VALANGA SU BIANCO, SALVI I 2 ITALIANI DATI PER
DISPERSI |
CHAMONIX (FRANCIA) - Sono stati
rintracciati e sono rientrati incolumi nelle loro abitazioni i due alpinisti
italiani inizialmente dati per dispersi dalla gendarmeria di Chamonix. Lo ha
riferito l'addetta stampa della gendarmeria, precisando che i due italiani,
di cui non e' stata resa nota la provenienza, contrariamente a quanto
riferito in precedenza non sono stati coinvolti dalla valanga. Al momento
risultano ancora 8 dispersi, di cui cinque austriaci e tre svizzeri. |
VALANGA SU MONTE
BIANCO: ANCORA 8 DISPERSI, SALVI GLI ITALIANI |
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(ASCA-AFP) - Annecy, 24 ago - Tragedia sul Monte Bianco dove una valanga
ha travolto un gruppo di alpinisti. Fra di loro c'erano anche alcuni italiani
che si sono tuttavia salvati. |
Valanga sul Bianco, molti dispersi
Recuperati otto alpinisti
Paurosa valanga sul
versante francese del Monte Bianco. Otto alpinisti, italiani e
francesi, travolti dalla neve sono stati recuperati in buone condizioni.
Uno è ferito. Secondo i soccorritori che riferiscono i dati della Gendarmeria,
tuttavia, vi sarebbero ancora 8 dispersi. Salvi due italiani che erano stati
inclusi nel conto. Quando la valanga si è staccata dal Mont Blanc du Tacul,
il gruppo si trovava sulla via normale a 3.600 metri .
19.52 - C'è qualcuno sotto la neve
L'apparecchio Arva (il sistema di localizzazione antivalanga) ha
segnalato la presenza di qualcuno sotto la neve, ma le operazioni di soccorso
sono state sospese a causa del pericolo di caduta di altri seracchi. E'
probabile che domani la zona venga bonificata per far crollare i seracchi e poi
con le sonde e le unità cinofile ricomincerà la ricerca dei dispersi.
17.55 - Italiani dimessi dall'ospedale
Tutti e quattro (e non due come comunicato dalla gendarmeria in un primo
momento) gli alpinisti italiani coinvolti nella valanga sul versante
francese del Monte Bianco sono stati dimessi dall'ospedale di Chamonix.
16.20 - Salvi i due italiani dati per dispersi
Sono stati rintracciati e sono rientrati incolumi nelle loro abitazioni i due
alpinisti italiani inizialmente dati per dispersi dalla gendarmeria di Chamonix
sul versante francese del Monte Bianco. Lo ha riferito un portavoce della
gendarmeria, precisando che i due italiani, di cui non è stata resa nota la
provenienza, non sono stati coinvolti dalla valanga. Al momento risultano otto
dispersi, di cui cinque austriaci e tre svizzeri.
12.15 - Non ci sono speranze per i 10
dispersi, due sono italiani
Non ci sarebbero più speranze per i 10 dispersi, tra cui due italiani. Secondo
quanto apprende l'Agi i dieci sarebbero stati travolti e trascinati a valle
dalla massa di ghiaccio e neve per circa 1000 metri. Le ricerche sono sospese
per il pericolo di ulteriori valanghe.
12.00 - Dieci dispersi
I soccorritori hanno stabilito che i dispersi sono dieci.
11.55 - Ancora tra i 6 e i 10 alpinisti dispersi
Ci sarebbero ancora diversi alpinisti, tra 6 e 10, sotto la valanga caduta
sul Mont Blanc du Tacul, da cui sono state già recuperate 8 persone, di cui 7
ferite. E' la prima stima che sarebbe stata stilata dalla gendarmerie
francese. Intanto un escursionista francese è morto cadendo in un burrone
nell'Alta Val Chisone, nel comune di Usseaux (Torino). Il corpo è stato trovato
dai vigili del fuoco nel luogo in cui si era sprigionato un incendio.
