Locarnese e Valli
«Campane lente per le valanghe»
Il 17 luglio 1783 arriva a Bosco, proveniente da Formazza, Orace Bénédict
de Saussure. Il naturalista ginevrino, che è considerato il precursore
dell'alpinismo, trova la traversata «spaventosamente solitaria».
Il villaggio gli appare invece molto pittoresco, raccolto su un contrafforte
di larici e abeti, «abitato da gente tedesca, anche se fa parte del baliaggio
italiano di Valmaggia».
Non è chiaro se Orace Bénédict de Saussure (che era accompagnato
dai suoi portatori e dal parroco di Formazza), sia passato dalla Guriner Furka
o da un valico più a nord, l'Hendar Furka. Oggi il più frequentato
dei due transiti è quello della Guriner.
Per secoli di due valichi furono frequentati dai boschesi nelle loro migrazioni
Oltralpe, dove si recavano per motivi di lavoro, come muratori, ma anche come
scultori e indoratori.
Quelli erano anche gli itinerari seguiti per compiere i pellegrinaggi devozionali.
«Si pellegrinava sempre a piedi, camminando notte e giorno». Per
andare a Einsiedeln raggiungevano Altdorf in una sola tappa attraversando il
Passo San Giacomo (tra Formazza e la Val Bedretto) e poi il San Gottardo.
Nel 1886 venne iniziata la scuola di tedesco e più recentemente è
stato creato un Gruppo costumi, riprendendo quelli autentici, conservati nel
museo. Particolarmente diffusa era la lavorazione del legno, anche con intarsio.
Il 25 febbraio 1695 una valanga distrusse parte del villaggio facendo trentaquattro
morti. Ancora più devastante e tragica quella del 7 febbraio 1749: le
vittime furono quarantuno. L'ultima fu recuperata dalla massa della neve soltanto
nella tarda primavera, il 19 maggio.
Come in tutto l'arco alpino centro-occidentale memorabili sono rimaste le nevicate
del febbraio 1951. Del resto, per secoli i lunghi isolamenti invernali costituivano
la norma. Una volta allo scrittore valmaggese Giuseppe Zoppi capitò di
ascoltare un concerto di campane a Bosco. Suonavano piano, «lente e umili».
Gli disse una donna: «Lo facciamo per non destare le valanghe».