L'ondata di maltempo

 

Enorme slavina cade dal monte Serva

Staccatasi dalla Bocca del Rospo è scesa per 900 metri fin sulla strada

 

di Paola Dall'Anese

BELLUNO. «Una slavina così non si era mai vista». A dirlo sono i volontari del soccorso alpino di Belluno che ieri mattina sono intervenuti sulla slavina di grosse dimensioni staccatasi a quota 1900 metri dalla Bocca del Rospo, lo spuntone roccioso caratteristico del monte Serva, e fermatasi a 900 metri sulla strada del Carcador, a ridosso della casera Neo.

 Si tratta di una slavina lunga due chilometri, larga tra i 20 e i 30 metri e profonda 5-6 metri.
 L’enorme massa di neve si sarebbe staccata probabilmente martedì sera, (verso le 19 qualcuno aveva sentito un forte rumore, ma già nel pomeriggio attorno alle 15 la valanga aveva cominciato a muoversi). Quando è scattato l’allarme nella mattinata di ieri, i soccorritori si sono trovati di fronte una massa imponente di neve, partita con un fronte di 500 metri sul versante sinistro rispetto alla casera sul monte, che si è incanalata fino a fermarsi poco sopra il rifugio Col di Roanza, restringendosi a un fronte di una ventina di metri, con una altezza in media di 5-6 metri. Depositata la neve sui lati, blocchi pesanti in grado di spazzare via una casa, al suo interno ha lasciato un enorme scivolo, su cui si è riversata una seconda colata.

 Sul posto sono intervenuti, oltre a vigili del fuoco, polizia provinciale, carabinieri e Corpo forestale (in tutto una ventina di persone), le squadre del soccorso alpino di Belluno, Alpago e Longarone che hanno bonificato con arva, sonde e due unità cinofile, i circa 80 metri di strada asfaltata investita dalla valanga, escludendo la presenza di persone coinvolte. I volontari, poi, visto che la zona è molto frequentata da chi ama passeggiare in montagna, hanno iniziato a sondare l’area per cercare di capire se sotto questa massa enorme potessero trovarsi delle auto. Ma dopo un po’, per il forte rischio di ulteriore distacchi, i soccorritori hanno dovuto desistere.



 La slavina, infatti, si trova in un sito valanghivo conosciuto, il cui ultimo movimento si può far risalite ad alcune decenni fa, almeno trenta, visto che il bosco che ieri è stato spazzato via, era ormai abbastanza folto e alto. Adesso la paura è che la slavina possa ancora muoversi scendendo ancora più a valle, a ridosso dell’a bitato delle frazioni.

 Nel pomeriggio, il comune di Belluno ha ordinato la chiusura non solo alle auto ma anche ai pedoni, della strada sterrata che da via Col di Roanza porta verso le gallerie dell’acquedotto, di quella che da via Col di Roanza conduce alla località Carcador e quella che da via Prà de Luni, dallo slargo situato dopo le Case Bortot conduce al rifugio del 7º Alpini.