Una trentina
di alpinisti saliva la via Est: in coda 5 gardesani che “volano” per 150 metri
Travolti da una slavina sul
Gran Zebrù
Quattro i
feriti soccorsi dal 118 e dalla Finanza in un canalone a quota 3.000 metri.
Guariranno tutti in un paio di mesi per contusioni e fratture alle caviglie
provocate dai ramponi per la salita
SOLDA. Tragedia sfiorata ieri mattina poco
dopo le 8 sulla parete Est del Gran Zebrù dove una
trentina di alpinisti è stata investita da una slavina mentre stava
attraversando uno stretto passaggio di un canalone a quota 3.000 metri. In coda
un gruppo di trentini con la guida Paolo Calzà di
Riva del Garda che è stato travolto in pieno ed è “volato” per circa 150 metri.
Alla fine quattro i feriti subito recuperati e trasferiti in ospedale a Bolzano
e Silandro da 118 e fiamme gialle intervenuti con due
elicotteri e una decina di soccorritori. Nessuno è in pericolo di vita.
I quattro gruppi di scialpinisti germanici e italiani
- per un totale di una trentina di appassionati perfettamente attrezzati per
l’escursione - avevano già raggiunto quota 3.000 metri seguendo la via sulla
parete est del Grande Zebrù. Le condizioni
atmosferiche e della temperatura erano ideali e nulla lasciava presagire che,
mentre la lunga fila di scalatori stava attraversando uno stretto passaggio di
un canalone, potesse essere travolta da una slavina di medie proporzioni.
Ad essere investiti in pieno in particolare gli ultimi due gruppi, uno di
germanici e, l’ultimo, quello dei gardesani guidati da Paolo Calzà: sono letteralmente “volati” galleggiando sulla
grande massa nevosa appena staccatasi dal pendio sovrastante per almeno 150
metri. Immediato l’allarme al 118 lanciato proprio dalla guida gardesana
rimasto illeso, anche se contuso, al termine della drammatica caduta.
Fortunatamente nessuno è rimasto sepolto dalla neve come gli stessi
sopravvissuti, contandosi reciprocamente, hanno potuto accertare in pochi
istanti. Quattro di loro però erano feriti seriamente alle caviglie con
fratture provocate da quegli stessi ramponi che calzavano per compiere in
sicurezza la salita lungo il pendio. All’arrivo dei soccorritori con il Pelikan
1 del 118 e con l’elicottero della Guardia di finanza erano già stati messi in
sicurezza e pronti per essere trasferiti all’ospedale di Bolzano o a quello di Silandro. Il più grave, con la frattura di entrambe le
caviglie e contusioni multiple, è il noto assicuratore Gianni Gazzini, 60 anni di Riva del Garda; ferito anche se meno
seriamente il suo compagno di scalata Luca Lombardi di Malcesine,
mentre se l’è cavata solo con qualche botta un altro rivano, Marcello Ferrari
erede della più nota famiglia di alpinisti e commercianti di legname. Elisoccorsi
anche due turisti germanici, Hans Sepp Clip di Stanberg e Guido Lohmeimer Guido
di Monaco di Baviera. Il resto degli scalatori, per quanto ancoro sotto shock,
a quel punto è rientrato a valle a Solda dove ad
attenderlo c’erano i sanitari della Croce bianca.
La prima valanga è avvenuta sul Gran Zebru' nel gruppo dell'Ortles
Una seconda valanga si e' abbattuta, invece, in Val d'Ultimo, nei pressi del lago Verde
Bolzano, 25 apr. - (Adnkronos) - Due valanghe oggi in Alto Adige. La prima valanga e' avvenuta sul Gran Zebru', nel gruppo dell'Ortles e ha travolto un gruppo di 17 alpinisti. Quattro di loro sono rimasti sepolti dalla neve e sono stati recuperati vivi dai loro compagni di escursione. Due sono stati medicati in ospedale e dimessi. Altri due, Gianni Gazzini 62enne di Riva del Garda, nel Trentino, e il 41enne tedesco Klinst Hanna Feit, hanno riportato lesioni e fratture piuttosto serie.
Sono stati soccorsi con un elicottero e sono stati trasportati il primo all'ospedale di Bolzano, il secondo in quello di Merano. Una seconda valanga si e' abbattuta, invece, in Val d'Ultimo, nei pressi del lago Verde. La massa nevosa ha travolto due alpinisti, che sono stati subito tratti in salvo dai loro compagni di escursione.