A MORGEX - E un'altra valanga mortale è caduta in località Morge, a circa 2000 metri di quota sulle montagne tra Morgex e La Salle. Ha travolto poco prima di mezzogiorno un gruppo di scialpinisti: uno di loro è morto, altri tre sono rimasti feriti. È una donna milanese di 45 anni la vittima. Si chiamava Patrizia ed era la moglie di Enrico Volpe, che ha riportato una lesione al ginocchio e per questo è ricoverato all' ospedale di Aosta. Con loro c' era anche una ragazza, della quale non si conoscono le generalità e che è ricoverata per un principio di congelamento. Un quarto scialpinista è rimasto ferito solo lievemente. Secondo quanto riferito dai soccorritori, i quattro escursionisti sono stati travolti da una valanga con un fronte di circa 400 metri che è scesa per oltre 600 metri. Stando alla prima ricostruzione fatta dagli uomini del Soccorso alpino, la valanga si sarebbe staccata intorno a mezzogiorno da Punta Falita, a quota 2.600 metri, abbattendosi su una delle piste scialpinistiche più frequentate a Morge.
5 gennaio 2003

 

QUANDO SI È STACCATA LA SLAVINA A MORGE STAVANO SCIANDO 15 PERSONE. I SOPRAVVISSUTI ANCORA SOTTO CHOC Tragico fuoripista, due morti per valanghe sulle Alpi Donna sepolta in Valle d´Aosta, ucciso un esperto del soccorso nel Bresciano
Gianluigi Miletto

AOSTA

Sono due le vittime delle valanghe nel fine settimana dell´Epifania. Scenario delle tragedie le montagne della Valle d´Aosta e della Lombardia, sono morti una sciatrice milanese e una guida alpina bresciana. Patrizia Pagani, 46 anni, ha perso la vita mentre era impegnata in un´escursione sci-alpinistica assieme al marito Enrico Volpe (che ha riportato la distorsione di un ginocchio) e ad alcune decine di appassionati. Erano nel vallone a monte del villaggio di Morge, nel comune di La Salle, a una dozzina di chilometri da Courmayeur. È accaduto ieri, poco prima di mezzogiorno, tra il Monte Fetitta e la Testa dei Frà, a quota 2500. È uno degli itinerari classici della Vale d´Aosta, in condizioni meteo ideali non presenta particolari difficoltà. Era una gita organizzata approfittando della bella domenica di sole, dopo alcuni giorni di pioggia, ma condizionata da un forte vento con raffiche fino a 120 chilometri orari. Raffiche così violente da costringere i gestori a chiudere gli impianti di risalita in molte località sciistiche. A rendere ancor più pericolosa l´escursione ha contribuito la grande quantità di neve caduta sabato (circa sessanta centimetri a quota 2000) e l´instabilità dello strato sottostante, a causa delle elevate temperature dei giorni precedenti. Secondo la prima ricostruzione Patrizia Pagani, il marito (entrambi grandi appassionati di montagna e piuttosto esperti) e gli altri escursionisti stavano raggiungendo la cima - con le pelli di foca sotto gli sci - quando, ormai vicini alla vetta, sono stati travolti da una valanga con un fronte di 250 metri. La massa di neve è poi scivolata per cinquecento metri. «Ci siamo sentite venir via la neve da sotto gli sci - hanno raccontato due giovani rimaste illese - un boato e ci siamo ritrovate interamente ricoperte». Una delle sciatrici è riuscita a mettere il viso fuori dalla neve e a chiedere aiuto mentre l´amica è stata subito individuata grazie a uno sci che spuntava dalla coltre. Patrizia Pagani, coperta da mezzo metro di neve, non è stata invece localizzata rapidamente ed è morta inalando la neve polverosa. Un decesso per annegamento, i polmoni si sono riempiti d´acqua per lo scioglimento dei cristalli di neve respirati. Inutili i tentativi di rianimarla, era passato troppo tempo e le funzioni vitali erano ormai cessate. Intanto Valerio Glarey, aspirante guida di La Salle che si trovava sulle nevi assieme alla fidanzata, era riuscito a lanciare l´allarme. Molti degli escursionisti erano dotati dell´Arva, l´apparecchio che gli esperti hanno testato da parecchi anni e che è in grado di lanciare segnali captabili anche a una distanza di ottanta metri. Le operazioni di salvataggio, con l´utilizzo di elicotteri e unità cinofile, sono state condotte dal Soccorso alpino valdostano, guide alpine e uomini del Sagf, il soccorso alpino della Guardia di finanza. Hanno coinvolto una ventina di persone, alcuni sciatori sono stati soccorsi e medicati sul posto. In ospedale sono finiti invece il marito della vittima, in stato di choc, e una giovane di Sarre, Patrizia Vanessa, 26 anni, ricoverata per un principio di congelamento. In serata alcuni testimoni sono stati ascoltati dal maresciallo della Guardia di finanza Delfino Viglione, comandante del Sagf. Le audizioni riprendono stamane per verificare se ci fossero sciatori già impegnati nella discesa. Un particolare che potrebbe rivelarsi utile per accertare se la valanga sia stata originata da cause naturali o se il manto nevoso sia invece stato «tagliato» da alcuni escursionisti, nel qual caso si potrebbero profilare anche responsabilità penali. L´altro incidente è avvenuto a Vezza d´Oglio, in Valle Camonica (Brescia). La vittima è Alessandro Occhi, 51 anni, esperto di montagna piuttosto noto nel Bresciano. È stato travolto da una valanga mentre col figlio e altri due alpinisti si stava arrampicando su una parete di ghiaccio. I tre compagni di scalata hanno retto all´urto della massa di neve, Occhi è invece precipitato dopo essere rimbalzato sulla roccia. Nel turno di soccorso alpino era impegnato l´altro figlio della vittima, è venuto a conoscenza della tragedia che coinvolgeva il padre dopo pochi minuti. Occhi è stato l´ideatore della «Caspolada», una passeggiata notturna sui monti che prende il nome dalle «caspe», le racchette per la neve. La manifestazione, in programma il 18 gennaio, sarà probabilmente annullata in segno di lutto.

