Pioggia o neve? Gelicidio!


di Massimo Aceti


La notte di San Silvestro è stata caratterizzata in vaste zone di pianura del Nord, e in alcune del Centro, dal fenomeno del gelicidio, ovvero pioggia che si congela toccando il suolo, creando situazioni davvero pericolose per l'incolumità delle persone.


immagine articolo 12531Non solo il Centro-Nord, anche l'Appennino meridionale è stato interessato da pesanti nevicate durante gli ultimi giorni del 2005. Nella foto inviataci da un lettore, la nevicata nei pressi di Potenza.


Il 2005 ci ha dato l'addio con un fenomeno non consueto, ma nemmeno rarissimo: il gelicidio. Si tratta di un fenomeno originato da aria umida e calda che scorre sopra un sottile strato d'aria molto fredda, con temperatura pari o inferiore agli zero gradi. La pioggia non si trasforma in neve mentre precipita e solidifica in ghiaccio direttamente al suolo.

Ieri già a partire dal pomeriggio il fenomeno si è verificato in ampie zone del settore padano, consigliando gli enti preposti alla chiusura di alcuni tratti autostradali tra Liguria, Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto e, più a sud, in Toscana e tra Lazio e Abruzzo.

L'irruzione di aria fredda artica dei giorni scorsi, aveva consentito alle temperature di raggiungere valori molto rari in dicembre, in alcuni casi da record, come a Firenze, a Brescia e a Milano, tutte finite sotto i -10°C. L'aria fredda era via via scesa sempre più a sud, causando prima le nevicate storiche in Toscana, infine autentiche bufere tra l'Irpinia e la Basilicata. Ma un flusso di aria mite era ormai in procinto di affacciarsi sull'occidente del continente europeo, aria mite che laddove non ha trovato ostacoli orografici, come in Inghilterra, in Francia, nel Benelux ed anche in gran parte di Germania e Svizzera, ha trasformato rapidamente le nevicate in piogge e fatto innalzare i termometri anche di 15°C in poche ore, ma laddove i monti hanno creato un effetto "trampolino", come sul Nord Italia, si è limitata a scorrere sopra lo strato di aria fredda preesistente, assotigliandolo sempre più, da cui il fenomeno del gelicidio.
Laddove lo strato di aria fredda ha resistito maggiormente, cioè nella parte alta della Pianura Padana, a nord del Po, si è assistito anche a qualche debole nevicata.

Il 2005 si congeda quindi con temperatura ancora molto basse, dovute al fenomeno dell'inversione termica, su tutto il Nord Italia e in Toscana, con un rialzo termico sensibile invece al Centro-Sud.

Complessivamente dicembre si chiude con differenze termiche negative rispetto alle medie 1961/90 di 0.8°C. Il giorno più freddo è stato il 30, con una media su 100 località campione di +1.5°C, -4.3°C rispetto alla media storica della 3° decade del mese, e verrà ricordato soprattutto per la grande nevicata fiorentina e per le frequenti nevicate milanesi: la prima, evento davvero anomalo che non si verificava da 20 anni sul capoluogo toscano; le seconde, sebbene non abbiano prodotto grandi accumuli al suolo, hanno violato il trend degli ultimi anni che vedeva il capoluogo lombardo particolarmente "allergico" alla neve. Il sortilegio non si è spezzato invece a Roma, da 20 anni ormai in attesa di una grande nevicata.

Verrà ricordato inoltre per le violente piogge sulla Sicilia orientale, con accumuli anche di oltre 200 mm in 24 ore, e per la piena del Tevere e di molti altri fiumi del Centro Italia, al pari del Sud, colpito da pesanti piogge.

Rimane invece fortemente deficitaria dal punto di vista delle precipitazioni la situazione sul Piemonte centro e nord-occidentale, compresi monti e valli dove si svolgeranno le Olimpiadi fra poco più di un mese. Le Alpi Cozie e Graie continuano ad essere sfavorite dalle correnti prevalenti in quota, orientate dai quadranti nord-occidentali, una situazione che si protrae ormai da alcuni anni.


Massimo Aceti