ESTREMO/ Negli ultimi
vent´anni nessuno aveva tentato l´impresa compiuta ieri dalla guida alpina
della Valfurva
Discesa da brivido sull´Ortles
Marco Confortola a valle con gli sci sulla parete nord
Pendenze tra il 60 e l´80
per cento. Il cruciale e temuto passaggio sulla lingua di ghiaccio del
Medaglione. Una discesa mozzafiato, che non ammette il minimo errore, lunga
mille metri. Erano circa 25 anni che nessuno scendeva sci ai piedi lungo tutta
la parete nordi dell´Ortles. Lo ha fatto ieri Stefano Confortola, 32 anni,
guida alpina della Valfurva. Un´impresa storica, alla Tone Valeruz, suo «faro»,
che negli anni ´80 per primo sfidò il pendio. Un´impresa con la quale lo
sciatore ha coronato il suo sogno alpinistico. Ma c´è già un altro obiettivo
nella sua testa: l´Himalaya.
Confortola ieri è salito a piedi con un amico sulla vetta dell´ Ortles.
L´alpinista valtellinese Si è quindi messo gli sci ai piedi e si è lanciato
nell´abisso di ghiaccio, profondo, in termini di dislivello, quasi 800 metri,
seguito dall´alto dall´occhio «artistico» dell´operatore Rai Alessandro
Tamanini. Un solo aiuto nella prima parte, appena sotto la cima, per via di una
lunga lastra di ghiaccio vivo: una corda fissa piazzata dal capo del soccorso
alpino di Solda, Olaf Reinstadler. Da quel momento in poi solo gambe, sci e
testa. Nient´altro. Per un´ora. . Nel corso della discesa Confortola ha avuto
solo un momento di esitazione nel punto chiave, una lingua di ghiaccio
conosciuta come il Medaglione. Superata quella, l´alpinista si è lanciato quasi
in rilassatezza –si fa per dire ovviamente– nella seconda parte della parete,
che ha pendenze lievemente più accessibili e permettono una sciata più fluida.
Quella realizzata ieri è la seconda impresa della stagione dello sciatore
estremo Valtellinese. In precedenza aveva affrontato con successo il Pizzo San
Matteo.
Nato a Bormio nel 1971, Confortola ha cominciato con gare di sci alpino
quand´era militare, per poi passare al chilometro lanciato («ma se a 200
all´ora il rischio è 100, in una discesa estrema il rischio è 1000» si legge
nel sito internet che racconta la sua biografia). «A far roba ripida ho
cominciato presto, verso i 14 anni», dice lui stesso.
Nel sito www.sciaremag.it, Confortola, nel riferirsi all´impresa compiuta ieri
e già tentata in precedenza, afferma: «In una discesa così rischi tutto ma
impari tanto, ti fa crescere nella testa». E ancora: «Con gli sci su quel ripido
non esiste sicurezza. E nei momenti più critici ti salvi con la testa, con la
concentrazione». Il prossimo obiettivo sono le vette della catena Himalaya, da
affrontare anche quelle «con sci da discesa tradizionali, perché i carving per
le discese estreme non vanno affatto bene», dice.