosa per i forti accumuli nevosi, per
gli sbalzi termici e per le vertiginose pendenze che favoriscono i distacchi di
neve. Ieri mattina, di buon'ora, G.H., 49 anni domiciliata a Marienburg in
Germania, assieme a due amici aveva deciso di compiere un'escursione propiziata
anche dal bel tempo e dalla temperatura ridiventata alquanto rigida. I tre
stavano risalendo la vallata sul lato opposto a quello delle piste sciistiche
di Belpiano quando dalle cime «Spi Da Rusenna», a 2.350 metri di quota, verso
le ore 9.20, si è staccata una valanga che si è scaricata sul versante sud-est,
quello dove si trovavano i tre escursionisti. La massa di neve, con un fronte
di cinquanta metri, ha solo sfiorato due dei tre sciatori investendo in pieno
la donna. Poteva essere una tragedia ma è stato l'airbag, provvidenziale, a
tenerla a galla evitando che la valanga la inghiottisse. L'airbag, ultimo
ritrovato tecnologico in tema di sicurezza, ricorda il «pallone» che protegge,
in caso di scontro, chi viaggia in auto. Per la sicurezza in montagna è una
novità, consentendo all'escursionista di rimanere a galla o, quantomeno,
garantendo un vuoto d'aria come preziosa riserva in caso di seppellimento.
Quando la slavina si è arrestata, pertanto, G.H. era semisepolta ma ancora
facilmente individuabile. I suoi compagni e alcuni sciatori che dal versante
opposto avevano seguito il distacco di neve, hanno prontamente dato l'allarme e
in zona sono arrivati due elicotteri di soccorso, i carabinieri di Resia
impegnati nel servizio di sicurezza sulle piste di Belpiano e Resia e gli
uomini del soccorso alpino della zona.
La rapidità dell'intervento è stata fondamentale per riuscire a recuperare la
donna prima che l'ipotermia o il soffocamento ne compromettessero l'integrità
fisica. L'escursionista è stata riaccompagnata in albergo a Resia, in evidente
stato di choc ma assolutamente incolume. La terribile esperienza l'ha convinta
ad interrompere anzitempo la vacanza che aveva pianificato e che stava
trascorrendo nella zona di Resia e ancora ieri sono arrivati alcuni suoi
parenti dalla Germania per riaccompagnarla a casa.
Dopo aver collaborato al soccorso e aver atteso che il fronte della valanga
venisse sondato con accuratezza per escludere la presenza di altre persone
sepolte sotto la massa di neve, i carabinieri hanno completato le indagini
escludendo ogni responsabilità di persone nel distacco della valanga, mossasi
evidentemente per sbalzi termici.