Un telo bianco protegge la neve dai raggi ultravioletti

Svizzera, ghiacciaio «imballato» per il caldo

L'operazione ha lo scopo di tutelare le piste da sci per la prossima stagione invernale. Critiche dalle organizzazioni ambientaliste

 

 

ANDERMATT (SVIZZERA) - Potrebbe sembra un'opera di Christo, famoso per i suoi «impacchettamenti», ma in questo caso l'ispirazione artistica lascia il posto a considerazioni ben più pratiche. Un immenso telo ricopre ora il ghiacciaio svizzero del Gurschen, sopra Andermatt. Un intervento spettacolare finanziato dalla società che gestisce gli impianti di risalita della regione per impedire lo scioglimento del ghiaccio e rendere quindi migliori le piste da sci. Il telo bianco, di 3,8 millimetri di spessore, si estende su una superficie di 2500 metri quadrati ed è costituito di poliestere e polipropilene, materiali sintetici che proteggono la neve dai raggi ultravioletti. L'«imballaggio», realizzato dal gruppo Fritz Landolt AG di Nafels, dovrebbe ridurre la fusione del ghiaccio. Sarà tolto solo in autunno, con il proposito già annunciato di riutilizzato l'estate seguente. Secondo la Andermatt Gotthard Sportbahnen, società che gestisce gli impianti di risalita, negli ultimi quindici anni il ghiacciaio ha perso 20 metri di spessore nella zona intorno alla stazione di partenza del Gemsstock, a 2.961 metri di quota.

Altri interventi per garantire l'utilizzo delle piste ad inizio stagione invernale sono stati scartati. Per esempio l'innevamento artificiale, escluso per la mancanza di acqua e corrente elettrica. Insomma, l'obiettivo era spendere il meno possibile perché, come spiega il direttore degli impianti di risalita, Peter Heinzer, i costi di preparazine delle piste andavano ridotti a un terzo di quelli attuali. Ecco perché si è scelto di impacchettare il ghiacciaio. Operazione comunque costosa, dato che l'immenso telo (che però come detto è riutilizzabile) è costato 21.000 franchi e la manodopera 9.000 franchi.

Critiche dalle organizzazioni ambientaliste, che denunciano l'assurdità dell'operazione e chiedono interventi contro il riscaldamento climatico piuttosto che misure per ridurne i sintomi. Otto militanti di Greenpeace sono saliti nottetempo sul ghiacciaio per esporre manifesti del tipo «piuttosto di curare i sintomi, proteggere il clima».

11 maggio 2005