Il tragico incidente sul versante
francese delle Alpi
Monte Bianco, valanga su alpinisti: un
morto
Un gruppo di escursionisti svizzeri è stato colpito dal distacco della
neve. Ci sono anche un disperso e due feriti, uno è grave
Pesante bilancio per questa domenica
al Monte Bianco, dove una valanga ha travolto un gruppo di 7 alpinisti
impegnati nell'ascensione al Mont Blanc du Tacul: uno di loro è morto, un altro
disperso, due sono rimasti feriti; indenni gli altri alpinisti presenti sulla
via. La valanga ha travolto il gruppo a un'altitudine di circa 4100 metri. La
cordata colpita dal distacco di neve, avvenuto verso le 9 del mattino, era
composta da svizzeri. Un'altra cordata di alpinisti italiani invece si è
salvata, come ha confermato un portavoce del soccorso alpino francese. Uno dei
due feriti versa in gravi condizioni ed è stato trasportato in elicottero verso
l’ospedale di Sallanches.
Il gruppo si trovava
in Alta Savoia a 4100 metri di altitudine. Salvi altri quattro alpinisti
Interrotte a causa del maltempo le ricerche dell'alpinista scomparso
Valanga sul Monte Bianco, colpita una cordata
Un morto, un ferito grave e un disperso
Due italiani coinvolti
non hanno riportato danni. Sono già stati riportati a valle
AOSTA - Un morto, una persona gravemente ferita e un disperso. E' questo il tragico
bilancio della valanga che questa mattina intorno alle ore nove ha colpito
una cordata di sette alpinisti francesi, svizzeri ed italiani.
Il gruppo si trovava in Alta Savoia a oltre i quattromila metri di altitudine
sul Mont Blanc du Tacul, una vetta del massiccio del Monte Bianco. I rimanenti
quattro compenti della cordata sono rimasti illesi.
Il ferito è stato trasportato in elicottero all'ospedale di Sallanches dove
è stato ricoverato nel reparto di rianimazione.
Ad occuparsi dell'accaduto sono le autorità francesi. Secondo quanto riferito
dalla Gendarmerie d'Haute Montagne di Chamoix, nell'incidente sono stati coinvolti
anche due alpinisti italiani che sono usciti indenni. I due sono già stati
trasaportati a valle.
Per colpa delle cattive condizioni meteorologiche sono state interrotte nel
pomeriggio le ricerche dell'alpinista disperso che è di nazionalità svizzera.
L'alpinista deceduto è invece di nazionalità francese.
Valanga sul Bianco: era prevedibile?
Attualità Inserito da montagnatv il Mar, 2007-06-19 10:07
LUGANO, Svizzera -- "Avevamo sconsigliato di partire, la montagna non
era in condizioni". L'Ufficio Haute-Montagne di Chamonix prende le distanze
dalla tragica valanga che ieri ha travolto una cordata elvetica sulle pendici
del Monte Bianco di Tacul, uccidendo uno degli alpinisti e facendo precipitare
in un crepaccio la guida alpina, di cui non si è ancora trovata traccia.
"Venerdì aveva nevicato molto, sopra i 3000 metri - ha detto la
responsabile dell'Ufficio alla Ticinonline -, e sabato era salito il vento
da sud ovest. Si erano formate delle placche molto
pericolose e salire in quota in queste condizioni era sconsigliato".
Secondo quanto riportato dal quotidiano svizzero, anche il rifugista del Cosmiques
li avrebbe sconsigliati di salire nonostante la bella mattinata, perchè
il pericolo valanghe era valutato di grado 4 su 5.
Ma la cordata, partita dal rifugio Torino sul versante italiano, avrebbe proseguito
lo stesso, andando incontro alla valanga che l'ha investita domenica mattina
intorno alle 9, a circa 4.000 metri di quota.
Uno degli alpinisti è morto sul colpo, travolto e seppellito dai lastroni
in corsa. Ieri si era parlato di una donna di 40 anni, invece si trattava
di Luca Fiscalini, originario di Borgnone, nel Locarnese. L'identificazione
ufficiale delle autorità è arrivata solo oggi.
La moglie di Fiscalini, Annik, è stata estratta viva, ma in gravi condizioni,
dalla neve dove era rimasta semi sepolta per oltre un'ora. Non sarebbe comunque
in pericolo di vita. Illesa invece Mirella Mazzantini, il quarto componente
della cordata.
