KATHMANDU,
Nepal -- Stavano riposando nelle loro tende di
campo 3 (
Duncan Williams (32 anni), Daniel Carlsson
(27 anni) e Mikael Forsberg
(41 anni) stavano ultimando la scalata dell'ambito picco nepalese con tre
sherpa: Tashi Dorje Sherpa,
Danurbu Sherpa e Mingmu
Nuru Sherpa. Mancava poco al raggiungimento
dell'obiettivo: il tentativo di vetta sarebbe probabilmente stato questione di
ore, al massimo di giorni.
Ma non hanno
potuto completare il loro progetto. Una immensa
valanga si è abbattuta sul loro campo più alto, sorprendendoli intorno a
mezzanotte e trascinandoli con sè sui ripidi pendii
della montagna.
Il ministro del
turismo nepalese, Lok Bahadur
Khatri, ha subito inviato un elicottero a battere
l'area per trovare gli alpinisti, ma sinora i piloti avrebbero avvistato solo
alcune tracce di vestiti.
Nel frattempo,
proseguono senza sosta le ricerche dei quattro alpinisti francesi dispersi da
due settimane nella zona del Paldor Peak (
L'Ama Dablam (nella foto)
si trova nell'alta valle del Khumbu, vicino a monte
Everest (
KATHMANDU,
Nepal -- "Si trovava all'ombra di un
minaccioso ed immenso seracco pensile. E' questo che ha provocato la tragica
valanga di lunedì notte". Con queste scioccanti parole l'alpinista polacco
Artur Hajzer, giunto in
vetta alla montagna nepalese all'inizio di novembre, ha commentato la valanga
che ha travolto sei alpinisti sull'Ama Dablam.
L'immagine nel riquadro ritrae l'ultimo tratto della via normale di salita
all'Ama Dablam. E' stata scattata lo scorso 27
ottobre da Maciej Kalwak,
compagno di spedizione di Artur Hajzer.
La freccia rossa indica il luogo in cui gli alpinisti travolti avrebbero piazzato il loro campo 3.
"Abbiamo
discusso animatamente più volte riguardo l'opportunità
di mettere le tende in quel posto - ha raccontato qualche ora fa Hajzer ad Explorersweb -. Io,
come molti altri mei compagni, pensavo fosse troppo
pericoloso. Ma alla fine ci siamo convinti che il seracco fosse stabile e che
le preoccupazioni erano esagerate. Visto che per tutta la stagione le tende
erano state montate lì e che ci avevano dormito molti esperti alpinisti".
La spedizione polacca, guidata da Krzysztof Wielickiha, ha raggiunto la vetta dell'Ama Dablam all'inizio di novembre. "Per tutto il tempo
della salita in vetta - continua Hajzer -, non
riuscivo a togliergli gli occhi di dosso: avevo visto dell'acqua colare da
sotto il seracco. E' un segnale di pericolo inconfondibile. Quelle tende avrebbero dovuto essere messe più in alto e più a destra,
anche solo di cento metri. Forse prima sì, ma questa stagione, quella posizione
non era più sicura".
La guida
australiana Duncan Chessell,
anch'essa intervistata da Explorersweb, è dello
stesso avviso. "Sono stato sulla montagna 4 volte e posso dire che senza
dubbio campo 3 era sovraffollato e installato troppo sotto il seracco".
"Molti
hanno criticato il governo nepalese per aver dato troppi permessi di salita
all'Ama Dablam - continua Chessell -, ma d'altro canto
bisogna considerare che sono gli alpinisti a decidere dove installare le tende,
assumendosi le loro responsabilità".
Nel frattempo,
con poche speranze di ritrovarli vivi, proseguono le ricerce
dei sei alpinisti travolti dalla valanga (due svedesi, uno inglese, tre
sherpa). Gli elicotteri, sinora, hanno infatti trovato
solo alcuni brandelli di vestiti.