Ferite non gravi per il turista che ora rischia la denuncia
Sciatore travolto da una valanga
durante una discesa sul Pordoi
Prima un volo di una trentina di metri trasportato da una
piccola valanga giù per una cascatadi ghiaccio. Poi ancora uno scivolone
galleggiando su una slavina per altri 150 metri fino a fermarsi, immerso nella
neve solo fino a metà. I danni? Una ferita alla testa
alcune contusioni, giudicate guaribili in 15 giorni. Il turista danese
di 26 anni, alloggiato in un albergo di Canazei in
Trentino dimenticherà molto difficilmente le vacanze trascorse tra le nevi
trentine in questo inizio del 2004.
Ieri, verso le 14.30, ha vissuto al passo del
Pordoi, sul versante bellunese, alcuni attimi di vero
panico sotto gli occhi atterriti dei suoi quattro amici danesi lui. Gli altri
sono rimasti tutti illesi anche se si trovavano a solo venti metri di distanza
dal luogo della caduta. Oltre ai guai fisici, al danese potrebbero arrivare
anche quelli giudiziari. Gli agenti della polizia in servizio sulle piste di Canazei, intervenuti durante i soccorsi, invieranno a breve
un dettagliato resoconto dei fatti alla procura di Belluno. Sarà poi il pm a decidere se nel comportamento del turista ravvisa o meno il reato di aver provocato una valanga. La vicenda ha inizio ieri verso le 14.30. Il gruppo raggiunge forcella Pordoi.
Scende fuoripista sul versante trentino. Poi devia verso il Veneto. Durante la discesa i cinque turisti sbagliano strada e si abbassano troppo,
avvicinandosi a delle rocce. Il danese si ferma così davanti ad un dirupo alto
trenta metri. È una questione di attimi: il giovane
viene travolto dalla stessa neve movimentata durante la sua discesa. Immediati
i soccorsi. Nel giro di pochi attimi sul posto si sono portati gli agenti della
polizia, prima con il gatto delle nevi, poi con l’elicottero.
Nel
frattempo si alza in volo l’elicottero del Suem con l’equipaggio
completo del soccorso alpino. Il velivolo rimane in volo mentre il tecnico dell’elisoccorso si cala per sette
metri e recupera il ferito. Il danese viene così portato
all’ospedale di Belluno dove i sanitari hanno riscontrato alcuni traumi e una
ferita sulla testa, giudicati guaribili in 15 giorni. L’elicottero, nel
frattempo, torna sul luogo della valanga per riportare a valle gli amici della
vittima. E stranamente, il loro recupero è ancora più
difficile. Alcuni sono ancora sotto shock e non riescono a muoversi. Tocca agli
operatori del Soccorso alpino scendere dal velivolo e accompagnarli fino all’elicottero
rimasto in volo ad un metro di altezza. I cinque vengono riportati a Pieve di Cadore. Per loro, nessuna sanzione:
in quel punto, il fuoripista è permesso.