In Friuli Venezia Giulia 10 speleologi
bloccati in una grotta
tragedia sfiorata sui monti olimpici, precipita massa
di neve
Alpi, alto il rischio valanghe
morti tre sciatori in Svizzera
ROMA - Dopo le abbondanti nevicate che ieri hanno
interessato tutto l'arco alpino, è ora il rischio valanghe a destare preoccupazione.
Il pericolo è elevato dalla Valle d'Aosta al Veneto, a causa dell'improvviso
innalzamento delle temperature, che rende più alto il rischio, in particolare,
nelle alpi piemontesi, lombarde e del Friuli Venezia
Giulia, e addirittura marcato su quelle del Trentino Alto Adige e del Veneto.
La cronaca registra già alcuni incidenti, anche drammatici, mentre il Corpo
forestale dello Stato invita tutti gli amanti del fuoripista a informarsi
delle condizioni della neve della zona e a non mettere a repentaglio la propria
vita e quella degli altri.
Proprio sulle montagne olimpiche si è evitata di un
soffio la tragedia: dalle pendici dell'Ise, sopra il Sestriere e non lontano dalla partenza della pista su cui
si è disputato lo slalom gigante, si è staccata una valanga di notevoli
dimensioni, provocata da tre sciatori che stavano percorrendo un costone
fortemente innevato. Fortunatamente la massa di neve è caduta a valle senza
coinvolgere né i tre escursionisti né altre persone presenti nella zona.
Un gruppo di dieci speleologi ungheresi risulta disperso da
questo pomeriggio in Friuli Venezia Giulia, sul Monte Bilapech, nel massiccio del Canin,
nei pressi di Sella Nevea (Udine). Tre di essi, intorno alle 13.30 avevano segnalato via cellulare di
essere stati sfiorati da una valanga, mentre gli altri sette si trovavano
ancora all'interno di una grotta. Sul posto sono intervenute le squadre del
soccorso alpino e la Guardia di finanza, operazioni difficili a causa delle
condizioni del manto nevoso (nelle ultime ore sono caduti 80 centimetri di
neve), e dalla visibilità pessima. L'ultimo contatto con il gruppetto dei tre
all'esterno della grotta risale alle 15.30, quando il loro cellulare si è
scaricato. Le ricerche in zona riprenderanno alle prime luci dell'alba, con
l'impiego di un elicottero della Protezione civile.
In Svizzera, cinque sciatori che praticavano il
fuoripista sono stati investiti da una valanga in Val Acletta,
comune di Disentis-Mustèr, nel pomeriggio di oggi. Tre
di loro sono morti, due sono sopravvissuti. E
un'altra valanga ha travolto, sempre nel pomeriggio di oggi,
una ragazza che praticava snowboard fuori pista sopra Silvaplana.
La giovane, leggermente ferita, è stata trasportata in ospedale. Secondo un
calcolo dell'agenzia di stampa svizzera Ats, sono
almeno dodici le persone morte in Svizzera a causa di valanghe dall'inizio di
questa stagione invernale.
Ieri uno sci-alpinista valtellinese
ha perso la vita, travolto da una valanga sulle montagne fra Poschiavo e Tirano (Sondrio),
mentre era impegnato in un'escursione a quota 1800 metri con le pelli di
foca. La tragedia è avvenuta in località Selva Quadrata, nel territorio di Poschiavo (Svizzera), poco oltre il confine italo-elvetico di Pittamala, ma
soltanto in serata è stato individuato il corpo senza
vita dell'escurzionista inizialmente dato per
disperso. Nella zona, al momento della disgrazia, c'era una fitta nebbia e
nevicava. La vittima è Giorgio Della Bona di 42 anni, residente a Grosio (Sondrio).
E sempre domenica pomeriggio, uno sciatore italiano di 42 anni
è morto, travolto da una valanga che lui stesso ha provocato nelle Alpi svizzere mentre effetuava un'escursione fuori pista. L'incidente e'
avvenuto domenica pomeriggio sopra Poschiavo, nel
cantone dei Grigioni. L'uomo, che non era
equipaggiato con un sensore per vittime di valanghe, è stato trascinato dalla
colata a circa duemila metri di altitudine, mentre sciava in compagna di
un'altra persona.