10.32 - Recuperati due italiani
Due sono gli italiani, provenienti da Verbania e Lucca, di cui uno illeso e
uno ferito in maniera non grave. Lo ha riferito il capitano Daniel Peujò, vice
comandante del 'Peloton specialise' haute montagne' della gendarmeria di
Chamonix, precisando che i feriti sono stati trasportati negli ospedali di
Sallanches e di Chamonix, in alta Savoia. Sul posto stanno ancora operando una
quarantina di uomini (tra cui le guide del soccorso alpino valdostano e della
guardia di finanza di Courmayeur) alla ricerca di eventuali altre persone travolte
dalla valanga che si è staccata all'alba dal Mont Blanc du Tacul, a circa
3.600 metri di altitudine.
Marco Pelfini, Guida Alpina:
superstite della valanga sul Monte Bianco
La testimonianza del giovane alpinista scampato al
crollo del seracco costato la vita a 8 persone
Domenica,
24 Agosto 2008
Marco
Pelfini "Pelfo", giovane Guida Alpina di Verbania, era
partito poco dopo le ore 2 dal rifugio dei Cosmiques, a 3.613 metri
di quota, sul versante francese del Monte Bianco. La nottata era fresca
e serena, le condizioni ideali per salire la montagna. Ma intorno alle
3.15 una valanga di enormi dimensioni lo ha travolto insieme a suoi due
compagni di cordata.
"Stavamo
camminando alla luce delle lampade frontali, da poco più di un'ora avevamo
lasciato il rifugio. La notte era serena" racconta Marco
raggiunto telefonicamente nel pomeriggio di domenica 24 agosto "ma all'improvviso ho udito un boato e
subito ho pensato ad un crollo dall'alto. In un istante sono stato travolto da
una massa di neve e ghiaccio e ho cominciato a lottare, per cercare di rimanere
a galla in una sorta di mare che mi trascinava. "Mi salvo, mi
salvo, devo riuscire ad emergere dalla neve" ho continuato a ripetere. Poi
ad un tratto" prosegue Marco Pelfini "tutto si è fermato e facendomi
forza con la piccozza sono riuscito a uscire dalla neve. I mie
due compagni erano salvi. Sentivamo le urla di altre persone: le
abbiamo raggiunte e ne abbiamo estratte 4 vive dalla neve. Sembrava di
essere in un film thriller".
Marco
Pelfini se l'è cavata con una serie di contusioni, una ferita al naso e un
grande, grande spavento: la sua compagna di
cordata ha riportato una ferita alla testa. Contuso anche il terzo membro
della spedizione. "Mi
rendo conto di essere un miracolato" ha
sottolineato Marco "perchè sul Mont Blanc du Tacul, in quel tratto che
obbliga le cordate a fare uno slalom tra seracchi e crepacci, si è
staccato un castello di ghiaccio. Una massa enorme, grande quanto un condominio
di vari piani".
Il
bilancio della tragedia consumatasi nella notte sul Mont Blanc du Tacul,
lungo la via normale del versante francese, è di tre feriti e otto
dispersi. Tra di essi si contano cinque
austriaci e tre svizzeri.
L'intervento degli uomini del soccorso alpino francese è stato
immediato, ma nel corso della mattinata di domenica le ricerche hanno
subito una battuta d'arresto: la temperatura, in continua
ascesa, esponeva le squadre di ricerca al pericolo di nuovi crolli.
Impossibile mettere a repentaglio la vita di altre persone.
Le
possibilità di trovare altri uomini vivi, diverse ore dopo il tragico
evento, sono ormai nulle.
Il distacco verficatosi sul seracco sommitale del Monte Bianco è stato di
dimensioni considerevoli: un fatto non eccezionale, a detta degli
esperti, ma praticamente impossibile da prevedere. Esso
ha trascinato con sè, verso valle, una enorme massa di neve, generando una
valanga con un fronte vicino ai 200 metri.
