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di Giancarlo Brunori
Ha trovato la morte a 50 metri dalla vetta. Una valanga ha spezzato la vita
di Thomas Marco Peghin,
26 anni, Recoaro, via Griffani 62, operaio alla Marelli
di Arzignano, dopo averlo fatto scivolare per oltre
500 metri. L’amico che era con lui. Moreno Camposilvan, operaio, 28 anni, Recoaro,
via Molino di Sotto 2, se l’è miracolosamente cavata
ed ora è ricoverato all’ospedale, con traumi in varie parti del corpo.
L’incidente è avvenuto lungo il Vajo Battisti. In prossimità di Cima Zevola, nel
territorio di Recoaro. I due giovani sono
stati violentemente scaraventati a valle da un’enorme massa di neve e
ghiaccio letteralmente sbriciolatasi sotto i loro piedi. A causare la
tragedia sono stati, con molta probabilità, la neve ancora fresca ed il peso
dei due giovani. Ma non è esclusa la presenza di
un’insidiosa lastra di ghiaccio venutasi a creare a causa del forte vento di
questi giorni.
A dare l’allarme è stato il ragazzo sopravvissuto alla tragedia. Con il suo
telefono cellulare ha chiamato la famiglia e poi l’allarme è stato girato al Suem 118 ed al soccorso
alpino. Per recuperarli sono intervenuti sia i soccorritori con un elicottero
dei vigili del fuoco di Trento che i carabinieri
della stazione di Recoaro Terme, coordinati dal
maresciallo Giacomo Buonincontri.
La richiesta di aiuto l’ha lanciata Camposilvan facendo scattare le operazioni di recupero
verso le 10.30 circa. Cioè quasi cinque ore dopo la
loro partenza da casa alla volta, per un’arrampicata, della zona del rifugio
"Gazza" di Recoaro Mille.
Stando ad una prima ricostruzione, poco dopo le 5.30 i
due hanno lasciato l’auto nel parcheggio che si trova nelle vicinanze del
rifugio e si sono incamminati verso il Vajo
Battisti risalendo a piedi il canalone che arriva fino ad un altezza di 1.900
metri, fino a Cima Zevola. All’improvviso, sotto di
loro è partita una valanga che li ha bruscamente trascinati a valle senza
consentire alcun rallentamento della discesa. Il primo a fermarsi è stato
Moreno che, dopo essersi ripreso e rialzato, ha visto l’amico che stava
ancora rotolando lungo il canalone. Tutto è avvenuto in pochissimi secondi,
in cui l’ansia per le sorti del compagno si è trasformata in paura, quando si
è reso conto che Thomas non rispondeva più ai suoi
continui richiami. Nonostante le ferite riportate Moreno ha
raggiunto l’amico cercando di rianimarlo. Ma per
lui, purtroppo, ormai non c’era più nulla da fare. A causa delle gravi
lesioni riportate, Thomas è
infatti morto praticamente sul colpo. Il referto medico parla di arresto cardiocircolatorio.
Sperando di riuscire ad avvisare i soccorritori in tempo utile, Moreno non si
è comunque perso d’animo. Con il cellulare si è
messo in contatto con il 118 del Suem di Vicenza,
che ha fatto intervenire sul posto ambulanze dall’ospedale "S.
Lorenzo" di Valdagno, un elicottero con
personale esperto per il recupero in montagna, carabinieri e soprattutto gli
uomini del soccorso alpino della stazione di Recoaro-Valdagno, coordinati dal capo stazione, Daniele Nicolini.
Lungo e delicato è stato il lavoro dei soccorritori, che si sono mossi
contemporaneamente. In attesa dell’elicottero che è
arrivato sul luogo della tragedia in poco meno di 20 minuti, una squadra di
otto persone del soccorso alpino si è messa in marcia per raggiungere i due
escursionisti. Intanto, dal rifugio "Cesare Battisti" tutte le
operazioni venivano seguite anche grazie alla
completa visibilità garantita da una giornata dal cielo limpido. Qualche
problema si è verificato a causa del vento gelido che spirava ieri mattina in
tutta la zona, ma alla fine in breve tempo il pilota dell’elicottero ed i
soccorritori a bordo sono riusciti a recuperare tutti e due
i giovani.
Thomas Peghin è giunto
privo di vita al "S. Lorenzo" mentre Moreno Camposilvan,
che è stato per tutto il tempo accanto all’amico, è stato subito sottoposto
agli accertamenti del caso. Dopo l’esame radiografico, gli sono stati
riscontrati politraumatismi che ne hanno chiesto il
ricovero. Ne avrà almeno per 40 giorni. Le sue
condizioni non preoccupano i medici. Ad impensierire maggiormente è il suo
stato emotivo. I due operai sono conosciuti a Recoaro,
per essere ragazzi scrupolosi. Niente bravate o
comportamenti strani, ma una sana passione per la montagna e per le
escursioni sulla neve. Infatti, come confermato
dagli uomini del soccorso alpino, si erano recati lungo il Vajo Battisti con equipaggiamento adeguato e non erano
soliti affrontare le escursioni senza preparazione. Thomas,
in particolare, aveva frequentato un corso di roccia e abitualmente si
allenava in palestra.
Ieri mattina, prima di partire, si erano assicurati di aver portato con loro
tutto il necessario per non trovarsi impreparati, di fronte ad ogni
evenienza. Ad iniziare dai ramponi e dalla piccozza, per finire al casco
protettivo ed anche al cellulare per chiedere aiuto in caso di emergenza. Un aiuto che, alla fine, è servito a salvare
almeno uno dei due giovani
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