Villa Minozzo. Ieri all'alba ritrovato
infreddolito ma sano e salvo: «C'era la tormenta, era più prudente dormire lì»
Ritrovato
l'alpinista disperso, era nel rifugio
Perduta la strada è tornato nel bivacco: guasto
il telefono del Battisti
L'ALLARME SUL CUSNA
VILLA MINOZZO. E' tornato nella sua casa nella Bassa (tra Poviglio e Brescello)
ieri mattina, dopo l'avventura ai piedi del Cusna: ha trascorso «per prudenza»
la notte di domenica nel bivacco del rifugio Battisti, mentre tutti lo davano
per disperso. Oscar Azzolini, alpinista 27enne, ora sdrammatizza l'episodio che
lo ha visto protagonista e l'allarme scatenatosi, con squadre di soccorso
partite a ricercarlo nel cuore della notte. «Mi spiace di aver causato tanto
allarme - dice - e ringrazio tutti i soccoritori».
Nella sua casa, Azzolini racconta l'avventura e risponde alle nostre domande.
Come mai era solo in giro per la montagna?
«Avevamo raggiunto il Battisti, come tante altre volte e avevamo atteso che
Roberto Bagnoli, il gestore del rifugio, ultimasse di rassettare il locale per
scendere a valle tutti insieme; io sono partito qualche minuto prima di loro e
arrivato a un bivio ho erroneamente imboccato il sentiero sbagliato».
Ha percorso molta strada prima di rendersi conto di aver sbagliato percorso?
«Abbastanza. Poi, visto il freddo e la nevicata, ho deciso di tornare indietro
e raggiungere il Battisti per passare la notte lì. Tutto sarebbe andato bene se
fossi riuscito a avvertire che non c'erano problemi; purtroppo il mio cellulare
non aveva segnale e il telefono che si trova nel bivacco del rifugio non
funziona. Se avessi potuto comunicare, avrei avvertito della mia decisione di
passare la notte nel bivacco e non sarebbe successo nulla; io ero tranquillo,
ma ero preoccupato per non riuscire a informare nessuno delle mie condizioni.
Immaginavo che i soccorsi fossero in allarme, ma non potevo fare nulla».
I soccorritori l'hanno trovata nel bivacco. Quando?
«Roberto Bagnoli, che si è dimostrato ben più di un semplice gestore del
rifugio Battisti, mi ha raggiunto alle due di notte con altri due soccorritori,
così abbiamo potuto dormire nel rifugio e stamattina (ieri ndr) ci siamo
svegliati e siamo rientrati a valle».
Domenica prossima cosa farà, torna sulle montagne intorno al Battisti?
«Non è stata solo una brutta esperienza, ma in questo frangente ho potuto
trarre insegnamenti importanti; è stata la calma e la lucidità a farmi tornare
al bivacco, dove avrei potuto passare la notte in sicurezza. Continuare stanco
e con quella temperatura avrebbe potuto costituire un problema maggiore;
l'unico rammarico è stato non poter fornire notizie di me».
APPELLO. Azzolini "batte" le montagne da più di dieci anni, con
esperienze vissute in India o sulle Dolomiti; non è uno sprovveduto, ma una
persona che ha saputo affronatare una piccola emergenza con coscienza e
sicurezza. Aggiunge: «Se il telefono del bivacco avesse funzionato, avrei
potuto avvertire i carabinieri; purtroppo la Telecom non ripristinerà la linea
a breve, ma quel telefono, che permette di contattare carabinieri ed
elisoccorso, è di vitale importanza in una zona dove non c'è copertura dei
cellulari. Non è pensabile aspettare l'estate per sistemare la linea fatta
cadere dalla neve».
Donato Ungaro
Il
soccorso alpino protesta:
«Linea da ripristinare subito»
l.t.
CASTELNOVO MONTI. Così racconta il responsabile del Soccorso Alpino regionale,
Francesco dalla Porta: «La squadra che si trovava più vicina al Battisti, ormai
alle due, aveva deciso di dormire nella struttura invernale: lì hanno scoperto
che il ragazzo era tornato sui suoi passi. Era un'ipotesi che avevamo tenuto
come ultima da verificare. Per due motivi: il primo è che in questo caso non
avrebbe corso pericolo di vita, come era certo se fosse stato in mezzo al
bosco. Il secondo è che nella stessa struttura c'è un telefono di emergenza,
finanziato dalla Regione e gestito dal Cai di Reggio, e sapevamo che se fosse
rientrato lì Azzolini avrebbe chiamato gli amici o i familiari per
tranquillizzarli. Poi abbiamo scoperto che quel telefono era fuori uso:
chiederemo chiarimenti, visto che non eravamo informati del fatto che non
funzionasse e che strutture di questo tipo sono molto importanti in questi
casi».
