Trento, Valanga Colverde. Danni al rifugio, sciatori ci scrivono:"perchè le piste erano aperte?"

E' tempo di bilanci il giorno dopo la valanga al rifugio Colverde a San Martino di Castrozza, staccatasi alle 17.25 di domenica pomeriggio. I danni alla struttura (come confermano le foto scattate sul posto) sono ingenti, ma potevano avere conseguenze ben peggiori se il rifugio non fosse stato chiuso da venerdì su ordinanza del sindaco di Tonadico.

La valanga, che fortunatamente non ha coinvolto persone (subito sono state fatte le verifiche da parte del Soccorspo alpino), si è staccata da una quota di circa 2300 metri, dalle pendici nord del dente del Cimone.

Sopra il rifugio ha trovato un'ostruzione nel sistema antivalanghe, causata da una precedente valanga ed è poi esondata verso il rifugio, provocando danni ingenti. Il fronte non molto vasto (poco più di 5 metri) ha sventrato tutto il piano rialzato del rifugio, ha ceduto un muro in cemento armato e la parte bassa è stata completamente riempita di neve. L'impianto non è stato interessato e la struttura del rifugio, dalle verifiche effettuate, sarebbe integra.

LA LETTERA: "Perchè non sono state chiuse anche le piste ?

E' l'interrogativo che si pone la nostra lettrice, Barbara Fattorini, la quale interviene in merito al nostro pezzo relativo alla valanga. "Volevo precisare - scrive la lettrice -, che è vero che il rifugio è stato chiuso ma gli impianti domenica hanno regolarmente funzionato, tanto che i miei figli di 5 e 7 anni, hanno sciato con la maestra della scuola di sci proprio là fino alle 13,00. Vorrei sapere con quale prudenza il Sindaco ha permesso la riapertura degli impianti, chiusi il giorno precedente, visto che da sabato sera a domenica pomeriggio è sempre copiosamente nevicato. Penso che sia giusto sapere tutta la verità".

La replica dei responsabili dell'impianto

Marino Simoni, presidente della società Siati srl, ribadisce subito che non intende entrare nel merito delle decisioni prese dall'amministrazione comunale, precisa invece che: "L'area è monitorata dalla Commissione valanghe, ma si è comunque trattato di un evento straordinario. Le piste saranno riaperte appena ultimati i lavori di ripristino della zona e dopo le verifiche dei periti sul posto, quindi entro metà settimana".

Carlo Boghetto, responsabile sicurezza delle piste del Colverde, precisa che sabato la giornata era di assoluto allerta, causa nevcate. "Domenica pomeriggio - continua Boghetto -, abbiamo chiuso la pista variante delle Pale come prescritto dal piano valanghe. I ragazzi stavano invece sciando sulla pista regolarmente aperta poichè non prevedeva un rischio concreto secondo il documento della sicurezza. Il piano valanghe - aggiunge -, che dovrà essere presto aggiornato, prevede la responsabilità del rifugio affidata alla Commssione valanghe, così come per l'impianto, mentre la sicurezza piste spetta a me. Ma il piano - tiene a precisare Boghetto -, non cita la pista rossa e nemmeno la cabinovia del Colverde".


di Cristian Zurlo

ci scrive anche il signor Giamapaolo Milani: "domenica mattina avevo mia figlia di 5 anni che
sciava a Colverde. Leggo la lettera della signora Barbara e le risposte dei signori Marino Simoni e Carlo Boghetto.

Senza entrare nel merito delle responsabilità, mi chiedo:
1) come mai sabato piste e impianti erano chiuse e domenica dopo una notte di ulteriore neve (circa 20 30 cm.) senza variazione di temperature si sono aperti impianto e piste?
Vorrei capire la logica che ha portato a questa decisione.
2) Chi di dovere era sicuro che una slavina sul rifugio soprastante l'arrivo dell'impianto non provocasse danni anche indiretti agli utenti?
3) Se l'evento era eccezionale non era forse il caso di prendere decisioni al di fuori dei normali protocolli?
Nella speranza che queste considerazioni e domande servano a non far più rischiare la vita ai nostri figli per due ore di sci!"

Giampaolo Milani

LE IMMAGINI DELLA VALANGA AL COLVERDE