Valanga sul Galbiga:
un disperso. Ricerche in corso

Travolti nel pomeriggio due escursionisti: uno - una donna - è riuscita a liberarsi e a lanciare l'allarme

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Foto by null

Il Galbiga visto da Porlezza

OSSUCCIO - Un uomo è disperso, dal pomeriggio di oggi, sabato 14 marzo, per la caduta di una valanga dalle pendici sud del monte Galbiga. La neve ha travolto una coppia di escursionisti: la donna è riuscita a liberarsi lanciando l'allarme, mentre il compagno è stato sommerso dalla neve.
Attualmente sono in corso le ricerche con i cani da valanga e il personale del soccorso alpino di Lecco. La valanga si è staccata intorno alle 15.40, su due fronti, e ha travolto gli escursionisti nei pressi del rifugio Boffalora, a 1200 metri di quota, nel territorio del comune di Ossuccio. La donna è stata trasportata in ospedale con l'elicottero del 118, e le sue condizioni non destano preoccupazioni.
Probabilmente sono state le alte temperature a provocare il distacco della neve. Nelle scorse settimane, lungo il versante settentrionale del monte Galbiga era caduta una valanga che era scesa fin quasi all'abitato di  Porlezza.

 

 

Travolto sui monti di Ossuccio, a 1.200 metri di quota
Trascinato in un burrone. Salva la donna che era con lui

Slavina nel Comasco
muore escursionista

 

 

COMO - Travolto da una valanga sulle montagne del Comasco, muore un escursionista. Salva la donna che era con lui. La slavina di neve si è staccata intorno alle sedici dalle pendici sud del monte Galbiga, e ha travolto e trascinato in un burrone profondo parecchi metri lo sciatore nei pressi del rifugio Boffalora, a 1.200 metri di quota, nel territorio del comune di Ossuccio.

Sfiorata la donna che è riuscita a lanciare l'allarme. Un elicottero del 118 e cani addestrati per il ritrovamento dei dispersi sono intervenuti tempestivamente. La vittima è stata recuperata più tardi sotto parecchi metri di neve.

Probabilmente sono state le alte temperature di oggi a provocare il distacco della neve, quest'inverno caduta abbondantemente anche a quote non altissime. Il bollettino valanghe segnala nella zona un rischio "marcato". Già nelle scorse settimane, lungo il versante settentrionale del monte Galbiga era caduta una valanga che era scesa fin quasi all'abitato di Porlezza.

 

Valanga su monti lago Como muore 31enne di Cava de'Tirreni

Si trovava con un'amica sui monti del lago di Como, quando è stato travolto da una valanga caduta a bassa quota. L'incidente, si è verificato oggi pomeriggio ed è stato fatale a Raffaele Punzi, 31enne escursionista di Cava dei Tirreni. La vittima, ricercatore universitario in Germania, sarebbe stato trovato privo di vita dopo circa due ore di ricerche. Testimone dell'accaduto è stata la donna che era con lui, una ragazza a quanto pare originaria di Vietri sul Mare rimasta miracolosamente illesa.

La ragazza che si trovava in stato di choc avrebbe fornito la versione dei fatti alle forze dell'ordine intervenute sul posto. Stando a quanto si è appreso i due escursionisti si trovavano nei pressi del rifugio Boffalora, a 1.250 metri di altitudine, zona panoramica che si affaccia sul lago di Como, precisamente nel territorio di Ossuccio.

raffele punziSarebbero state probabilmente le alte temperature, che pare oscillavano tra i 16 e i 18 gradi a provocare il distacco della massa di neve, che sembra sia scesa dalle pendici del monte Galbiga, la vetta più alta della zona. A quanto pare l'allarme sarebbe stato lanciato, intorno alle 15.30, da una terza persona che da lontano avrebbe notato la valanga.

Immediatamente sul posto sono giunti i soccorsi e ad attirare l'attenzione degli elicotteri del 118 partiti da Como e da Sondrio pare sia stata la stessa ragazza di Vietri sul Mare in Costiera Amalfitana. Dopo due ore di ricerche i soccorritori sono riusciti a individuare il corpo ormai senza vita, che presentava fratture e lesioni in varie parti del corpo mentre la ragazza è stata trasportata all'ospedale di Cantù, dove si trova ricoverata in stato di choc.

 La slavina di Ossuccio una tragedia annunciata

di MARCO PALUMBO
— OSSUCCIO —
2009-03-15
di MARCO PALUMBO
— OSSUCCIO —
QUANTO accaduto ieri pomeriggio in località Boffalora di Ossuccio, con due escursionisti travolti da una slavina ha due precedenti nel raggio di pochi chilometri.
Lo scorso 7 febbraio una grossa slavina aveva interessato un’ampia porzione di Monte Galbiga sul versante di Porlezza.
Una profonda ferita nella montagna, visibile a decine di metri di distanza. Migliaia di metri cubi di neve, terra e massi precipitati con una violenza inaudita lungo il corso di un canalone, sino a pochi metri dalla sede stradale. Nessuno fortunatamente si è fatto nulla. Nei giorni scorsi è toccato invece a Lenno, con due grosse slavine cadute lungo la strada montana (a quota 1.000 metri) che collega Narro con Piazza. Strada che ora è interrotta. Impressionante il colpo d’occhio.

LE SLAVINE hanno trascinato dietro di loro tutto ciò che hanno trovato. Anche diversi grossi alberi sono stati sradicati come fuscelli. Sulle montagne della Val d’Intelvi e del Centro lago, il manto nevoso ha abbondantemente superato in alcuni punti i due metri. «La montagna non è assassina. Per affrontarla occorre una cultura e un’attenzione anche nell’ascoltare e conoscere le informazioni che si danno», afferma Giacomo Arrigoni, della XIX Delegazione del Soccorso Alpino di Lecco, che abbraccia le province di Lecco-Como-Varese-Pavia, con la disponibilità di oltre 250 persone.

LA LOCALITÀ Boffalora di Ossuccio, dalla primavera all’autunno inoltrato assai frequentata (vi è anche un punto ristoro), è da settimane isolata.
«Quasi due metri di neve la rendono di fatto inaccessibile», conferma il sindaco di Ossuccio, Massimo Castelli, grande appassionato di montagna, che domenica scorsa è transitato a poche centinaia di metri dal luogo in cui ieri si è staccata la slavina.
Anche la Comunità montana Lario Intelvese, attraverso l’assessore alla Protezione civile Alberto Berini, aveva diffuso un’allarme slavine. «Massima attenzione nelle escursioni in quota», l’appello della Comunità montana. Il rialzo delle temperature ha sicuramente giocato un ruolo determinante, soprattutto negli ultimi giorni, da quando cioè le segnalazioni di slavine sono aumentate. Anche la Stazione Lario Occidentale del Soccorso Alpino, che ieri pomeriggio ha lavorato fianco a fianco con il Soccorso Alpino di Lecco e col personale del 118, è da settimane in costante stato di allerta.