MARTIGNY (VS) - Un centinaio di professionisti vallesani del soccorso in montagna si sono riuniti stamane a Martigny per
esprimere la loro inquietudine in seguito alla sentenza del processo per le
dodici vittime delle valanghe di Evolène: essi temono che il loro ramo professionale
venga messo eccessivamente sotto pressione dalla responsabilità
imputategli.
Guide di montagna, persone incaricate di
ricognizioni, piloti di elicottero, medici e
responsabili di impianti di risalita hanno detto di essere scioccati dal
verdetto di colpevolezza, considerando l'imprevedibilità della catastrofe
in questione. Essi hanno chiesto un esame urgente del problema delle
responsabilità che ricadono sulle loro professioni.
Il "rischio zero" non può
essere garantito "e la buona volontà trova il suo limite nella
natura", ha insistito Daniele De Giorgi,
membro dell'associazione romanda e ticinese dei
responsabili della sicurezza e dei pattugliatori.
"Nemmeno chi ha studiato le valanghe per 25 anni è capace di calcolare
con precisione la loro traiettoria", ha aggiunto lo specialista della
neve di Meteorisk, Robert
Bolognesi.
Per le valanghe di Evolène, il tribunale distrettuale di Hérens-Conthey ha inflitto due condanne per omicidio
colposo, entrambe con due anni di condizionale: tre mesi di detenzione per
l'ex sindaco di Evolène Pierre-Henri
Pralong e a due mesi per il responsabile comunale
della sicurezza André Georges,
un alpinista noto a livello internazionale. Entrambi hanno
deciso di non intentare ricorso.
La loro condanna ha provocato in vari ambienti
un'ondata di indignazione. La Federazione dei comuni
vallesani voterà in aprile una risoluzione di
sostegno all'ex sindaco Pralong, mentre una
lettera di sostegno a André
Georges è stata firmata da più di 900 persone in
appena quattro giorni.
Le due valanghe del 21 febbraio 1999 devastarono i
villaggi di Villa e La Sage e finirono la loro corsa fra Les Haudères e Evolène, con un bilancio di
12 morti, una decina di edifici travolti e circa 25 ettari di bosco
rasi al suolo. Ai due imputati è stato rimproverato di non aver ordinato
l'evacuazione di uno chalet che fu poi investito
da una valanga e di non aver sbarrato al traffico una strada sulla quale
persero la vita due persone. Ad eccezione di quelle di due abitanti di Evolène, tutte le famiglie
delle vittime si erano costituite parte civile.
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