Valanghe:
L'11% del territorio e' a rischio, solo 8 persone coinvolte
AOSTA,
9 GEN - L'11% del territorio valdostano e' a rischio valanghe e nell'inverno
2005-2006 ne sono state rilevate 400 che hanno coinvolto otto persone. Non ci
sono state vittime. Emerge da uno studio dell' Associazione
interregionale di coordinamento e documentazione per i problemi inerenti alla
neve e alle valanghe (Aineva). In totale in Italia il
bilancio e' stato di 118 travolti(21 morti,31 feriti e
86 illesi). Piu' colpiti i praticanti dello sci
alpinismo (47%),di fuori pista(20%) e alpinisti(18%).
NELL' INVERNO
2005-2006 CIRCA 400 VALANGHE, NESSUNA VITTIMA
(NOTIZIARIO AMBIENTE, AGRICOLTURA, ENERGIE VALLE D' AOSTA)
AOSTA, 9 GEN -
L'11% del territorio valdostano è a rischio valanghe e nell'inverno 2005-2006
ne sono state rilevate poco meno di 400 che hanno coinvolto otto persone senza
però provocare vittime. E' quanto emerge da uno studio dell'Associazione
interregionale di coordinamento e documentazione per i problemi inerenti alla
neve e alle valanghe (Aineva) presieduta
dall'assessore al Territorio, Ambiente e Opere Pubbliche della Regione autonoma
Valle d'Aosta, Alberto Cerise.
In totale in Italia il bilancio è stato di 118 travolti, di cui 21 morti, 31
feriti e 86 illesi. In Europa, negli ultimi 30 anni, sono morte in media un
centinaio di persone a stagione, delle quali 20 su territorio italiano. Un
numero relativamente piccolo ma alto rispetto al numero delle vittime da
valanga: su 100 incidenti, infatti, per 56 persone l'esito è stato mortale,
contro i 3 su 100 degli incidenti stradali. Dai dati Aineva
emerge che nello stesso periodo, le categorie più colpite sono stati i
praticanti dello sci alpinismo (47%), dello sci fuori pista (20%), e
dell'alpinismo (18%). Uno studio svolto dai ricercatori Hermann Brugger, presidente della
Commissione internazionale di medicina d'urgenza in montagna e Markus Falk, biostatistico,
per conto dell'Associazione e che hanno preso in esame 700 casi evidenzia che
la vittima, se estratta nei primi 15 minuti dal seppellimento, ha il 90% di
probabilità di essere ancora in vita (i decessi in questo caso sono dirette
conseguenza di trauma); tra i 15' e i 45' interviene la fase dell'asfissia e la
percentuale si abbassa al 25%; dopo circa 90', si verificano i primi decessi
per ipotermia. Fondamentale la profondità di seppellimento che è in
stretta relazione con la velocità di intervento dei soccorsi: 10 minuti per
disseppellire una persona che si trova sotto i primi 50cm
di neve, 2 ore dopo il metro.
L'Aineva, ribadisce l'importanza dell'autosoccorso e
dell'adozione e capacità di utilizzo da parte di tutti i componenti del gruppo
di attrezzature quali: Arva (Apparecchi di ricerca in
valanga), sonda, pala, Abs (airbag
per il galleggiamento durante il travolgimento) e Avalung
(filtro con boccaglio per favorire la respirazione e posticipare fino a 50
minuti la fase dell'asfissia). "Per chi decide di affrontare la montagna -
ribadisce Alberto Cerise - è fondamentale, inoltre,
conformarsi alle indicazioni della protezione civile, consultare il bollettino nivometeorologico, non avventurarsi soli; lasciare
indicazioni precise sul percorso che si intende seguire e l'ora prevista per il
rientro". (ANSA).