Il
pensiero va alle vittime e ai feriti, ma anche alle centinaia di persone
scampate al pericolo: se la valanga fosse caduta poche ore
dopo, avrebbe travolto centinaia di alpinisti che abitualmente, a partire
dalle ore 8, con l'apertura della funivia, in queste belle giornate di
fine estate percorrono la via normale francese che sale sul Bianco.
Nessuna speranza per otto alpinisti travolti da una valanga sul Monte
Bianco: salvi quattro italiani |
Scritto da douze |
domenica 24 agosto 2008 |
All'alba della mattina di domenica 24
agosto, intorno alle 3.15, una valanga ha travolto un gruppo di alpinisti sul
Monte Bianco, a circa quattromila metri di quota, nel Mont Blanc du Tacul,
sulla via francese che porta alla cima del massiccio, provocando otto feriti,
quattro francesi ed altrettanti italiani che, nel frattempo, sono stati
tratti in salvo, ed otto dispersi, quattro tedeschi, una donna e tre uomini,
una guida alpina austriaca e tre svizzeri, una donna e due uomini, tra cui
una guida alpina. La valanga era formata da una placca
di neve di circa duecento metri di larghezza e di un metro e mezzo di
altezza, caduta a seguito dell'onda d'urto provocata dal crollo di un
seracco. Dopo aver ripreso i soccorsi, nella
giornata di lunedì 25, le operazioni sono state interrotte in quanto il luogo
in cui sono stati individuati i corpi tramite il rilevatore 'Arva' è
esposto a crolli ed è troppo pericoloso per l'attività dei soccorritori. La
zona verrà comunque controllata quotidianamente con l'elicottero e, se
qualche corpo riaffiorerà, verrà recuperato, altrimenti bisognerà aspettare
fino alla prossima primavera per operare in condizioni di relativa sicurezza.
I dispersi sono stati trascinati a valle per oltre mille e cinquecento metri,
fino al ghiacciaio dei Bossons, ed alcuni sono stati inghiottiti da crepacci
e successivamente coperti fino a trenta metri di neve e ghiaccio: «oggettivamente
le possibilità di trovare qualcuno vivo sono praticamente nulle -
specifica Adriano Favre, capo del 'Soccorso alpino' valdostano- fortunatamente
la valanga è caduta nelle prime ore del mattino, quando c'erano poche cordate
impegnate. Se fosse successo più tardi, con centinaia di persone impegnate
sulla parete, sarebbe stata una strage di ben più ampie dimensioni.
Sospendere le ricerche è stata una decisione giusta e doverosa che sarebbe
stata presa anche in Italia, sa fosse toccato a me avrei preso la stessa decisione,
perché mi sembra è lecito e doveroso non mettere a repentaglio vite umane per
andare a recuperare un cadavere». |
"La nostra apocalisse
nuotando nella neve"
Il terrore di soccorritori e sopravvissuti
DANIELE GENCO
CHAMONIX
Uno scenario da apocallise». Goulven Cuzon, uno dei soccorritori, lo dice e lo
ripete: «Un’apocalisse bianca». Nei locali della gendarmeria parla fissando il
pavimento. Nei suoi occhi c’è il film delle ore più spaventose di tutta la sua
vita. E non ha nessuna intenzione di farlo vedere agli altri.
C’è una giovane donna accanto a lui. Racconta: «Ho sentito il soffio della
morte che mi passava sopra la testa. Poi le gambe e il corpo di un ragazzo che
mi colpivano. Allora ho pensato che era finita. Non avrei più rivisto i miei
genitori e il mio ragazzo». Lei si chiama Martina Gelli, 36 anni, di Verbania,
apicoltrice con la passione della montagna. All’alba di ieri era sul pendio che
porta alla vetta del Mont Blanc du Tacul con altri cinque italiani tutti
scampati alla morte bianca. Ferita non in modo grave, un taglio profondo alla
testa, Martina spiega di non aver mai provato prima la sensazione di essere
abbracciata dalla morte così vicina.
