Marco Confortola
atteso oggi al campo base
L'alpinista valtellinese sta scendendo dal K2 dopo la valanga che ha
colpito la sua spedizione.
Marco Confortola
Marco Confortola sta scendendo dal K2 verso il campo base a 5.100 metri.
Confermato il tragico bilancio della valanga che nei giorni scorsi ha provocato
9 morti e quattro dispersi. Si tratta in ogni caso del peggiore incidente sul
K2 da quando il 31 luglio del 1954 la vetta raggiunta per la prima volta dagli
italiani Achille Compagnoni e Lino Lacedelli.
Per lunedì è previsto
l'arrivo al campo base di Confortola, che ha detto via radio. «Sto bene e sto
cercando di scendere velocemente».
SPECIALE K2; la lenta e difficile discesa
per Marco Confortola
È
la più grande tragedia del k2, la più grande tragedia himalaiana.. 9 morti e 4
dispersi per i quali le speranze di ritrovarli ancora in vita sono quasi nulle.
Sono due gli episodi chiave che hanno portato a questa terribile catena di
morti. A oltre 8.000 metri di quota non c'è stato solo il crollo di un grande
seracco, che ha inghiottito le corde fisse rendendo estremamente difficile e
rischiosa la via del ritorno agli alpinisti che venerdì nel pomeriggio avevano
conquistato la vetta, ma anche una valanga successiva che ha aggiunto dramma al
dramma. Ce l'avevano fatta a passare la notte a 8.300 metri di altitudine ma
una valanga, alle 8 del mattino di sabato mentre bivaccano intrappolati fra la
vetta e il terribile passaggio del cosiddetto “Collo di Bottiglia”, ha sepolto
7 alpinisti.
“Stavamo
tutti nei pressi del traverso valutando come affrontare il terribile passaggio
dove, come al “Collo di Bottiglia” mancavano le corde -raccontano due coreani
scampati alla valanga- poi il boato e la valanga, proprio sopra il bivacco. Si
è portata via sette di noi.”
Solo
per miracolo si è salvato Marco Confortola. Per sua fortuna si trovava a una
quindicina di metri più a sinistra dal punto dove si è staccata la valanga,
all'estremità del traverso. Con lui il capo spedizione olandese Wilco Van
Rooijen.
Da
qui in poi è iniziata, per Marco Confortola e un altro gruppo si alpinisti, la
lenta e difficile discesa prima verso Campo 4 (7500 metri di quota) poi verso
Campo 3 (6750 metri) dove hanno passato la notte. Questa mattina è ripresa la
discesa per raggiungere i 6100 metri di Campo 2.
AOSTA. L’alpinista italiano Marco
Confortola, scampato alla valanga sul K2 che venerdì mattina ha provocato
la morte di undici persone, tra alpinisti e sherba, è arrivato nel pomeriggio
al campo 1 del K2, a 6.100 metri di quota.
Lassù trascorrerà la notte nelle tende della spedizione italiana e domani
mattina scenderà a valle. Confortola è sofferente, ha un principio di
congelamento alle braccia e alle gambe ma non ha mai voluto mollare. Gli
elicotteri pachistani lo prenderanno a bordo per trasferirlo all’ospedale di
Islamabad. Agostino Da Polenza,
presidente del comitato Everest-Kc-Cnr, che dall’Italia sta coordinando
l’emergenza, come avvenuto per il recupero degli alpinisti Nones e Kehrer sul Nanga
Parbat (dove morì Karl Unterkircher lo
scorso 16 luglio), ha riferito che finora gli elicotteri hanno recuperato uno
scalatore olandese e uno statunitense. A buon punto anche il gruppo di coreani,
gli stessi che hanno riferito che è stata una valanga a spazzare via di un
colpo gli alpinisti trecento metri sotto la vetta della montagna venerdì
mattina. Il K2 è la seconda vetta più alta del mondo (8.611 metri) dopo l’Everest, si trova
nel gruppo del Karakorum, al confine tra la Cina e il Kashmir controllato dal
Pakistan. La cima fu conquistata per la prima volta da una spedizione italiana
il 31 luglio 1954. Una vetta che è già stata teatro di tragedie. Nel 1986
morirono tredici alpinisti che volevano raggiungere la vetta.