A GEROLA (SONDRIO). allarme valanghe in lombardia
Escursionista travolto e
ucciso da valanga
Il corpo individuato dalle squadre del soccorso
alpino, a quota 2.100 metri circa, sulla cima Rosetta
GEROLA (SONDRIO)
- È un valtellinese di 37 anni Marco Della Marianna, la vittima della valanga
caduta nel pomeriggio di domenica alle 13,20 in alta Val Gerola, nel territorio comunale
di Gerola (Sondrio). Si tratta di uno sci-alpinista,
residente a Sondrio, il quale è stato travolto da una valanga di grosse dimensioni
mentre scendeva con un amico dalla cima Rosetta.
LA DINAMICA - La disgrazia è avvenuta a 2.100 metri circa, quando i
due amici stavano scendendo a valle. Marco Della Marianna, all'improvviso,
è stato investito dall'enorme massa di neve e trascinato a valle per circa
400 metri. L'amico ha dato l'allarme al 118 di Sondrio, facendo scattare le
ricerche del soccorso alpino sopportate dall'elicottero del 118. A individuare
Della Marianna è stato proprio il compagno di escursione il quale gli ha prestato
i primi, purtroppo risultati vani, soccorsi. Sull'episodio sono ora in corso
indagini da parte dei carabinieri della caserma di Morbegno (Sondrio). Oggi
nella zona teatro del drammatico incidente l'allarme-valanghe era di 4 grado,
su una scala che prevede 5 gradini L'ultimo incidente sulle cime della regione
si era verificato domenica mattina a Grignone, nel
lecchese, dove quattro persone rimaste intrappolate sotto la neve erano però
riuscite a liberarsi.
Ritenevo di non dover più ritornare sull’argomento
delle Valanghe, dopo l’articolo pubblicato sul mensile “Eco delle Valli”,
ma purtroppo, alla luce delle attuali condizioni e relativo pericolo venutesi
a creare dopo le intense ultime nevicate e di quanto tragicamente avvenuto,
mi sento in dovere di farlo.
Non voglio minimamente entrare nel merito dei recenti incidenti se non per
esprimere tutto il mio personale e sentito cordoglio nei confronti delle famiglie
che hanno perso un proprio caro nella pratica di uno sport bello affascinante
ma anche rischioso come quello dello scialpinismo.
Fatti luttuosi come quelli avvenuti dovrebbero nella loro drammaticità servire almeno ad allertare e a rendere coscienti i praticanti dello scialpinismo, o coloro che vanno in montagna d’inverno con le ciaspole (racchette da neve che applicati agli scarponi evitano di sprofondare) o con altri mezzi (motoslitta compresa) e a divenire più attenti e più consapevoli imparando, quando vi sono le condizioni di pericolo, anche a rinunciare alla gita. Lo stesso vale anche per chi pratica il fuoripista dopo essere saliti con funivie o seggiovie.
Il pericolo, quando lo si identifica, lo si può evitare. Non esiste montagna che possa valere la vita di una persona! Il rischio “valanghe” interessa anche le persone che in inverno vivono, lavorano o transitano in zone di montagna (in questi giorni abbiamo visto strade chiuse e addirittura abitazioni sottoposte al rischio valanghe) e non solo gli sciatori.
Per questa ragione è fondamentale che chi vive in montagna o vi trascorre del tempo, (anche solo nei week end), sia cosciente ed in grado di comprendere il contenuto delle informazioni che oggi vengono diffuse, sempre più capillarmente dalle previsioni meteo e dalle rubriche dedicate interamente allo sci ed alle condizioni della neve.
Il pericolo di distacco di valanghe viene riassunto con un indice di rischio, costituito da un numero che va dall’ 1 al 5 ed indica la stabilità del “manto nevoso”. L’indice più basso è 1 ( praticamente nessun pericolo) quello massimo è il 5 ( pericolo elevatissimo con distacchi spontanei della neve dai pendii).
In questi giorni l’indice segnalato è il 4, situazione in cui l’attività di fuoripista è da sconsigliare o fortemente limitata! Con indici di rischio inferiori: 2 e 3 si può praticare lo scialpinismo ( e le altre attività equiparate) ovviamente prestando sempre attenzione alla difficoltà ed alle condizioni dell’itinerario scelto.
Anche con indici di rischio molto elevato,( es 4) la sciata su pista battuta può essere possibile e sicura, ( le stazioni sciistiche sono sorvegliate da tecnici competenti che tengono monitorata la situazione). In questi casi è indispensabile, ovviamente, seguire i tracciati battuti ed indicati e non scendere “dove si vuole” fuoripista!
