AFGHANISTAN: ALLUVIONI DOPO IL GELO, ANCORA VITTIME

 

 

 

 

 

Piogge torrenziali e inondazioni hanno provocato la morte di 48 persone nelle regioni nordorientali dell’Afghanistan; lo riferiscono fonti ufficiali. Lievemente diverso il bilancio della missione di assistenza Onu nel Paese (Unama) che riferisce di 39 morti e 40 feriti. La situazione più grave è quella nella provincia di Badakhshan, e in particolare in 65 villaggi nei distretti di Darayem, Teshkan e Faizabad dove le alluvioni hanno inondato 658 ettari di coltivazioni, ucciso quasi 4000 capi di bestiame e distrutto un migliaio di abitazioni. Seria la situazione anche a Kapisa dove si teme lo straripamento del fiume Panjshir, mentre alcuni distretti lungo il corso del fiume Kunar, nell’omonima provincia, hanno subito inondazioni. Ogni anno con il disgelo delle nevi e l’arrivo delle piogge stagionali l’Afghanistan deve affrontare la crisi delle alluvioni con relativa perdita di vite umane. Quest’anno per gestire l’emergenza le autorità hanno creato un Centro operativo congiunto con la partecipazione di esperti dell’Onu e del governo. Non meno drammatica la stagione invernale, appena lasciata alle spalle, durante la quale le basse temperature (che sfiorano 30 gradi sotto zero), le valanghe e gli incidenti causati dalla neve hanno provocato almeno 260 morti. Lo scorso febbraio l’organizzazione umanitaria ‘Catholic Relief Services’ dopo una ricognizione nei villaggi ha ipotizzato che il bilancio complessivo delle vittime dell’inverno potrebbe essere vicino al migliaio, molti dei quali profughi rientrati nel Paese dall’esilio e ancora sistemati in accampamenti o strutture di fortuna.

 

Fonte: Misna