Travolti da valanga: grave un sondriese
Scialpinista quarantottenne in Rianimazione al «Morelli»

Valdisotto Ha avuto drammatiche conseguenze la valanga che ieri mattina si è staccata dalla Cima Piazzi, a Valdisotto. Una comitiva di sei scialpinisti è stata travolta e un componente del gruppo, Walter Gianatti, 48 anni, di Sondrio, è stato sommerso dalla neve, restando sepolto per alcuni interminabili minuti. Quando l’elicottero del «118» ha raggiunto la zona, i soccorritori hanno subito individuato il gruppo di escursionisti e Gianatti, ancora mezzo sepolto dalla coltre. L’uomo è stato estratto e rianimato: era in arresto cardiocircolatorio e dopo il primo intervento è stato portato all’ospedale di Sondalo, dove si trova ora ricoverato inprognosi riservata. Illesi i suoi compagni di escursione, tra i quali c’era anche la moglie, Lidia Bianchetti. Purtroppo quello di ieri non è il primo grave incidente sui ghiacciai quest’anno. Un drammatico precedente c’era stato in Val Gerola a fine gennaio - erano deceduti tre scialpinisti - e due domeniche fa in Valmalenco, quando durante un’arrampicata sul Ventina un istruttore brianzolo e il suo allievo sono stati investiti da una slavina riportando diversi traumi.

Drammatico incidente ieri a Valdisotto per una comitiva di amici - L’ammasso di neve si è staccato all’improvviso
Cima Piazzi: in sei travolti da valanga
Quarantottenne di Sondrio in gravi condizioni, sotto shock la moglie

Valdisotto E’ ricoverato in gravi condizioni nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Morelli di Sondalo Walter Gianatti, 48enne nato a Montagna ma residente nel capoluogo, vittima ieri mattina di un drammatico incidente sulle nevi della Cima Piazzi a Valdisotto. L’Sos è stato raccolto verso le 10.30 dalla centrale operativa del «118» di Sondrio: è arrivata una telefonata in cui si segnalava che una comitiva di sei valtellinesi era stata travolta da una slavina e un uomo del gruppo era rimasto seppellito dalla neve. Subito sul posto è stato inviato l’elicottero dalla base di Caiolo, e nel frattempo sono state messe in preallerta le squadre dei volontari del Soccorso Alpino civile di Bormio e le unità cinofile della Guardia di Finanza. L’intervento di questi ultimi non si è comunque reso necessario: all’arrivo del velivolo sul ghiacciaio, l’équipe dell’elisoccorso ha subito individuato il gruppo di scialpinisti e l’uomo travolto dalla valanga, Walter Gianatti. «Era in gran parte ancora sepolto - spiegava ieri il dottor Felice Masullo, medico rianimatore -. Quando lo abbiamo estratto era in arresto cardiocircolatorio: subito l’abbiamo rianimato e caricato sull’elicottero per portarlo all’ospedale di Sondalo. Ha subito un politrauma ed è in gravi condizioni». La scarica di neve e rocce che ha travolto lui e i compagni di escursione - tra i quali c’era anche la moglie Lidia Bianchetti - aveva un fronte di circa duecento metri e ha trascinato Gianatti per oltre cento metri. Stando ai primi accertamenti non sarebbe stato il passaggio di uno scialpinista a tagliare il fronte della slavina: il distacco sarebbe quindi avvenuto per cause naturali, a seguito del rialzo termico degli ultimi giorni e della pioggia caduta l’altra sera. I carabinieri di Bormio hanno comunque avviato tutte le verifiche del caso e verranno sentiti tutti gli escursionisti che ieri erano con Gianatti nella zona della Cima Piazzi, in modo da ricostruire con precisione i momenti precedenti alla valanga. Purtroppo quello di ieri non è il primo grave incidente che si verifica sui ghiacciai quest’anno. Un drammatico precedente c’era stato in Val Gerola a fine gennaio e due domeniche fa in Valmalenco. Gianatti non è comunque una persona inesperta. Tutt’altro. Non risulta essere iscritto al Cai, ma da alcuni anni frequenta la montagna con una certa assiduità, a livello amatoriale, secondo quanto riferiscono i suoi amici. Proprio lo scorso febbraio con la moglie (entrambi iscritti alla Polisportiva Montagna) si era classificato al secondo posto nella classifica regolarità nel Rally scialpinistico della Corna Mara, a Montagna, il paese in cui l’uomo è nato e dove ha vissuto per parecchi anni. Sposato e padre di quattro figli, Walter Gianatti lavora proprio nel paese alle porte del capoluogo, come dipendente dell’ufficio vendite dell’azienda “Rigamonti”. La notizia del drammatico incidente di cui è rimasto vittima ieri ha fatto subito il giro degli amici e conoscenti, lasciando tutti sbigottiti. Del gruppo di escursionisti travolto dalla slavina lui è stato l’unico a riportare lesioni, ma al pronto soccorso dell’ospedale dell’Alta valle si sono comunque fatti visitare anche la moglie e altri due componenti del gruppo, visto lo stato di shock emotivo. Ieri sera i medici che hanno in cura il quarantottenne non si sbilanciavano. La prognosi al momento è riservata e le prossime ore saranno decisive per Gianatti: solo nei prossimi giorni si potrà capire quali conseguenze abbiano avuto l’arresto cardiocircolatorio e i traumi riportati. Marzia Colombera