Il ragazzo era anche in possesso di un cellulare, con cui ha cercato di
contattare gli altri escursionisti con i quali aveva intrapreso la salita e che
erano riusciti a discendere in paese, ma non gli è stato possibile per la
mancanza di copertura del segnale nella zona.
Azzolini ieri dai carabinieri per spiegare
l'accaduto
Prima di
tornare a casa
ringrazia i soccorritori
l.t.
VILLA MINOZZO. Prima di rientrare a Poviglio, Oscar Azzolini si è recato alla
caserma dei carabinieri per spiegare l'accaduto e per ringraziare
simbolicamente tutti i soccorritori che si sono impegnati nella notte.
Visibilmente dispiaciuto di aver attivato inutilmente una così imponente
macchina dei soccorsi, ha raccontato: «Sono partito per scendere che c'era un
vento forte, che sollevava la neve. Il sentiero non si vedeva». Azzolini
conosce bene la zona. La scorsa estate ha collaborato alla gestione dei
rifugio. La sua scelta di tornare indietro e passare la notte nel Battisti è
valutata positivamente dai soccorritori: rischiare di restare all'aperto con
quel freddo avrebbe comportato un rischio enorme. I soccorritori avevano avuto
difficoltà a risalire al rifugio con le motoslitte: gli ultimi 3 chilometri
sono stati affrontati a piedi con le racchette.
Cronaca
della notte di ricerche a lieto fine
La mobilitazione era scattata alle 18: alle due
del mattino allarme finito
I SOCCORSI Tra i volontari c'era il sindaco
Luca Tondelli
VILLA MINOZZO. Questa volta è finita bene. Cessato l'allarme che nel tardo
pomeriggio di domenica era scattato per il giovane sci-alpinista «smarritosi»
durante un'escursione verso il rifugio Battisti, la storia appare per quella
che è: il giovane non si era smarrito, ma si era rifugiato nel Battisti e lì il
telefono di servizio era fuori uso. Tuttavia, l'allarme era stato grande e
molti sono stati gli uomini impegnati nelle ricerche.
La storia è andata così: i soccorritori hanno potuto tirare un sospiro di
sollievo solo alle due meno dieci del mattino, orario in cui Oscar Azzolini, 27
anni, di Poviglio, è stato ritrovato un po' infreddolito ma incolume proprio
nel luogo da cui stava cercando di scendere, il bivacco invernale del Battisti.
Stupore nella squadra che l'ha rintracciato proprio mentre si accingeva a
dichiarare chiuse le ricerche per la notte: nel rifugio c'è infatti un telefono
di emergenza e si pensava che il giovane avrebbe avvertito in caso fosse
tornato lì. Ma in realtà l'apparecchio era fuori uso, e il cellulare nella zona
non riceveva.
A far scattare le ricerche erano stati attorno alle 18 di domenica gli amici
del giovane, tra i quali il gestore del rifugio, che rientrati da un'escursione
sci-alpinistica si erano ritrovati a Civago, senza però che Azzolini riuscisse
a raggiungerli. Sul crinale intanto era ormai calata le sera e la temperatura
era a circa 15 gradi sotto zero.
Una notte all'addiaccio in quelle condizioni avrebbe voluto dire morte sicura.
In realtà Azzolini aveva, nel corso della discesa, imboccato un sentiero
sbagliato, per le condizioni di scarsa visibilità, e vistosi in difficoltà
aveva saggiamente deciso di tornare sui suoi passi. Nel frattempo si erano già
messi in moto gli uomini del soccorso alpino, ma anche le unità cinofile della
protezione civile, i carabinieri e la polizia municipale di Collagna, ma anche
numerosi volontari tra i quali anche il sindaco Felicino Magnani in persona.
Quando ormai era nell'aria una cupa rassegnazione, le buone notizie sono
arrivate dall'ultimo giro dell'ultima squadra, che, con il gestore del rifugio,
aveva deciso di dormire al Battisti per riprendere le ricerche alle prime luci
del mattino seguente.
Ma non c'è stato bisogno, perché il ragazzo era incolume nel rifugio, un po'
infreddolito e preoccupato per non essere riuscito a mettersi in contatto con
nessuno, a causa del telefono di emergenza fuori uso. Ieri mattina è stato
accompagnato a Civago, ed è poi tornato a casa, a Poviglio.