«Il lupo ucciso era una
femmina»
Fiorini:
un duro colpo contro la presenza della specie nel Parco
Ligonchio. «Forse la trappola illegale pronta per un cinghiale»
l.t.
LIGONCHIO. Sdegno per la notizia del lupo trovato morto dalla guardia forestale
in un bosco del Parco del Gigante. Nonostante la paura ancestrale che questo
animale suscita, ha colpito la fine davvero triste del povero animale: caduto
in una trappola illegale, un laccio costruito con un filo d'acciaio, si è
ferito mortalmente dimenandosi e cercando di liberarsi. La carcassa
dell'animale è ancora conservata in un freezer nella sede del Parco del
Gigante, in attesa di essere sottoposta agli esami di rito. «Era in previsione
di trasportarla al laboratorio dell'istituto nazionale per la fauna selvatica
di Ozzano (Bologna) - spiega il presidente del Parco, Sergio Fiorini - ma il
responsabile delle analisi non è presente fino a lunedì». Qui l'animale sarà
sottoposto all'autopsia e all'analisi del Dna: esami obbligatori anche perchè i
lupi sono animali protetti, sia dallo Stato che dall'Unione europea. Il
laboratorio stabilirà anche l'eta dell'esemplare: si tratta comunque di una
perdita grave per la colonia che da qualche anno ha ripopolato l'appennino
reggiano.
«Non è detto che il laccio fosse posizionato per colpire un lupo - aggiunge
Fiorini - forse il bracconiere puntava ad un cinghiale. Ma il braconaggio resta
comunque un gesto da condannare fermamente. La perdita di un esemplare di lupo
rappresenta un duro colpo per la popolazione presente sul nostro territorio,
che conta solo 12-15 esemplari, non di più. Un'episodio tanto più grave perché
da primi accertamenti sembra che si tratti di una femmina giovane, in età
riproduttiva. Se gli esami lo confermeranno sarà davvero un duro colpo per il
consolidamento della presenza del lupo sull' Appennino». Il Parco, infatti, sta
portando avanti un progetto europeo (Life) per favorire il ripopolamento dei
lupi già da alcuni anni ed episodi come questo possono comprometterne la
riuscita.