Il parere di un esperto: Severino Moranduzzo, capo stazione del Soccorso Alpino di Bormio
«La slavina causata dal caldo e dalla pioggia»
La via scelta è tra le più note: le condizioni meteo l’hanno resa insidiosa

Bormio (mz. c.) Pare essere stato un distacco spontaneo di neve mista a rocce, stando ai primi accertamenti fatti, a causare la valanga che ieri ha travolto 6 scialpinisti impegnati in un’escursione sul ghiacciaio Cima Piazzi. «Negli ultimi tre giorni si è registrato un sensibile rialzo delle temperature - spiegava ieri Severino Moranduzzo, capo stazione del Soccorso Alpino di Bormio (nella foto a lato alcuni volontari durante un’esercitazione di ricerca su valanga) -. Questo, unito alla pioggia caduta la scorsa notte fino ad alta quota ha sicuramente reso il manto di neve instabile. Come Soccorso Alpino eravamo stati allertati per l’intervento di recupero sulla Cima Piazzi, ma poi ha risolto tutto l’équipe dell’elisoccorso. Non sono stato sul posto dopo il distacco, ma certo posso dire che in questi giorni le condizioni della neve non sono le migliori». L’ultimo bollettino del rischio valanghe emesso dalla Regione Lombardia segnala il pericolo oltre i 2700 metri, «in particolare sui pendii soggetti all'irraggiamento solare, sono possibili scaricamenti e distacchi di valanghe sia di superficie che di fondo, di piccole e medie dimensioni, di neve molto umida o bagnata. Alle quote più elevate, in prossimità di creste e dorsali, limitati lastroni potranno essere staccati anche con debole sovraccarico». «Per arrivare alla zona in cui c’è stato l’incidente gli scialpinisti sono saliti da Valdidentro - spiega Moranduzzo -. Sono arrivati alla Val Verva e poi hanno imboccato la valletta che dal Passo Verva porta alla Cima Piazzi. Si tratta dell'itinerario da nord, quello più bello e anche più battuto. Visto il rialzo termico, in questa stagione i distacchi nelle ore più calde sono un fenomeno piuttosto frequente, soprattutto per le cornici formate dal vento nell’inver no».

L’appello dei soccorritori
Troppe imprudenze sui ghiacciai: fondamentali attrezzature e Arva

La tragedia in montagna è sempre in agguato, ma troppo spesso anche chi la frequenta abitualmente si fa tradire dall'imprudenza. E’ accaduto anche ieri, a Valdisotto. I primi elementi raccolti dalla centrale operativa del servizio di emergenza e urgenza «118» di Sondrio - che ha coordinato l’intervento di recupero dello scialpinista ferito - è infatti stato il fatto che il gruppo di escursionisti travolti dalla valanga non era munito di attrezzature per l’autosoccorso. Niente Arva, il piccolo apparecchio che emette onde radio in grado di individuare le persone sotto la neve, e niente pale per scavare nella neve alla ricerca del compagno. E’ stata una fortuna che Walter Gianatti sia rimasto sepolto solo in parte dalla massa che lo ha investito, altrimenti ci sarebbe sicuramente voluto molto più tempo perché l’équipe dell’elisoccorso riuscisse ad estrarlo e rianimarlo. Di qui l’invito alla prudenza lanciato ieri dai soccorritori. Mai sottovalutarsi e, soprattutto, sui ghiacciai sono fondamentali attrezzature e strumenti adeguati per l’autosoccorso.

