AOSTA. Tra il 2030 e il 2050 soltanto le località
oltre 1600 o, più probabilmente, 2000 metri avranno abbastanza neve per lo
sci. E il riscaldamento del pianeta renderà inutili e troppo costosi i
cannoni per la produzione artificiale. Uno studio sui cambiamenti climatici
in Valle d’Aosta lo ha messo nero su bianco: è inutile pensare allo
sfruttamento delle zone di alta montagna «restando fedeli a tutti i costi -
si legge - a un turismo invernale di tipo tradizionale». Meglio puntare sulla
riconversione verso attività alternative, come l’escursionismo,
l’equitazione, la cultura e l’agriturismo.
Lo studio è un giro d’orizzonte sulle conseguenze in
montagna della «febbre del pianeta» voluto dalla Regione e dalla Società
Meteorologica Subalpina, con il coordinamento di Luca Mercalli,
uno dei volti televisi (e non) più noti tra gli
studiosi che cercano di spiegare al grande pubblico il mondo che cambia. «Gli
impianti che ci sono possono essere utilizzati, sarebbe assurdo fare il
contrario - dice Mercalli - anche qualche cannone
in più può non essere un problema. Però stiamo attenti
quando si tratta di fare grandi scelte e notevoli investimenti su
nuovi comprensori».
I cannoni, spese a parte (da 3 a 5 euro per metro cubo),
non potranno essere la panacea di tutti i mali, anche perché ci vogliono
almeno quattro gradi sottozero e condizioni ideali di umidità per poter
sparare questa particolare materia prima. «Mi chiede se lo sci nelle Alpi è a
rischio? - dice Mercalli - Rispondo che non mi
piacciono le previsioni catastrofiche. Più che altro questo sport, che mi
piace moltissimo, dovrà cambiare». Mercalli esclude
che l’effetto serra possa trasformarsi nella tomba delle discese lungo pendii
innevati. «Una volta gli impianti di risalita erano un’attività blindata -
dice - ora non è più così. Dovremo però scordarci le
stagioni che cominciano a novembre e finiscono senza interruzioni il 25
aprile. La situazione potrà diventare simile all’Appennino, dove può cadere
un metro di neve, magari seguito in pochi giorni da un brusco innalzamento
delle temperature».
In Valle i chilometri di pista da discesa sono 850, un terzo serviti da cannoni da neve. Sfruttano acqua e
aria in pressione, consumando energia elettrica, con costi difficili da
sostenere. Per il futuro non bisogna perdere tempo, ma pensare già oggi a
valorizzare la montagna anche in estate. «Dobbiamo evitare - dice ancora Mercalli - di pensare che si tratta di un periodo meno
appetibile rispetto all’inverno». Secondo Mercalli,
il cambio di mentalità dovrà riguardare anche il singolo individuo che va in
montagna per sciare.
«Bisognerà imparare a cogliere l’attimo, come
avveniva fino agli Anni 60 - spiega - oggi ci sono troppe persone che fanno
su e giù sulle piste senza nemmeno rendersi conto di quello che hanno intorno,
solo per mostrare sci e scarponi ultimo modello». Ancora Mercalli:
«Tra l’altro la montagna ha grandi potenzialità anche se
c’è poca neve. Però dobbiamo pensarci ora. E’ come un’assicurazione, nessuno
si augura di avere un incidente, ma la paghiamo ugualmente. Bisogna farsi
venire idee nuove, spremersi le meningi».
La ricerca contiene anche una sezione dedicata al
dibattito sull’effetto serra, sul pensiero di scettici e «negazionisti»,
che pensano alla «febbre del pianeta» come a un abbaglio. «Per rispondere
basta vedere la bibliografia della nostra ricerca. - dice Mercalli
- Certo ci sarà sempre qualcuno che può dire il contrario, come chi afferma
che il fumo non fa male e aspira tranquillo dalla sigaretta. E’ vero che
nessuno ha la matematica certezza che il clima sta cambiando, ma solo perché
la scienza procede in questo modo, non è possibile esaminare un pianeta come
in un esperimento di laboratorio».
I cannoni
COME FUNZIONANO
I cannoni spruzzano in un grosso quantitativo di
aria piccole gocce d'acqua. La gran parte delle goccioline si raffredda e
gela formando dei cristalli di ghiaccio e delle goccioline congelate che
cadono come neve artificiale sul terreno
MENO 3
Questo processo è possibile solo con temperature al
di sotto dei -3°C,
in situazioni di umidità relativa al di sotto del 80% e con l'utilizzo di
acqua al di sotto dei 2°C.
I CONSUMI
Il consumo energetico per metro quadrato di pista
varia tra i 0.2 e i 2.8 kWh,
ovvero dai 2000 ai 27000 kWh per ettaro (in media
13000 kWh).
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