Tragedia sul Latemar. Un gruppo di esperti
escursionisti sciava in una zona considerata a rischio moderato
Travolti
dalla valanga, un morto
Il
giovane scialpinista roveretano era con 5 amici, uno è ferito
CAVALESE. Tragedia sul versante sud del Latemar. Una valanga ha travolto due
scialpinisti che facevano parte di un gruppo di sei. Uno di loro, il roveretano
Marco Filippi, 33 anni, è morto. Il secondo, Mirko Ferrari, 38 anni di Ala, è ferito, ma se la caverà. E'
stato salvato dagli altri amici, che, rimasti illesi, hanno estratto i
corpi dalla neve e praticato le prime cure. Troppo gravi però le condizioni di
Marco Filippi, che è spirato poche ore dopo, nonostante il pronto intervento
dell'elisoccorso. La sciagura alla Forcella dei Camosci, a
quota 2.520, in una zona considerata a rischio moderato. Una valanga
imponente, con un fronte di almeno un centinaio di metri ha invece trasformato
l'escursione di un gruppo esperto e ben attrezzato in una tragedia.
CAVALESE.
Avevano scelto una via poco conosciuta, sul versante sud del Latemar. Una via
per sciatori esperti come loro, un gruppo di sei amici accomunati dalla grande passione per la montagna e la neve. Una giornata
perfetta, non troppo fredda e senza vento. Nessun presagio
della tragedia che, alle 14, ha preso le forme di una valanga. Una massa di neve che si è abbattuta con tutta la sua forza sul
gruppo seppellendo due ragazzi. Mirko Ferrari, aiutato dai compagni è
ora all'ospedale di Bolzano. L'amico Marco Filippi è morto, colpito
violentemente dai lastroni.
Erano tutti scialpinisti esperti, persone che per
questo sport avevano un vero e proprio amore. Erano attrezzati per l'escursione
che avevano deciso di fare e conoscevano la zona. Il bollettino valanghe per
ieri prevedeva un rischio moderato in val di Fiemme.
Tutto era perfetto. Il gruppo ha iniziato la sua escursione nella zona delle
Torri di Pisa, al confine fra la parte trentina e la parte altoatesina del
Latemar. Un percorso molto suggestivo che hanno
affrontato da soli. Una zona anche rischiosa e per questo poco battuta.
Nascosti sotto il manto nevoso, infatti, ci sono speroni di roccia. Ma il gruppo non era il primo ad avventurarsi da quelle
parti. C'era una traccia sulla neve e loro l'hanno seguita. La tragedia quando
i sei amici sono arrivati alla Forcella dei Camosci, a quota 2.520.
Improvvisamente dalla montagna che li sovrasta si stacca una valanga. Una valanga imponente con un fronte di almeno un centinaio di metri.
Quattro escursionisti riescono a sfuggire alla massa di neve solamente perché
non si trovavano sulla sua traiettoria. Per Marco Filippi e Mirko Ferrari non
c'è scampo. I lastroni di ghiaccio ricoperti dalla neve li colpiscono in pieno
e li sommergono. La reazione degli amici è immediata. Si tolgono gli sci e
iniziano a scavare. Lottano contro la neve per riportare all'aria i compagni
seguendo i segnali dell'Arva, l'apparecchio rice-trasmittente
che indica la posizione di chi lo indossa. Mirko Ferrari (alense, è il
«vecchio» della compagnia con i suoi 38 anni) viene
rintracciato quasi subito. Più difficile il recupero di Marco
Filippi (33 anni, roveretano trasferito da qualche mese a Mori) colpito in
pieno dai lastroni di ghiaccio. Mentre c'è chi
massaggio Ferrari per aiutarlo a recuperare almeno una parte del calore
corporeo, un altro escursionista chiama il 118 per dare l'allarme. La macchina
dei soccorsi parte immediatamente. In pochi minuti due elicotteri sono alla
Forcella dei Camosci assieme ad una decina di persone del soccorso alpino delle stazioni di Moena e di Fiemme. Con loro ci sono anche
i cani addestrati a cercare persone sotto la neve. Questa volta
l'intervento delle unità cinofile non serve. I due feriti sono già stati
individuati. I medici si prendono cura di Marco Filippi e di Mirko Ferrari.
Quest'ultimo, dopo il primo soccorso, viene caricato
su un elicottero di Trentino Emergenza. La sua destinazione è l'ospedale di
Bolzano. Le sue condizioni non sono gravi: è in ipotermia ma sopravvivrà. Per
Marco Filippi la situazione è molto più grave. Il ragazzo è stato colpito dai
lastroni di ghiaccio, le ferite sul suo corpo sono tante ed è in arresto
cardiaco. Si tenta il tutto per tutto sul posto, a pochi metri dalla valanga, e
poi lo sciatore viene caricato sull'elicottero è
portato all'ospedale di Cavalese. I medici fanno il possibile ma la tragedia
non è evitabile. Marco Filippi muore poche ore dopo la
valanga. Durante tutto questo tempo i suoi amici sono rimasti sulla Forcella
dei Camosci. Devono scendere a piedi, l'elicottero non riesce
a garantire anche a loro il trasporto a valle.