Questo vale soprattutto per gli snow border ( e gli altri sciatori) che vanno in pista ma poi, alla faccia dei vari divieti, scendono sulla neve vergine o su pendii a fianco delle piste battute mettendo a repentaglio la propria e la altrui incolumità!
Attenti poi a non “emulare” i filmati che si vedono su internet ( o anche
alla televisione) di chi scende in neve fresca su pendenze da brivido tra
una “slavina e l’altra”, il tutto senza lanciare alcun messaggio o invito
alla prudenza, o della necessità di indossare l’ARVA (strumento che
emette dei segnali e serve per identificare gli eventuali travolti) e la chiara
sottolineatura che gli sciatori o snow boarder ripresi sono campioni che stanno
mettendo in gioco la propria incolumità a fini “pubblicitari”e “per
danaro”: Costoro non debbono essere emulati!!! Un minimo di “moralizzazione”
di questi filmati andrebbe fatta ed in alcuni casi i peggiori che sono quasi
una istigazione a “farsi del male” meriterebbero una “censura”!
Agli amanti della montagna non mi stancherò mai di raccomandare di adottate sempre la massima prudenza e per i meno esperti, di affidarsi a chi lo è ( Istruttori del Cai, Uomini del Soccorso Alpino, Maestri di sci e Guide alpine)!
Inoltre per chi pratica il fuoripista, lo scialpinismo, effettua gite con le ciaspole o anche a piedi è indispensabile sempre indossare l’ARVA ( strumento di rilevazione elettronica che emette dei segnali e permette di essere localizzati sotto la neve) ed avere con se una pala ed una sonda.
Attenzione che l’ARVA può salvare la vita se travolti ma non impedisce alla valanga di cadere (come le cinture di sicurezza possono salvare la vita in caso di incidente ma non impediscono l’incidente).
Quindi prudenza sempre e comunque! Parimenti con un minimo di conoscenza si possono evitare inutili rischi e rendere più sicura la montagna in inverno evitando di mettere a repentaglio la propria vita e quella degli altri nonché quella degli eventuali soccorritori chiamati ad intervenire talvolta per oggettivi atti di imprudenza !
Attenzione anche chi compie evoluzioni con le motoslitte!
Una gita in condizioni di rischio non deve essere effettuata, non esiste gita che vale la vita di una persona! Riflettiamoci sempre prima di partire.
Gianpietro Scherini
Il 18 gennaio è stata celebrata la giornata della sicurezza in montagna
non lasciamola cadere invano!
La scala europea del pericolo valanghe (Cai e Soccorso alpino) è scaricabile da internet e dovrebbe essere allegata all’articolo!
Un suggerimento sarebbe quello di pubblicare nei periodi
di rischio particolare in bella evidenza l’indice di rischio e il bollettino
nivologico del centro di Bormio.
In 50 in cima al monte teatro della tragedia
Disposta intanto l'autopsia sul corpo dello scialpinista ucciso dalla valanga
in Valgerola
La Procura ha disposto un’autopsia sul corpo di Marco Della Marianna, lo scialpinista
di Mossini, classe ’72, ucciso domenica in Valgerola da una valanga mentre
stava compiendo un’escursione assieme a un amico. L’esame, fissato per domani,
ha soprattutto il sapore di un semplice atto dovuto da parte della magistratura.
Resta la sensazione di una sorta di tragedia annunciata, visto che domenica
il rischio valanghe in questi giorni è 4, ovvero forte, su una scala
che arriva fino al 5. Il fuoripista, avvertono gli esperti, in queste condizioni
è assolutamente vietato. Eppure anche i carabinieri hanno dovuto intervenire
per mandare via la gente che aveva preso d’assalto i pendii innevati della
zona. Ciononostante, almeno in 50 domenica si sono avventurati sulla cima
del Monte Rosetta. Ieri intanto è scattato l’allarme per un’altra valanga
a Oga. Sembrava che una persona fosse rimasta coinvolta. Fortunatamente invece
si era trattato di un distacco provocato apposta dai tecnici che stanno approntando
la pista per la gara nazionale di scialpinismo di domenica prossima. L’elicottero
del 118, avvisato da uno sciatore che ha assisto alla scena da lontano e,
giustamente, ha dato l’allarme, ha fatto subito rientro alla base senza effettuare
alcun soccorso.
MONTAGNA, VALANGHE, SCIALPINISTI. MARIO TESTORELLI. -
L'ELISOCCORSO AGLI IMPRUDENTI VA PUR FATTO MA A PAGAMENTO
L'ennesimo doloroso caso in montagna pone il problema
Val Gerola, febbraio 2009
Travolto dalla valanga. L'amico riesce a salvarsi, lui no. La cosa impressionante
è che sulla Cima Rosetta di sci-alpinisti ce n'erano una cinquantina,
a detta di uno dei responsabili del Soccorso Alpino che li ha visti con il
binocolo. Il suo commento è stato draconiano. 'Montagna assassina'?
