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Mentre il Pakistan vota in elezioni
insanguinate e per le strade di Kabul e nelle montagne e nei villaggi di fango
dell’Afghanistan i Talebani avanzano e colpiscono sempre più duramente anche i
nostri soldati, sta passando praticamente inosservata una vera e propria strage
lontana dagli occhi degli eserciti occidentali che da anni occupano il Paese
con l’obiettivo dichiarato di portare sicurezza, progresso e pace.
Secondo Noor Padshah Kohistani, portavoce del dipartimento per la gestione
della catastrofi dell’Afghanista, l’inverno più rigido da molti decenni a
questa parte, accompagnato da forti tempeste di neve, ha già ucciso almeno 926
persone da dicembre ad oggi. 129 afghani sono morti di freddo solo negli ultimi
5 giorni, ma la situazione potrebbe essere molto peggiore: centinaia di
località sono isolate e molte strade bloccate dalle valanghe alle quali si
aggiunge l’onnipresente guerriglia islamica. Il freddo ha fatto strage anche di
315.000 capi di bestiame.
La situazione è critica in 17 delle 34 province afghane e quella di Herat ha il
triste record di morti di freddo. Secondo la televisione locale, gli ospedali
sono affollati di persone che soffrono di congelamento e i medici, privi quasi
sempre di medicinali e strumenti appropriati, sono costretti a ricorrere
all’amputazione degli arti per evitare la cancrena.
L’ondata di freddo sembra eccezionale anche per un Paese montagnoso ed abituato
alla neve, agli stenti ed alle guerre interminabili come l’Afghanistan. La
coltre gelata svela una situazione disastrosa, con infrastrutture non
ricostruite, la sanità e l’economia a pezzi come e forse peggio che all’epoca
dei Talebani, e una realtà che, poco fuori Kabul, diventa nuovamente medioevo
tribale e disperazione che dimostra l’impotenza della Nato e degli americani a
ricostruire un Paese devastato e che, oggettivamente, fa il gioco della
guerriglia talebana, che ormai controlla metà dell’Afghanistan, e di Al Qaeda
che lavora alacremente dalle zone tribali del Pakistan alla destabilizzazione
completa dell’area.
ATENE SOTTO
LA NEVE, ACROPOLI IMBIANCATA |
ATENE - L'Acropoli di Atene come tutto
il resto della capitale greca è sotto uno strato di neve di circa 15
centimetri dopo una forte nevicata che è durata tutta la notte. Come
riferiscono radio e televisioni, la circolazione nel centro della città è
difficile ma lo è ancora di più nei quartieri settentrionali dove la neve è caduta
più abbondante e i veicoli possono circolare solo con le catene. La
Protezione civile raccomanda di restare nelle case e di uscire solo in casi
di necessità e di usare la massima prudenza alla guida a causa della
possibilità che si formino lastre di ghiaccio sull'asfalto a causa della
bassa temperatura. |
Afghanistan: neve e gelo,1000 morti
Morti 130 mila capi di bestiame, centinaia case distrutte
(ANSA) - KABUL, 16 FEB - Circa un migliaio di persone sono morte a causa
delle tempeste di neve e delle basse temperature in Afghanistan. E' stato uno
degli inverni piu' rigidi che hanno colpito il paese negli ultimi decenni. Lo
ha annunciato il dipartimento afgano per le situazioni d'urgenza. Le condizioni
climatiche hanno anche causato la morte di 130 mila capi di bestiame e
centinaia di abitazioni, costruite in paglia e fango, sono state distrutte o
danneggiate sotto il peso della neve.
Neve e ghiaccio paralizzano Grecia e
Turchia lunedì, 18 febbraio 2008 12.22 |
di Karolos Grohmann
ATENE (Reuters) - Forti nevicate e
temperature gelide hanno oggi costretto la chiusura di scuole e paralizzato il
traffico aereo e su strada in Grecia e in Turchia.
Dopo due giorni di nevicate ininterrotte,
Atene e la sua Acropoli si trovano oggi ricoperte da una spessa coltre di neve,
mentre le periferie sono rimaste isolate per il troppo ghiaccio sulle strade,
come anche molti villaggi a Creta, nell'sola di Evia e nella parte centrale
della Paese.
Gli sforzi fatti dai funzionari
dell'Aeroporto Internazionale di Atene perché restasse attivo, non hanno
evitato i disagi: dalla mezzanotte di oggi solo tre voli hanno potuto
atterrare, un unico aereo è decollato e decine di voli verranno probabilmente
cancellati nella corso della giornata di oggi.
Molti negozi e uffici resteranno chiusi,
mentre le strade sono popolate da pedoni che non hanno potuto usare l'auto
senza le catene antineve.
In Turchia, dove la neve e le temperature
sotto lo zero hanno determinato la chiusura di scuole e università in quasi
tutto il Paese, lo Stretto di Istanbul è rimasto chiuso al traffico navale in
direzione Nord-Sud già dalla mattina di domenica, ha riferito la Guardia
Costiera. Lo Stretto è l'unica via navigabile tra i porti del Mar Nero e
l'Egeo.
"Come la Siberia", recita un
titolo del quotidiano turco Takwin che sovrasta le foto di pedoni imbacuccati e
infreddoliti e di aerei fermi all'aereoporto di Istanbul.
Centinaia di automobilisti sono rimasti
bloccati in varie parti del Paese per la chiusura di alcune strade principali.
Anche qui, alcuni centri sono rimasti isolati mentre due persone sono morte per
il freddo tra ieri e oggi.
La capitale Ankara è stata teatro di 355
incidenti stradali nelle ultime 24 ore, con un bilancio di circa 30 feriti,
secondo quanto detto dall'emittente privata NTV, mentre si stima che a
Istanbul, la più grande città turca, il maltempo abbia causato più di 500
incidenti.
Si stima che le temperature ad Ankara
resteranno sotto lo zero fino a mercoledì; sulle alture della Turchia
orientale, le temperature notturne hanno sfiorato i 20 gradi C sotto lo zero,
mentre la neve è caduta anche nella generalmente mitigata zona costiera sul
Mediterraneo.