La slavina si è abbattuta sul gruppo che stava scendendo a Maso Corto
Valanga sul corso di sci
Val Senales, si salva una giovane allieva


SENALES. L'allarme valanga ha messo in moto l'imponente macchina dei soccorsi. Aiut Alpin Dolomites e Pelikan 1, quattro cani da ricerca ed una trentina di volontari. L'area interessata dalla slavina è stata battuta palmo a palmo nel timore che qualche altro sciatore fosse stato coinvolto, oltre alla bambina travolta e prontamente estratta dalla massa nevosa dal suo maestro di sci.

 

SENALES. L'allarme valanga ha messo in moto l'imponente macchina dei soccorsi. Aiut Alpin Dolomites e Pelikan 1, quattro cani da ricerca ed una trentina di volontari. L'area interessata dalla slavina è stata battuta palmo a palmo nel timore che qualche altro sciatore fosse stato coinvolto, oltre alla bambina travolta e prontamente estratta dalla massa nevosa dal suo maestro di sci.
Il gruppo di allievi stava scendendo in fila indiana sotto l'occhio attento del maestro. Poco sotto il rifugio Bellavista, laddove due piste corrono parallele per convergere qualche centinaio di metri più a valle, l'istruttore imbocca una stradina di collegamento tra i due tracciati, un nastro di neve battuta largo non più di quattro metri. È dalla verticale di questo percorso che, improvvisa e del tutto spontanea, si stacca la valanga costituita da lastroni di neve modellati dal vento dei giorni scorsi.
Il boato che accompagna la caduta della massa bianca impietrisce i giovani allievi, poco più di una decina, che con lo sguardo seguono l'affascinante quanto inquietante spettacolo della slavina in movimento. Quasi tutti sono al sicuro, anche se solo di pochi metri. Solo l'ultima della fila, una ragazzina di dieci anni o giù di lì, si trova sulla traiettoria della valanga. La giovane sciatrice sente mancare il terreno sotto i piedi, la massa nevosa in movimento la trascina con se, la travolge, sotto gli occhi terrorizzati degli altri allievi e dell'istruttore. Precipita verso valle, dieci, venti, trenta metri. Quando tutto si ferma, il corpo della ragazza emerge parzialmente in superficie. Viene immediatamente raggiunta dal maestro di sci che la libera dalla morsa di neve. Sana e salva, anche se comprensibilmente sotto shock.
Il drammatico evento viene seguito a distanza dagli addetti agli impianti che danno l'allarme alla centrale operativa del 118. Sotto la neve potrebbe esserci qualche altro sciatore. Da Malga Sanon, sull'Alpe di Siusi, viene fatto levare in volo l'Ecureuil dell'Aiut Alpin Dolomites. A bordo, oltre al pilota Gabriel Kostner, a suo fratello Raffael ed al medico anestesista, anche Claudio Ventura, della scuola di polizia di Moena, col suo pastore tedesco Body, un cane addestrato per la ricerca su valanga. Body è il primo a calpestare la zona interessata dalla slavina, un fronte di trenta metri per una profondità di circa ottanta. Il cane segnala più volte e si concentra su di un solo punto, è quello dove è stata estratta la giovane sciatrice. Stessa cosa per gli altri tre cani che giungono qualche minuto più tardi elitrasportati dal Pelikan 1. Ma i soccorritori, arrivati a decine dall'intera valle e dal Burgraviato, non abbandonano la ricerca prima di avere la matematica certezza che nessun altro sia rimasto sepolto. In trenta, affiancati ad un metro di distanza per coprire l'intero fronte della valanga, armati di sonda, hanno scandagliato tutta l'area avanzando di pochi centimetri alla volta. Solo un'ora più tardi, quando la minuziosa ricerca è terminata dando esito negativo, l'allarme è rientrato e le decine di soccorritori hanno potuto fare rientro alla base.
Un grosso pericolo, dunque, quello corso ieri sulla pista di Maso Corto. Che ripropone il problema della regolamentazione dei protocolli di sicurezza sui comprensori sciistici