La Corte Costituzionale ostacola il Regolamento contro lo scialpinismo
Giunge con perfetto tempismo, poco dopo l’approvazione del Regolamento
per la Promozione e Tutela delle Discipline Sportive della Montagna della
Regione Lombardia, che prevede il divieto della pratica dello scialpinismo su
pista, la sentenza della Corte Costituzionale che ribadisce
che i regolamenti sono di competenza dei parlamenti regionali e non delle
giunte.
Gli enti e le associazioni sportive che giorni fa hanno
reagito energicamente contro il provvedimento della Regione Lombardia,
ottengono un primo successo alle porte della stagione sciistica. Protagonista
degli ultimi sviluppi della vicenda è Giuseppe Benigni,
consigliere regionale ed appassionato di questo sport che, assieme ad altri
colleghi, ha elaborato una mozione per la revoca del divieto posto dalla Giunta
Regionale Lombarda alla pratica dello scialpinismo in pista, alla luce della
sentenza della Corte Costituzionale.
“Questo divieto va cancellato” – ha dichiarato il
consigliere regionale –“ Si deve sapere che per fare alcune salite è
impossibile non percorrere all’inizio alcuni tratti di pista. In tanti anni di
pratica dello scialpinismo non ho mai assistito ad incidenti fra uno scialpinista e un discesista. Il provvedimento perciò
avrebbe esclusivamente carattere punitivo verso uno sport che rispetta
l’ambiente e ha l’unico difetto di non far pagare il giornaliero ai suoi
praticanti perché non usa alcun mezzo di risalita”.
Se la mozione non avrà effetto, Benigni, socio del Cai e del Gruppo Alpinistico Presolana, inizierà una raccolta di firme, come previsto dallo Statuto della Lombardia, per richiedere ancora l’abrogazione del divieto