Quello di ieri è il terzo distacco con drammatiche conseguenze che si verifica in montagna nel giro di pochi mesi
Lo scorso gennaio in Val Gerola tre scialpinisti morti

Il drammatico incidente di ieri fa seguito ad altri gravi episodi accaduti sui ghiacciai negli ultimi mesi. Altre due valanghe sono infatti costate molto care ad appassionati di scialpinismo e arrampicata. Il 26 gennaio una slavina che si era staccata dal Monte Olano, in Val Gerola ha travolto nove scialpinisti, uccidendone tre. A perdere la vita erano stati Alberto Baggioli, 25 anni, residente a Lecco, Marco Greppi, 41 anni, industriale di Olginate (Lecco), e Marta Cesari, 23 anni, di Cernusco sul Naviglio. Tutti facevano parte di una comitiva di scialpinisti che con la guida alpina lecchese Marco Della Santa - quarantatre anni - stava effettuando un’escursione in Val Gerola. Improvvisamente una slavina si era staccata dalla montagna, travolgendo le tre vittime e alcuni altri compagni di escursione, che fortunatamente si erano salvati. Sull’accaduto la Procura ha aperto un’inchiesta, volta a stabilire eventuali responsabilità di terzi in quella tragedia. Indagati per l’ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo e valanga colposa risultano al momento la guida Marco Della Santa e i due scialpinisti sondriesi Bruno Fanoni, 50enne, e suo figlio Fabio, 20enne (questi ultimi erano stati visti attraversare il pendio a monte della comitiva lecchese poco prima del distacco della slavina). Toccherà a un collegio di periti nominato dalla Procura chiarire cosa causò il distacco dell’ammasso di neve. Pare invece sia stata totalmente accidentale la valanga che due domeniche fa si è staccata dal ghiacciaio del Ventina, in Alta Valmalenco, dalla parete del pizzo Cassandra, travolgendo un istruttore del gruppo Cai Alta Brianza, Giancarlo Rimoldi, 63enne di Inverigo (Como), e l’allievo che stava effettuando con lui l’ascensione in cordata, D. F., 32enne di Burago di Molgora (Milano). La peggio in questo caso è toccata a Rimoldi - che è stato trascinato a valle per alcune decine di metri e ha riportato un politrauma, che lo ha fatto finire ricoverato con prognosi riservata nell’ospedale di Sondrio - mentre il suo allievo se l’è cavata con una frattura a un femore e lievi lesioni. mz. c.

 

Travolto da una slavina, muore dopo due giorni

 

 

 

Sondrio, non ce l'ha fatta l'alpinista che sabato mattina aveva tentato di raggiungere la Cima Piazzi, a 2600 metri di quota. L'incidente è avvenuto mentre era in compagnia della moglie.

 

SONDALO (SONDRIO) – Dopo due giorni trascorsi nel reparto di rianimazione è morto lo scialpinista travolto da una valanga sabato mattina, mentre tentava di raggiungere la Cima Piazzi, a 2600 metri di quota.

L’incidente è avvenuto mentre l’escursionista, Walter Riannetti, 48 anni, era in compagnia della moglie e di tre amici. Una slavina lo ha sepolto. I medici del reparto di Rianimazione dell'ospedale 'Morelli' di Sondalo dove era stato ricoverato d'urgenza per un arresto cardiocircolatorio, poco dopo la mezzanotte ne hanno dichiarato la morte cerebrale, avviando il periodo di osservazione per il prelievo di organi.

L’uomo, originario di Montagna in Valtellina (Sondrio), ma residente nel capoluogo valtellinese, lascia la moglie e quattro figli.