Valanghe: paura su catena dei Lagorai, salvato uno sciatore

Due scialpinisti hanno visto gli sci spuntare e l'hanno estratto

(ANSA) - TRENTO, 4 FEB - Uno scialpinista e' stato travolto oggi da una valanga nel Trentino orientale, sulla cima Litegosa, nella catena dei Lagorai. E' stato salvato e trasportato dal 118 all'ospedale Santa Chiara di Trento, contuso, sotto shock per l'accaduto e con probabili fratture. Ad accorgersi che l'uomo, intorno ai 40 anni, trentino, era stato sepolto dalla massa di neve sono stati altri due scialpinisti, altoatesini, che l'hanno estratto dalla neve e hanno chiamato i soccorsi. (ANSA).

 

Allerta valanghe, alpinista salvo sul Lagorai

L'emergenza è scattata mercoledì in Trentino. Uno scialpinista di Pergine VasuganaMauro Leonardelli, e' stato travolto da una valanga nella zona più orientale del Trentino, sulla cima Litegosa, nella catena dei Lagorai. L'uomo è stato però salvato e trasportato dal 118 all'ospedale Santa Chiara di Trento, contuso, sotto shock per l'accaduto e con fratture.

Ad accorgersi che l'uomo, di circa 40 anni, trentino, era stato sepolto dalla massa di neve sono stati altri due scialpinisti, altoatesini, che si trovano in zona.

L'hanno estratto dalla neve e hanno chiamato i soccorsi, riuscendo così a salvarlo da conseguenze molto peggiori. L'uomo si trova ricoverato all'ospedale Santa Chiara per traumi ed ipotermia.

di Cristian Zurlo

Travolto dalla valanga sul Lagorai, viene salvato da due fratelli altoatesini Isidor e Simon Resch di Tires


Se potrà raccontare la sua avventura con epilogo felice lo deve soltanto alla prontezza di riflessi e alla generosità di due fratelli altoatesini, Isidor e Simon Resch di Tires. Non fosse stato per loro Mauro Leonardelli, 50 anni di Susà di Pergine, probabilmente ieri non ce l’avrebbe fatta, schiacciato sotto il peso di una valanga staccatasi da sotto Cima Litegosa, nel gruppo del Lagorai. Nella mattinata di ieri Mauro Leonardelli aveva cominciato di buon passo l’ascesa verso la cima con le pelli di foca. Qualche minuto dopo le 12 l’uomo aveva raggiunto i 2.300 metri quando, sotto il peso dei suoi sci, il manto ha ceduto. La neve caduta nelle ultime ore improvvisamente si è staccata dal manto sottostante e ha cominciato a scivolare verso valle travolgendolo. Leonardelli era da solo e nessuno, sul momento, si è accorto di nulla. Rischiava di rimanere bloccato sotto un metro e mezzo di neve chissà per quante ore.Per sua fortuna, però, il perginese non era l’unico scialpinista ad aver scelto i 2.548 metri della Litegosa come meta della gita con le pelli di foca. Atleta evidentemente ben allenato, Leonardelli qualche centinaio di metri più a valle aveva superato due fratelli altoatesini. Quando Isidor e Simon Resch, rispettivamente di 42 e 30 anni, sono arrivati in cima all’ultima selletta prima della vetta hanno alzato gli occhi.Sopra di loro c’era quello che mai si sarebbero augurati di vedere: una massa di neve franata e scomposta, segno evidente di una valanga con un fronte come minimo di una cinquantina di metri. Quello che è peggio, però, era a valle: una «traccia» di sci che entravano nella zona della valanga e che purtroppo non ne uscivano sopra. «Abbiamo pensato che potesse essere coinvolto quello scialpinista che ci aveva sorpassati in fase di salita - racconta Isidor - e che andava molto forte». I due si sono avvicinati con cautela. «Abbiamo visto che dalla neve spuntava uno sci». I due fratelli si sono messi a cercare lo scialpinista con l’Arva. L’hanno trovato sotto un metro e mezzo di neve. Con la testa in giù. Inscosciente. I due, nel frattempo, avevano allertato il 118. Il Dauphine dei vigili del fuoco è arrivato sul posto nel giro di pochi minuti e ha calato un medico e due soccorritori. Leonardelli era in stato di ipotermia, ma un po’ alla volta ha ripreso conoscenza. All’arrivo dei sanitari è stato caricato e portato al pronto soccorso del Santa Chiara diTrento. Gli uomini del soccorso alpino della valle di Fiemme non sono dovuto intervenire. Per loro, però, l’allarme è scattato nel pomeriggio. «Verso le 15 - racconta il vicecomandante Claudio Jellici - abbiamo visto un secondo distacco in zona. Ci siamo preoccupati per i due ragazzi altoatesini perché non riuscivamo più a contattarli e temevano fossero rimasti coinvolti». È stato chiesto un sorvolo dell’elicottero, ma i due erano sani e salvi nella loro auto.

DANIELE BATTISTEL ZIANO - PANCHIÀ