«Quando tutto è passato - dice - è stato come ritornare a vivere una seconda
volta». Che cosa è successo sul quel mare di neve e ghiaccio tenta di spiegarlo
Alberto Zucchetti, 42 anni, guida alpina di Alagna (Vercelli), che esce dalla
caserma della gendarmeria francese. Zucchetti era in cordata con due ragazze
torinesi rimaste illese, Pamina Vitta, 29 anni, e Elena Cottini, 32. «Le
condizioni erano ideali - dice la guida -. Con noi c’erano altre cordate.
D’improvviso poco dopo le 3 credo, abbiamo sentito il soffio della valanga,
troppo tardi per fuggire. Una grande nuvola di neve ci ha avvolto, noi siamo
stati fortunati siamo stati presi in modo marginale».
Pamina: «Quella gita l’avevamo programmata in tutti i particolari. Non c’è
stato nessuna negligenza. La valanga ci è venuta addosso e non abbiamo potuto
fare nulla per evitarla. Siamo stati fortunati abbiamo scavato con le mani per
aiutare altri». Si sente un miracolato Marco Pelfini, 37 anni, guida di
Verbania: ha nuotato sulla neve riuscendo a rimanere a galla e aiutando anche
la sua cliente. Passata la paura hanno capito di essere vivi e fuori
dall’inferno bianco. Con loro si è salvato anche Italo Vitagliano, di Camaiore.
Si era aggregato al gruppo del rifugio Cosmiques per raggiungere la vetta del
Monte Bianco. E’ uscito indenne da quall’infermo ed è subito rientrato a casa.
«Per qualche eterno minuto siamo stati sulla neve bloccati dalla paura, abbiamo
chiamato: ci sono feriti? Rispondete? Silenzio, poi qualcuno ha risposto.
‘’Siamo qui, aiutateci’’. Ci siamo dati da fare, abbiamo tirato fuori quattro
ragazzi. Abbiamo scavato riuscendo a liberarne un paio che erano affondati
nella neve fino alla vita. Quando abbiamo capito che non potevamo fare altro
siamo tornati al rifugio».
Elena Cottini: «E’ stata una esperienza terribile. La salita fino ad allora era
andata benissimo. La montagna, un incanto, fino al quel boato annunciato da una
specie di scricchiolio, come se si rompesse una trave e poi il buio totale per
alcuni minuti. Credevo di essere sepolta dalla neve, invece quando tutto è
passato ho provato a respirare, ci sono riuscita. ‘’Sono viva’’ mi son detta».
La testa di Martina Gelli è fasciata da una grossa benda, lei però assapora il
calore del sole appoggiata al muro della caserma della gendarmeria di Chamonix
dove, come gli altri è stata interrogata. «Pensi - dice - sono viva e questo è
bellissimo. Il mio pensiero ora è a quelli che sono rimasti sotto la valanga.
Un grande dolore per tutti. Avrei voluto aiutarli ma non c’è stato niente da
fare. Troppo alto il fronte della valanga, troppa la neve scivolata a valle nel
crepaccio portandosi dietro quelle vite».
Aggiunge: «Non parlate di errori, nessuno di noi ha commesso imprudenze». Ieri
gli elicotteri della protezione civile francese hanno continuato per tutto il
giorno a sorvolare la cresta del Mont Blanc di Tucul, secondo il responsabile
del soccorso alpino francese, l’apparecchio Arva ha captato il segnale di alcuni
apparecchi con segnale diverso. Le ricerche però nel pomeriggio sono state
sospese a causa del pericolo di caduta di altri seracchi.
E’ probabile che domani la zona venga "bonificata" con l’esplosivo
per poi continuare le ricerche. I dispersi sarebbero stati travolti e
trascinati a valle per oltre mille metri fino al ghiacciaio dei Bossons.
Difficilmente potranno essere recuperati.
