Monte Bianco: sciatore lituano disperso sul versante
francese
13 Gennaio 2008,
19:33
CHAMONIX
(Francia) - Le squadre di soccorso stanno cercando uno sciatore lituano di 26
anni, disperso da venerdì sul versante francese del Monte Bianco. L'uomo era
partito per un'escursione di scialpinismo sulla Valle Blanche con un
equipaggiamento inadatto, da solo e senza conoscere il luogo. ''Crediamo sia
finito in uno dei numerosi crepacci che si aprono fra i 2.500 e i 3.800 metri
d'altitudinè', ha detto il capitano della gendarmeria Bozon. (Agr)
La tragedia
con il bilancio più pesante di vittime nel bresciano. Un intero gruppo di
persone in motoslitta è stato spazzato via sopra il passo del Maniva, in
località Dosso dei Galli, a più di duemila metri di altezza. La neve ha
travolto undici persone in motoslitta, quattro sono morte e sette sono rimaste
ferite, di cui una grave ricoverata in rianimazione.
«La zona dove si è staccata la slavina è lontana un paio di chilometri dal
comprensorio sciistico e dalle piste - spiega Pierfranco Tanghetti, direttore
della scuola di sci Tre Valli Collio, sul monte Maniva - Si tratta di
escursionisti privati, che con la scuola di sci non avevano alcun legame. Erano
fuori pista, in aperta montagna e qui nei giorni scorsi ci sono state forti
nevicate. Con la neve pesante, il rischio di slavine aumenta, senza contare che
le condizioni atmosferiche non sono delle migliori. Oggi (ieri ndr) in zona
c'era molta nebbia, ha piovuto molto e in quota nevica».
Sempre ieri uno sciatore ha perso la vita in tarda mattinata dopo essere stato
travolto da una slavina che lo ha schiacciato contro un albero in Val di Sole,
ad oltre 2 mila metri di quota, nel complesso di Marilleva nel Trentino. La
vittima è Angelo Sverzellati, 57 anni originario di Piacenza. L'uomo è stato
raggiunto dal Soccorso Alpino ma è morto sul colpo. La tragedia è avvenuta poco
dopo mezzogiorno; il 57 enne in compagnia di un amico ha affrontato il fuori pista
sulla pista del «Dos dela pesa». Sembra che i due sciatori con i loro
spostamenti abbiano provocato una valanga che ha trascinato verso valle uno dei
due facendogli sbattere la testa contro un larice.
Un'altra valanga ha travolto una ragazza in Val Senales, in Alto Adige. La
sciatrice se l'è cavata con un forte choc, per cui è stata portata in
elicottero all'ospedale di Merano. Altre valanghe sono cadute in Val dei
Mocheni, vicino a Trento, e in Val Gardena.Per fortuna nessuno sciatore è
rimasto coinvolto.
Sul versante francese del Monte Bianco, da venerdì si cerca, invece, un lituano
di 26 anni, partito per un'escursione di scialpinismo sulla Vallè Blanche con
un'equipaggiamento inadatto e disperso. È andata meglio a un 51 enne scivolato
in un dirupo mentre stava facendo un'escursione con altri tre amici, ieri
pomeriggio a Marradi (Firenze), e per recuperarlo è stato necessario
l'intervento dell'elicottero dei vigili del fuoco.
Si ripropone drammaticamente il
problema della sicurezza in montagna
Sei morti in due giorni, allarme sulle
piste
Il coordinatore
del Soccorso alpino: troppa improvvisazione e imprudenza
Motoslitte sulla neve, neve fresca, quasi 70 centimetri, e pesante, con
temperature tutt'altro che basse e un rischio valanghe che il bollettino Aineva
(l'associazione delle regioni alpine) segnala di quarto grado, rosso, ossia
forte. Dopo le due vittime in Valtellina, quattro morti sul Maniva, al Dosso
dei Galli — dove ieri sera la neve ha ricominciato a scendere — ed altri sette
della comitiva più o meno feriti, contusi. È ancora il tema della sicurezza in
montagna, che si pone da sempre — e proprio per questo 53 anni fa nacque il
Corpo nazionale del Soccorso alpino — ma che oggi assume nuovi aspetti, come
nuove sono le mode e i modi dell'escursionismo, dell'alpinismo, del godersi la
neve e la montagna d'inverno. C'erano una volta il vecchio skilift che risaliva
a fianco della pista e gli sci lunghi-lunghi, oggi ci sono velocissime
telecabine, motoslitte, snowboard, il gusto dell'arrampicata sulle cascate
ghiacciate e quello, meno avventuroso, di andare a spasso con le racchette — le
ciaspole —o gli sci da fondo-escursionismo.
Ogni anno, sulle Alpi, muoiono circa
350 persone: oltre 120 sono quelle travolte da valanghe. Un
pericolo di cui sono forse più consapevoli gli amanti dello scialpinismo
(eppure anche fra loro, appena il 60% usa l'Arva, l'apparecchio
ricetrasmittente che consente di essere trovati ed, eventualmente, di cercare
eventuali dispersi), ma che sembra troppo poco presente, per esempio, a chi
scia poco lontano da una pista battuta — e pazienza se è vietato — sentendosi
solo per ciò al sicuro. O chi va a spasso con la motoslitta: mezzo, questo,
molto discusso anche dal punto di vista ambientale e il cui uso è per nulla
regolamentato sebbene siano almeno 40 mila i motori che rombano in quota.
«Troppo spesso succede che l'escursione non venga pianificata come buonsenso
comanda», dice Alessandro Sterpini, nuovo presidente della Commissione tecnica
del Cai che, attraverso il Servizio valanghe (www.cai-svi.it) offre
informazioni, ma anche corsi di formazione e addestramento.
Proprio per questo, domenica
prossima torna sulle montagne lombarde l'appuntamento con «Sicuri
sulla neve» : «È fondamentale l'osservazione dei bollettini, quelli relativi
alla neve, non i semplici bollettini meteo», sottolinea Elio Guastalli, che
coordina l'iniziativa per conto del Cnsas. Poi? «Soprattutto la mentalità.
Rendersi conto che il pericolo di provocare valanghe esiste, eccome, anche se a
bordo di una motoslitta o camminando con le ciaspole sembra remoto. Ed è alto
anche se si arrampica sulle cascate ghiacciate». Domenica, l'appuntamento è ai
Piani di Bobbio, al Tonale (slittinovie Carezze), a San Simone in Valbrembana,
a Chiesa in Valmalenco (Impianti Palù): per parlare di autosoccorso, di
strumenti (dall'Arva alla pala e alla sonda), soprattutto di prevenzione: entro
15 minuti il 95% delle persone travolte da una valanga viene salvato; entro
mezz'ora si scende al 30%.
Laura Guardini