 

IERI IN VALLE D´AOSTA SULLE MONTAGNE DI LA SALLE QUATTRO VALANGHE SI SONO ABBATTUTE SU UN GRUPPO DI ESCURSIONISTI. TRISTE BILANCIO: UNA VITTIMA E TRE FERITI Così la gita di sci alpinismo è finita in tragedia Allarme su tutto l´arco alpino dopo le nevicate e gli sbalzi termici
LA SALLE

Mancavano pochi minuti a mezzogiorno quando una cornice di neve si è staccata dalla vetta del Monte Fetitta (2623 metri) e ha provocato un effetto domino: quattro valanghe si sono staccate sul versante occidentale della montagna e hanno travolto un gruppo di scialpinisti. Bilancio tragico: una vittima, Patrizia Pagani, 46 anni, di Milano, morta annegata per aver respirato la neve farinosa e due feriti, il marito Enrico Volpe e una ragazza valdostana, Patrizia Vanessa, 26 anni, di Sarre, ancora ricoverata all´ospedale di Aosta per ipotermia. La valanga ha sommerso almeno altre tre persone delle venti che stavano sciando nella conca a monte di La Salle, paese della Valle d´Aosta a circa dodici chilometri da Courmayeur. Una zona fra le più frequentate dagli appassionati dello sci-alpinismo. E fra le più sicure. Non è ancora stato accertato se la valanga sia stata provocato o se si sia trattato di un distacco naturale, anche se quest´ultima ipotesi pare la più plausibile. Ieri in molte altre zone dei monti valdostani sono precipitate valanghe o slavine. Le cause dei distacchi sono molteplici: la nevicata del giorno prima (circa mezzo metro oltre i 2000 metri), le forti raffiche di vento (120 chilometri l´ora) che hanno creato imponenti accumuli sulle creste, la bassa coesione tra strati di neve e lo sbalzo termico. Fino a qualche giorno fa era piovuto fino a 2100 metri, poi la nevicata e un abbassamento della temperatura di almeno dodici gradi. Così una zona considerata «sicura» è diventata molto pericolosa. E´ bastato il crollo di una cornice per far slittare in un canalone una massa nevosa con un fronte di 250 metri che ha interessato un «piede» di 500. Impossibile sfuggire. A dare l´allarme è stato un aspirante guida alpina di La Salle, Valerio Glarey che stava facendo un escursione con la fidanzata. Sul posto sono intervenuti gli elicotteri del «118» con gli uomini del soccorso alpino, coordinati dal responsabile Renzino Cosson, i carabinieri e il Sagf (soccorso alpino guardia di finanza) di Entrèves guidato dal maresciallo Delfino Viglione. Sono intervenute anche unità cinofile. Fino alle 15,30 le squadre del soccorso hanno sondato la valanga: c´era il timore che altri escursionisti fossero finiti sotto la massa nevosa.

e. mar.