'Neanche per sogno. E' la gente che è ignorante'. Tale e quale. Sostituiamo
pure l'aggettivo con 'imprudente'. Non servono né esortazioni, né
censure. Occorre fare una cosa sola, quella applicata la prima volta poche
settimane fa non ricordiamo se in Trentino o dove altro. A un fuori-pistaiolo
che ha mobilitato uomini e mezzi del Soccorso gli hanno presentato il conto
da pagare. Salatissimo, molte migliaia di €uro.
L'elicottero del 118 è giusto che intervenga perché la vita
umana non ha prezzo (e talora corre rischi anche quella dei soccorritori).
Ma c'è un costo. Se il mezzo si deve levare in volo per cercare di
salvare la vita a qualcuno nulla quaestio. Se deve andare a recuperare d'inverno
sci-alpinisti imprudenti, altre volte incoscienti, e d'estate sprovveduti
cercatori di funghi, lo si faccia lo stesso ma a pagamento. E in questi casi
anche con tariffario dei soccorsi, un tanto per persone mobilitate, a beneficio
del Soccorso Alpino.
Il bollettino valanghe, per tornare al dato iniziale, non è uno sfizio
di qualcuno, non è fatto per la cronaca, non serve solo per le statistiche.
E soprattutto non è fatto solo per 'la gente comune' come qualcuno
che si ritiene al di sopra e quindi esentato dal rispetto di norme invece
intelligenti nei fatti ritiene.
L'insegnamento di Mario Testorelli
Il centro di Bormio è nato più di mezzo secolo fa grazie a Mario
Testorelli - e poi anche con Sandro Rovaris - che si era dedicato anima e
corpo allo studio delle valanghe dopo essere stato, ancora scolaro, travolto
sull'Ortles da una valanga. Tempo di guerra, cosiddetta "Staffetta Mussolini".
I ragazzi delle scuole portavano il testimone su tutte le cime dell'arco alpino.
Gli alunni delle elementari di Valfurva, guidati dai loro maestri -tutti guide
alpine - , avevano il compito di arrivare in cima all'Ortles. A quota forse
3000 la valanga che divide il gruppo. Testorelli, ragazzino, resta con sei/sette
compagni. Soli. Persi zaini, piccozze e quant'altro. Gli altri, maestri compresi,
chissà dove. Si improvvisa guida alpina e riesce a portare giù
i ragazzi,. Arrivano al paese quando stanno per avviarsi i soccorritori. Sono
appena rientrati gli altri. Mario e compagni vengono dati, andando bene, per
dispersi. Da quel giorno un chiodo fisso: la neve, le valanghe. Sarà
uomo di scuola, Sindaco, titolare di incarichi prestigiosi, anche in banca
oltre che nelle Istituzioni e, più avanti con la collaborazione della
sua sposa fondatore del Museo etnografico della sua Valle, ma il suo cruccio
resteranno le vittime delle valanghe. Quella di Foppolo , non sappiamo se
è quella del 10 gennaio 1977 che provocò 8 morti o una precedente.
Avuti i vari dati dai punti di rilevamento Testorelli aveva telefonato a Foppolo
allarmatissimo. Pericolo oltremodo grave e imminente. Non gli diedero retta.
Il suo cruccio era per la morte di due esperti valtellinesi per via di una
modesta slavina però di un tipo particolarissimo di neve su cui aveva
tenuto una lezione in Valmalenco, da cui uno dei due se n'era andato. Sapeva
tutto… Si fosse fermato, con quella neve, non sarebbe successo nulla a lui
e all'amico.
Il suo cruccio in tante altre occasioni, l'ultima la valanga sopra Valdisotto,
vittima un medico, maestro di sci.
Dall'impegno suo, dallo studio è venuto poi, istituzionalizzato il
centro nivometereologico di Bormio, fiore all'occhiello che in questi giorni
segnala:
"sono probabili frequenti scaricamenti, valanghe di piccole e medie dimensioni,
in particolare sui versanti esposti a maggior insolazione. Su bacini noti,
non ancora scaricati, non si escludono singole valanghe di grandi dimensioni.
Il distacco dei lastroni è probabile con debole sovraccarico su ripidi
pendii posti al disotto delle creste, vicino alle dorsali, in canali ed avvallamenti
a tutte le esposizioni. PERICOLO VALANGHE: 4 FORTE su Orobie, Prealpi, Valchiavenna
e Adamello, 3 MARCATO su Alpi Retiche."
Segnala perché la gente ne tenga conto. Vale per tutti, anche per chi
si crede professore in materia. Si crede. In materia professori 'so-tutto'
non esistono
GdS