Sallanches (Francia) 25/08/2008 05:09
Monte Bianco, sopravvissuto
francese: abbiamo avuto molta fortuna
Sallanches (Francia), 25 ago. (Apcom) -
"Eravamo veramente dentro, abbiamo avuto molta fortuna": a
raccontarlo è un alpinista francese sopravvissuto alla valanga che si è
staccata ieri mattina all'alba dal Mont Blanc du Tacul, a circa 4mila metri,
sulla via francese al Monte Bianco, provocando molto probabilmente otto morti,
cinque austriaci e tre svizzeri. Il francese è invece tra gli otto feriti,
quattro francesi e altrettanti italiani (non cinque francesi e tre italiani
come comunicato ieri), tratti in salvo e medicati nelle strutture sanitarie di
Chamonix, nelle Alpi francesi. Altri due italiani, inizialmente dati per
dispersi, erano invece al sicuro e non sono stati coinvolti nell'incidente. Il
sopravvissuto Nicolas Duquesne, 30 anni, ha raccontato di aver
"nuotato" nella neve per sfuggire alla morte. "Eravamo a tre
quarti dalla cima, quando la guida ci ha gridato: 'Correte svelti, correte
svelti'", ricorda Nicolas, che ha riportato una frattura alla caviglia e
qualche ematoma. La valanga "non ha fatto alcun rumore, è stato
impressionante. Abbiamo appena avuto il tempo di spostarci a destra prima di
farci inghiottire", ha detto. "Apparentemente, siamo scesi di 500
metri nella valanga e ci siamo ritrovati nella neve", ha proseguito
l'alpinista dal letto di ospedale a Sallanches. "Eravamo dentro, abbiamo
avuto molta fortuna", ha ripetuto. Erano partiti all'una di notte in
"due gruppi di tre persone" dal rifugio di Cosmiques (3.613 metri),
punto di partenza per numerose spedizioni sul Monte Bianco. Fra gli otto feriti
si contano quattro francesi e quattro italiani, tra cui una donna, di età
compresa tra i 26 e i 37 anni. Le ricerche per ritrovare gli otto dispersi sono
state sospese ieri pomeriggio per il rischio di frane. Secondo il ministro
dell'Interno francese, Michele Alliot Marie, "non c'è più alcuna
speranza" di ritrovarli vivi.
VALANGA SUL BIANCO: ROLLANDIN, BENE COLLABORAZIONE TRA
STATI
CHAMONIX (FRANCIA), 24 AGO - "La collaborazione
tra i soccorsi di montagna di Italia e Francia e, in particolare della Valle
d'Aosta e dell'Alta Savoia, ha funzionato bene e dovrà in futuro essere
incrementata ancora di più". Lo ha detto il presidente della Regione
autonoma Valle d'Aosta, Augusto Rollandin, al termine del vertice avuto
all'eliporto di Chamonix con il ministro degli interni francese Michelle
Alliot-Marie.
Nel corso della riunione si è fatto il punto dell'imponente operazione di
soccorso che questa mattina si è dispiegata sul Monte Bianco, al quale hanno
partecipato anche uomini e mezzi del soccorso alpino valdostano e della guardia
di finanza di Courmayeur, assieme agli agenti della gendarmerie e alle guide
della Securité nationale francesi. "Siamo venuti a Chamonix - ha aggiunto
il presidente Rollandin - anche per testimoniare la vicinanza delle istituzioni
valdostane agli amici savoiardi, in questo momento di difficoltà". (ANSA).
VALANGA SUL MONTE BIANCO: FRANCESI RINUNCIANO A
RECUPERARE I DISPERSI |
AOSTA - I corpi senza vita degli otto alpinisti
travolti ieri da un'enorme valanga che si è staccata dal Mont Blanc du Tacul
a 4.000 metri di altitudine rimarranno sul massiccio del Monte Bianco ancora
per molto tempo, almeno fino alla prossima primavera. I soccorritori francesi
hanno infatti ufficializzato l'interruzione delle ricerche, di fatto sospese
già dalla tarda mattinata di ieri, vista l'elevata pericolosità della zona,
minacciata dalla caduta di pezzi di ghiaccio. |