 

LE INDAGINI COORDINATE DAL SOSTITUTO PROCURATORE STEFANIA CUGGE Aperta un´inchiesta sulla valanga: ieri i primi interrogatori Non ci sono, per ora, persone indagate. A raccogliere le testimonianze per conto della magistratura è il responsabile del Soccorso alpino della guardia di finanza, Delfino Viglione. Domani i funerali delle vittime


Ieri i primi interrogatori nell´ambito dell´inchiesta affidata al sostituto procuratore Stefania Cugge, che dovrà accertare eventuali responsabilità sulla morte di 4 e il ferimento di 6 dei dieci sci alpinisti travolti domenica dalla valanga sul Mont Fallère. Al momento non ci sono persone indagate. Per la ricostruzione dell´incidente la magistratura si avvale del Soccorso alpino della guardia di finanza. Nella caserma di Entrèves il responsabile del Sagf, Delfino Viglione, ha sentito ieri uno dei feriti, Marco Zannetti di Genova, e l'aspirante guida alpina Sergio Petey, di Valpelline, che ha assistito alla tragedia dalla vetta del Fallère raggiunta insieme con le guide alpine di Ollomont Alberto Cheraz e Luigi Vignone, la moglie di quest'ultimo e due clienti di Genova. I testimoni sono stati sentiti come «persone informate sui fatti». Domani il maresciallo Viglione, che ha acquisito i filmati girati dalla Rai sul luogo della tragedia e alcuni bollettini dell´Ufficio valanghe, ascolterà Cheraz, Vignone e due dei quattro valdostani ancora in ospedale. Con ogni probabilità, ad accrescere l´instabilità della neve caduta abbondante in quota ha contribuito il passaggio di persone. Le prime ricostruzioni dell´incidente hanno stabilito che il primo gruppo di escursionisti aveva già attraversato la zona da dove è partita la valanga e che il secondo gruppo, più numeroso e compatto, era pochi metri più in basso. «L´incidente del Mont Fallère è la fotocopia di quello del Fetitta del 5 gennaio. Stesse modalità, stesso versante». Così ha spiegato un esperto di Soccorso alpino: «In Valle sono i versanti Sud - Sud-Ovest che "scaricano", in pratica quelli sotto vento, e almeno per ora le condizioni non sono cambiate. Il vento della settimana scorsa ha "spazzolato" i versanti settentrionali accumulando neve di trasporto, quindi instabile, sui lati opposti. Il vento ha soffiato ovunque, in Alta Valle e in tutte le valli laterali, anche le più meridionali. Quindi il rischio continua ad esserci e proprio sui versanti più appetiti da chi fa sci alpinismo perché più soleggiati». «Se teniamo conto della maggior frequentazione, il numero dei morti e feriti causati dalle valanghe in percentuale non è aumentato in questi ultimi anni» dice il maresciallo Viglione. Ma in caso di incidente l´elemento determinante è la rapidità dei soccorsi. Domenica sul Fallère sono intervenuti tre elicotteri del Soccorso alpino valdostano che hanno portato sul posto circa 40 persone fra guide, finanzieri e forestali e sette unità cinofile addestrate alla ricerca rapida. La rapidità, assieme all´auto-soccorso può risolvere in modo positivo la situazione. La tecnica della ricerca, in questi ultimi anni, ha fatto passi importanti. La rivoluzione più significativa l´ha portata l´Arva, strumento che tutti gli sci escursionisti dovrebbero portare ben legato al corpo e protetto dagli indumenti, che manda impulsi ad un identico apparecchio sintonizzato sulla ricezione. Funziona fino a 50 metri. Il resto dipende dall´organizzazione, coordinata da uomini di grande esperienza come Renzino Cosson, in grado di indirizzare cani, conduttori e le squadre di sondaggio nei punti giusti e vagliare le prime testimonianze. Tra i feriti ancora ricoverati all´ospedale di viale Ginevra il più grave è Sergio Milani, 42 anni, di Aosta, dipendente regionale (ed ex batterista del gruppo punk dei Kina, molto conosciuto nel Nord Europa), ricoverato in Rianimazione per un trauma toracico e alcune fratture vertebrali; è sotto sedativi ed è sottoposto a ventilazione meccanica. Per lui la prognosi è riservata. Lascerà invece oggi il reparto di Rianimazione Marco Zavattaro, 33 anni, geometra, anche lui di Aosta, che ha riportato un trauma toracico e la frattura dell'omero; sarà trasferito in un altro reparto. Non destano preoccupazioni le condizioni degli altri feriti, Barbara Giuliani, di 30 anni, di Gignod, che ha riportato la frattura di bacino e femore, e Giancarlo Negrini, 45 anni, di Morgex (varie contusioni ed escoriazioni). Giovanna Ameri, 30 anni, di Chiavari, è invece ricoverata al Cto di Torino per lesioni alle vertebre cervicali. Domani ad Aosta, Ayas e Genova si svolgeranno i funerali delle quattro vittime della valanga. Quelli di Davide Jacquemod, 31 anni, e Yvonne Pasqualotto, 55 anni, entrambi di Aosta, saranno celebrati rispettivamente alle 10 e alle 15,30 nella chiesa di Sant'Orso. L'ultimo saluto a Sara Chasseur, 33 anni, di Ayas, sarà dato alle 15,30 nella chiesa di Antagnod. I funerali di Alessandro Muzzioli, 29 anni, di Genova, si svolgeranno alle 11,30 nella chiesa di San Giuseppe Cottolengo del capoluogo ligure.