"Paura per la valanga del secolo"

Il sottosegretario Bertolaso chiede di "sigillare" le montagne piemontesi per 4 giorni. «Ci aspettiamo la valanga del secolo, cioè quella che nessuno ricorda. Il rischio meteo con l´arrivo del vento caldo atteso per sabato è troppo alto". Bertolaso vuole chiudere le strade e le piste da sci. Un´ipotesi che non trova d´accordo i sindaci che temono ripercussioni sulla stagione turistica. In ballo c´è anche la destinazione dei turisti che arrivano con i voli charter. L´ordinanza sarà emessa solo oggi. Con Bertolaso si schiera la Regione

 

di Marco Trabucco

 

La montagna piemontese chiude per quattro giorni: tutte (o quasi) le strade montane delle provincie di Torino e di Cuneo e molte di quelle del resto della regione, rimarranno chiuse al traffico da oggi fino a lunedì. Chiuse anche le scuole delle valli e gli impianti sciistici. Le eccezionali nevicate cadute da sabato a ieri, infatti, hanno reso altissimo il pericolo di caduta di valanghe e slavine, anche di dimensioni colossali. Un pericolo che sarà ancora più grave sabato e domenica quando tornerà il bel tempo e le temperature si alzeranno per l´arrivo del Fohn, il vento caldo delle Alpi. E così per «evitare il rischio di perdita di vite umane» al termine di un vertice che si è svolto ieri mattina in Regione, il sottosegretario alla Protezione civile Guido Bertolaso e la presidente Mercedes Bresso hanno annunciato il blocco del traffico (e dello sci) in tutte le zone pericolose.

L´ordinanza che specificherà con precisione dove e per quanto le diverse strade saranno bloccate (resterà possibile il transito solo ai mezzi di soccorso o per emergenze) sarà pubblicata questa mattina, dopo essere stata firmata dallo stesso Bertolaso. Avrebbe dovuto essere varata già ieri sera, ma le resistenze di sindaci delle valli e comunità montane che chiedevano di essere esentati in tutto o in parte dal blocco, ne hanno ritardato la messa in opera. «È importante che tutti capiscano - ha spiegato Bresso - che un provvedimento di questo genere è prima di tutto nell´interesse di chi in montagna vive e lavora: alla vigilia delle vacanze natalizie infatti, degli incidenti gravi nelle nostre valli avrebbero un effetto deleterio sui potenziali turisti. Se invece avremo tempo di mettere in sicurezza le zone più pericolose finalmente ci potrà essere un periodo natalizio davvero favorevole per le nostre montagne. Sotto ogni punto di vista».
 



All´incontro di ieri mattina erano presenti anche tutti i presidenti delle provincie interessate dal maltempo, l´assessore regionale alla Protezione Civile Luigi Ricca, e quello alla Montagna Bruna Sibille, il prefetto Paolo Padoin. Poi per tutta la giornata un tavolo tecnico ha lavorato per mettere a punto l´elenco esatto dei Comuni coinvolti, con la lista di tutte le strade, le scuole e gli impianti sciistici che saranno obbligati a rimanere chiusi. Tra le grandi vie di comunicazione dovrebbero rimanere aperte l´autostrada del Frejus la Torino-Savona e forse anche la statale Chivasso-Ivrea-Aosta. Anche la valle d´Aosta infatti ha proclamato ieri lo stato di emergenza. E, ha spiegato ieri Bertolaso: «Chiederemo che anche lì si adottino analoghi blocchi perché il pericolo di valanghe è altissimo pure in quelle valli». Gli abitanti delle zone montane sono stati invitati a restare in casa, i sindaci a evitare gli assembramenti. E i «cittadini» sono stati invitati a non recarsi nelle seconde case «per vedere cosa è successo».

«Le precipitazioni di questi giorni - ha spiegato Bertolaso - sono paragonabili a quelle del 1994 (ndr quando in Piemonte ci fu un´alluvione con 64 morti). Se non ci sono stati i danni e le vittime di allora lo dobbiamo al freddo, che ha fatto sì che in montagna nevicasse. In questo modo il Po e gli altri fiumi, pur raggiungendo livelli elevati, non sono esondati. Ora però abbiamo davanti un pericolo meno visibile, più subdolo e pericoloso: le valanghe».

«Di fronte a una nevicata come l´attuale, nella quale la neve ha superato in molte località i cinque-sei metri - ha aggiunto Bertolaso - e al caldo previsti nei prossimi giorni sono molto inquieto. È possibile che nei prossimi giorni si stacchino valanghe che non conosciamo a memoria d´uomo, del tipo che definiamo centenario perché avvengono al massimo una volta per secolo. Cercheremo di intervenire per far sì che si distacchino in modo da rendere sicure le zone sottostanti. Solo dopo quest´operazione le vallate alpine piemontesi torneranno ad essere sicure».