La guida alpina della cordata, Nicola Balestra, è invece dispersa da
domenica e le speranze di ritrovarlo vivo sarebbero ormai ridotte a un debole
lumicino. Il Balestra, infatti, sarebbe finito in un crepaccio che poi è
stato coperto da quasi dieci metri di neve.
Domenica le squadre di soccorso hanno lavorato per ore nel tentativo di perforare
i lastroni che tappavano il crepaccio, ma hanno dovuto interrompere a causa
del maltempo quando erano arrivati a circa cinque metri di profondità.
Il maltempo ieri avrebbe impedito al soccorso alpino di Chamonix di riprendere
a cercare la guida svizzera, e avrebbe portato una nuova - e spessa - coltre
di neve sul luogo della valanga, rendendo sempre più difficili le operazioni
di recupero.
Secondo quanto riferito dal comandande del soccorso di Chamonix al quotidiano
La Regione Ticino, la ripresa delle ricerche sarebbe improbabile anche oggi.
Il maltempo prosegue e i nuovi depositi di neve si sono compattati in lastroni
pericolanti che minacciano di causare nuove valanghe.
M.Bianco: altra valanga, tragedia
sfiorata
Cronaca Inserito da montagnatv il Lun, 2007-06-18 13:23
LA THUILE, Francia -- E' stato un weekend di paura, sulle pendici francesi
del Monte Bianco. Oltre alla valanga che ha travolto la cordata svizzera sul
Tacul, si è verificata una slavina sul Col de l'Invernet, a 3.230 metri
di quota, che ha sfiorato quattro scialpinisti.
La neve si è staccata dal Ruitor intorno alle 10.30, circa un'ora dopo
quella del Tacul. Un gruppo di quattro scialpinisti, di cui non è stata
resa nota la nazionalità, si trovavano proprio sulla direttrice della
slavina.
Fortunatamente sono stati travolti solo parzialmente, sono riusciti a liberarsi
da soli e ad allertare le autorità italiane e francesi con il cellulare.
Ad intervenire, visto che si trattava di territorio francese, sono stati gli
uomini della Compagnie republicaine de securité di Modane.
Il Colle de l'Invernet separa la vallata di La Thuile e quella di Bourg Saint
Maurice, in Alta Savoia.
Per Nicola Balestra ancora un lungo silenzio
Sospese per il maltempo le operazioni di recupero della guida alpina locarnese.
Da Chamonix – Solo un miglioramento delle condizioni meteorologiche
consentirà la ripresa delle ricerche di Nicola Balestra, ancora
seppellito dalla neve sul versante nord del Mont Blanc du Tacul. Ed è
improbabile che ciò possa avvenire oggi, ha avvertito il capitano
Regis Lavergne, comandante del soccorso alpino della Gendarmeria di Chamonix
(Pghm).
Esclusa ormai la possibilità di recuperare in vita la guida alpina
ticinese, i soccorritori devono aspettare che le condizioni della montagna
consentano di operare in sicurezza. Ma le precipitazioni della notte
su lunedì e delle ultime ore hanno di nuovo caricato il versante
di neve a lastroni che potrebbero staccarsi da un momento all’altro.
Così è avvenuto infatti anche con la valanga che ha travolto
domenica una cordata italiana, uscita illesa, e quella dei quattro alpinisti
ticinesi, condotta da Balestra. Di primo mattino, la guida con Annik e Luca
Fiscalini, e Mirella Mozzettini ha lasciato il Rifugio Torino, sul versante
italiano del Monte Bianco, per salire il Mont Blanc du Tacul ( un “ satellite”
del Bianco, di oltre 4’ 200 metri) lungo la via normale.
La lontananza del Rifugio Torino potrebbe anche spiegare perché
a quell’ora la cordata stava ancora salendo (gli alpinisti che partono
dal più vicino Refuge des Cosmiques hanno solitamente già superato
quel tratto).
Alle nove la valanga. Lo strato di neve ancora instabile dovuto
alle precipitazioni più recenti (il grado di pericolo era 4 su
una scala di 5) si è staccato sfiorando la cordata italiana e investito
in pieno la comitiva dei ticinesi. I quattro alpinisti sono stati spinti in
un crepaccio dalla massa di neve divenuta compatta sotto il proprio
peso.
