11/03/2005 - 17:00

     

 


Valanghe Evolène: inquieti professionisti di soccorso in montagna
 

 

 

 

MARTIGNY (VS) - Un centinaio di professionisti vallesani del soccorso in montagna si sono riuniti stamane a Martigny per esprimere la loro inquietudine in seguito alla sentenza del processo per le dodici vittime delle valanghe di Evolène: essi temono che il loro ramo professionale venga messo eccessivamente sotto pressione dalla responsabilità imputategli.

Guide di montagna, persone incaricate di ricognizioni, piloti di elicottero, medici e responsabili di impianti di risalita hanno detto di essere scioccati dal verdetto di colpevolezza, considerando l'imprevedibilità della catastrofe in questione. Essi hanno chiesto un esame urgente del problema delle responsabilità che ricadono sulle loro professioni.

Il "rischio zero" non può essere garantito "e la buona volontà trova il suo limite nella natura", ha insistito Daniele De Giorgi, membro dell'associazione romanda e ticinese dei responsabili della sicurezza e dei pattugliatori. "Nemmeno chi ha studiato le valanghe per 25 anni è capace di calcolare con precisione la loro traiettoria", ha aggiunto lo specialista della neve di Meteorisk, Robert Bolognesi.

Per le valanghe di Evolène, il tribunale distrettuale di Hérens-Conthey ha inflitto due condanne per omicidio colposo, entrambe con due anni di condizionale: tre mesi di detenzione per l'ex sindaco di Evolène Pierre-Henri Pralong e a due mesi per il responsabile comunale della sicurezza André Georges, un alpinista noto a livello internazionale. Entrambi hanno deciso di non intentare ricorso.

La loro condanna ha provocato in vari ambienti un'ondata di indignazione. La Federazione dei comuni vallesani voterà in aprile una risoluzione di sostegno all'ex sindaco Pralong, mentre una lettera di sostegno a André Georges è stata firmata da più di 900 persone in appena quattro giorni.

Le due valanghe del 21 febbraio 1999 devastarono i villaggi di Villa e La Sage e finirono la loro corsa fra Les Haudères e Evolène, con un bilancio di 12 morti, una decina di edifici travolti e circa 25 ettari di bosco rasi al suolo. Ai due imputati è stato rimproverato di non aver ordinato l'evacuazione di uno chalet che fu poi investito da una valanga e di non aver sbarrato al traffico una strada sulla quale persero la vita due persone. Ad eccezione di quelle di due abitanti di Evolène, tutte le famiglie delle vittime si erano costituite parte civile.