FINISCE SOTTO UNA VALANGA ,
SALVATO
LIGONCHIO.
Ai piedi del monte Cavalbianco, pochi chilometri dal
passo Pradarena, il 6Oenne
appena riemerso da una valanga che lo aveva travolto, ha detto ai suoi
salvatori: "Grazie di tutto". I due volontari del soccorso alpino di
Lucca lo avevano appena tirato fuori dalla montagna di
neve che gli era crollata addosso e gli hanno chiesto: "E il suo nome? Sa,
per fare rapporto". L'uomo ha acceso la sua auto e ha
solo detto: "Non ve lo dico: se si sapesse, i miei parenti non mi
farebbero più venire in montagna e io voglio tornarci". Di lui si
sa solo l'età e che è della provincia.
Quell'uomo
senza nome deve la vita a due tecnici del soccorso alpino di Lucca: per un puro
caso, i due "salvatori" avevano assistito alla valanga precipitata
dal monte Cavalbianco, quota 1.854 metri, alle 13,30
di ieri.
Sotto
gli occhi dei due tecnici, la valanga aveva investito il 60enne che, racchette
ai piedi, era andato a fare una gita in alta quota con tre amici. "Era
rimasto un po' indietro rispetto agli altri", racconta Riccardo Simoncini, vice-responsabile del soccorso alpino di Lucca
che ha coordinato l'intervento di soccorso.
Probabilmente
- sostiene il soccorso alpino - uno dei due scialpinisti
che precedevano il terzo finito sotto la neve, avevano "tagliato" un
pendio, provocando il distacco della valanga (20 metri di fronte e 100 di
caduta).
I
due soccorritori hanno chiamato la centrale dell'elisoccorso
e si sono precipitati sul punto della valanga. Simoncini
ricostruisce quegli attimi: "L'uomo era sommerso. Solo un po' del viso era
libero. Usando le pale, i due nostri tecnici sono riusciti a libe-rare dalla
neve l'escursionista. Se non ci fossero stati loro,
questa storia sarebbe finita diversamente".
L'uomo
era intirizzito e'lievemente ferito. Riaccompagnato
all'auto sul passo Pradarena, ha detto: "Grazie,
ma non dico il mio nome. La mia famiglia, se sapesse quanto è
successo, non mi lascerebbe più venire quassù", (r.p.)