Marinella Mozzettini è rimasta illesa. Annik Fiscalini è
stata estratta dai soccorritori dai molti metri di neve che l’avevano
sommersa dopo un’ora e mezza di ricerca. « Un vero miracolo – ha
commentato il capitano Lavergne – dovuto al fatto che una sacca d’aria
davanti al volto le ha consentito di non morire soffocata ». Per
suo marito Luca, invece, la morte sembra essere stata pressoché istantanea.
Nicola Balestra è rimasto sepolto nel crepaccio da almeno dieci
metri di neve.
I soccorritori, allertati immediatamente, sono intervenuti con nove gendarmi
del Plotone d’Alta Montagna, due medici e due elicotteri. Messi in salvo i
superstiti, e recuperato il corpo di Luca Fiscalini, i gendarmi hanno lavorato
tutto il giorno scavando, anche con un perforatore meccanico, per raggiungere
Nicola Balestra. « Abbiamo scavato fino a una profondità di cinque
metri estraendo diversi metri cubi di neve – ha spiegato Lavergne – finché
il maltempo ci ha costretti a interrompere l’operazione ». Ma la
notizia più scoraggiante è che la neve caduta nella notte
successiva ha praticamente azzerato il lavoro svolto domenica. Ieri le
squadre non si sono mosse. Il forte vento in quota e la pericolosità
del pendio non hanno permesso di riprendere il lavoro. « È triste
dover dire che le operazioni di recupero potrebbero rimanere sospese
per diversi giorni, fino a che una finestra di bel tempo sufficientemente
lunga consentirà il consolidamento del manto nevoso ». Il
fatto è che il ghiacciaio è in continuo movimento
e la morfologia stessa del crepaccio muta di giorno in giorno, e potrebbe
rendere impossibile il recupero della salma.
La via normale di salita al Mont Blanc du Tacul ( spesso utilizzata per la
salita alla cima maggiore del massiccio) non è tecnicamente difficile,
ma è comunque insidiosa in ogni stagione attraversata com’è
da larghi crepacci e sempre esposta a distacco di lastroni di neve e
al crollo di seracchi. Lo scorso crollo di seracchi. Lo scorso anno una valanga
di neve fresca analoga a quella che ha travolto la cordata ticinese,
uccise due alpinisti a metà agosto.
« Questo è il Monte Bianco – ha ricordato Lavergne – un massiccio
che in media vede morire cinquanta alpinisti e sul quale siamo chiamati
per mille interventi di soccorso all’anno ». Una montagna che attrae
esperti e incauti. Nelle stesse ore in cui si consumava il dramma degli
alpinisti ticinesi, un alpinista solitario si è perso proprio
sulla cima del Monte Bianco, e solo l’esperienza e la perizia dei gendarmi
l’hanno guidato fino alla capanna Vallot, il bivacco a 500 metri dalla cima,
in cui ha potuto ripararsi. Balestra, al contrario, non era affatto uno sprovveduto.
« Possiamo parlare di un margine d’errore nel quale tutti, anche
i più esperti, ci muoviamo »,
ha concluso Lavergne. In alto le nubi hanno ricoperto il Bianco, amato
e dannato.
Le previsioni per oggi non sono favorevoli. Per Nicola Balestra ancora un
lungo silenzio bianco.
E.F.
MONTE BIANCO - La guida alpina di Minusio, Nicola Balestra è ancora
dispersa. I soccorritori del Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne (PGHM)
hanno ripreso stamattina le ricerche. Come comunicato dal PGHM i soccorritori
sono stati impegnati sul luogo per quattro ore. Ciò ha permesso di
scavare abbastanza nella neve, tanto da recuperare il livello raggiunto domenica,
prima che la neve ricoprisse di nuovo il crepaccio.
Purtroppo gli sforzi sono stati vani perché, la guida non è stata trovata. I soccorritori hanno dovuto interrompere ancora una volta le ricerche a causa delle condizioni meteo e non possono ancora stabilire se domani mattina potranno recarsi sulla zona. Questa decisione sarà presa nel corso della serata o magari domani mattina.
Sono sempre le condizioni meteorologiche a condizionare i lavori dei soccorritori,
infatti anche per domani non è previsto tempo sereno. Inoltre, in quota
nevica in continuazione e per di più il vento riporta la neve nel crepaccio
dove si trova Nicola Balestra ricoprendolo e vanificando in parte gli sforzi
degli uomini del PGHM.