Sono giovani altoatesini le vittime di ieri sulle montagne di Varna e in val Sarentino
Valanghe, è una strage: altri due morti
A Moena e Canazei vietato lo scialpinismo. Folgaria, in coma un bambino di sei anni


TRENTO. Le valanghe uccidono ancora e i Comuni corrono ai ripari. Due vittime altoatesine ieri sulle montagne di Varna e in val Sarentino: Gregor Egger di 38 anni e Giancarlo Tomasini di 30. Quattro gli escursionisti che hanno perso la vita sulle nostre montagne negli ultimi dieci giorni. Walter Vidi, capo delle guide alpine trentine, avverte: «Questo è il periodo più pericoloso». Moena e Canazei hanno vietato le escursioni degli scialpinisti.
Continua anche la battaglia contro i "pirati" delle piste: oltre 200 le multe già inflitte. Dramma a Folgaria: un bambino di 6 anni è in coma a causa di un rigurgito in pullman.


BOLZANO. Non c'è fine alla sequenza di morti in montagna: ieri altri due alpinisti hanno perso la vita sulle montagne di Varna e della Val Sarentino. Fanno quattro vittime negli ultimi dieci giorni, cinque se si considera anche la tragedia del 5 dicembre scorso a Selva Gardena. Ieri la sorte ha girato le spalle a Gregor Egger, 38 anni di Albes (Bressanone), morto per assideramento dopo essere stato sepolto da una valanga sulle montagne di Scaleres, e a Giancarlo Tomasini, 30 anni di Bolzano, investito da una valanga caduta a Cima San Giacomo, in Val Sarentino.
Di Gregor Egger si erano perse le tracce da un giorno: l'allarme per la scomparsa risale a lunedì sera, quando la moglie non lo ha visto rientrare. L'aveva sentito per l'ultima volta in mattinata, prima che si inoltrasse per una sciata in solitaria sulle cime del Corno del Ceppo. Le ricerche hanno mobilitato numerose squadre del soccorso alpino, dei vigili del fuoco e della Guardia di finanza. La prima serie di perlustrazioni si è chiusa con un nulla di fatto alle cinque di ieri mattina. Il corpo di Egger è stato trovato alle 11 dall'equipaggio del Pelikan 2, grazie alla strumentazione di bordo capace di captare l'Arva, il dispositivo che lancia il segnale con la posizione degli alpinisti. Lo scialpinista era sepolto sotto una slavina caduta vicina ad una delle cime del Corno del Ceppo (2400 metri) staccata con un fronte di 25 metri. A così tante ore di distanza le speranze di trovare vivo lo scomparso erano nulle. Un bastoncino da sci ha segnalato la sua collocazione esatta e intorno alle 11 l'équipe del Pelikan ha potuto recuperare il corpo. Drammatica la ricostruzione dell'incidente. Secondo i primi accertamenti del medico legale, Egger sarebbe morto per assideramento mezz'ora dopo la valanga. Sebbene travolto, era riuscito a non inghiottire neve conservando la capacità di respirare. E' stato un intervento difficile per i soccorritori, che a loro volta si sono confrontati con l'alto pericolo di valanghe che continua ad essere segnalato nella zona. Gregor Egger aveva 38 anni e viveva con la moglie ad Albes, frazione di Bressanone, dove faceva l'artigiano. Grande appassionato di scialpinismo estremo e questa sua passione lo ha ucciso. Forse, ma queste sono cose che si dicono con il senno di poi, se non fosse andato in montagna da solo avrebbe potuto salvarsi. L'ultimo saluto allo sportivo sarà dato nella chiesetta di Albes venerdì o al massimo sabato.
Ieri la pausa per i soccorritori è durata una manciata di minuti. Nella tarda mattinata altri due allarmi per slavine. A Merano 2000 la paura per eventuali vittime è rientrata per fortuna dopo un paio di ore. Nessuno è stato travolto dalla massa di neve che si è staccata a quota 2400 metri dalla zona rocciosa a sinistra dello skilift della Valacanova. La slavina è caduta per l'imperizia di tre snowboarder che hanno tagliato il costone. La slavina ha lambito e messo in pericolo gli sciatori in risalita sull'impianto. Ma non ci sono state conseguenze.
Lo scialpinismo è costato invece la vita a Giancarlo Tomasini, 30 anni di Bolzano, investito dalla valanga caduta a Cima S. Giacomo in Val Sarentino più o meno nello stesso orario di Merano 2000 (con lo sforzo che questo ha comportato per il coordinamento dei soccorsi).
Tomasini, figlio degli ex titolari dell'edicola in viale Europa, ieri mattina era uscito per una escursione con l'amico G.T., 37 anni, bolzanino più esperto di lui in scialpinismo. Arrivati a poca distanza da Cima S. Giacomo i due alpinisti si sono tolti gli sci e hanno raggiunto a piedi la sommità. Poi si sono preparati per il rientro a valle, con Tomasini al seguito dell'amico. Anche in questo caso sembra che i due sciatori abbiano calcolato male il percorso. Il loro traccaito avrebbe tagliato il costone, provocando il distacco di una massa larga 200 metri. La valanga li ha travolti e trascinati con sé per circa 200 metri. Il compagno se l'è cavata perché si è trovato coperto dalla neve solo fino al collo. Illeso. Di Tomasini invece nessuna traccia. E' stato il segnale dell'Arva a permettere all'amico di scoprire dov'era sepolto. Nonostante lo shock, il superstite ha iniziato a scavare. Ad aiutarlo sono arrivati gli sciatori di un altro gruppo, che hanno assistito alla valanga da pochi metri di distanza. Lanciato l'allare al 118 con il telefono cellulare, in quattro minuti l'elicottero è arrivato da Merano. Il corpo è stato trovato subito, ma non c'era nulla da fare. Gian-