BRESSANONE

domenica 20 febbraio 2000, S. Eleuterio

Valanga si abbatte su tre scialpinisti un morto e un ferito grave a Racines

TRAGEDIA SULLA NEVE

di Roberto Bonafé

RACINES. Dopo un periodo di relativa tregua, la morte bianca è tornata a colpire. Teatro della nuova sciagura della montagna è stata la val Racines, dove un giovane austriaco ha perso la vita e un suo compagno di escursione bolzanino ha subito lesioni gravissime. Un terzo scialpinista, pure bolzanino, se l'è cavata con uno shock. I tre sono stati investiti da una valanga.

La sciagura si è verificata verso mezzogiorno lungo la salita che porta sulla Punta di Montecroce in fondo alla val Racines. Tra le varie ipotesi formulate a posteriori, visto che sulla zona gravava una fitta nebbia, c'è anche quella che il gruppo di scialpinisti abbia deviato dal tradizionale itineriario, finendo alla base di una ripidissima china che si trova tra le rocce sommitali e il lago Butz. Fatto sta che - come più tardi ha raccontato la testimone Hildegard Wolfsgruber che era appena stata sorpassata dai tre - all'improvviso una valanga si è staccata dalle pendici sovrastanti, investendo il gruppo composto dai due bolzanini Stephan Stauder di 32 anni e Anton Prantl, nativo di Merano, di 63 anni, nonché dal ventinovenne Harald Mayr da Schönberg vicino ad Innsbruck.

Quest'ultimo e il Prantl sono stati investiti in pieno, tant'è vero che i soccorritori li hanno trovati sotto oltre due metri di neve. Stephan Stauder invece deve la propria incolumità al fatto di essere rimasto in superficie pur venendo trascianato a notevole distanza dalla massa omicida. L'allarme dato immediatamente da Hildegard Wolfsgruber ha fatto sì che nel giro di poco più di un quarto d'ora sul posto giungessero a bordo di due elicotteri gli uomini della Guardia di Finanza, del Soccorso Alpino del Cai di Vipiteno e Racines, nonché una squadra dell'Alpenverein. Nella loro opera di ricerca gli uomini sono stati aiutati anche da cinque cani da valanga.

Ci sono volute quasi tre ore di febbrili ricerche prima di individuare i tre sepolti. Il primo ad essere rinvenuto è stato Harald Mayr che ormai non dava più segni di vita. Poco più in là è stato trovato Anton Prantl in gravissime condizioni di ipotermia. I soccorritori hanno accertato che la sua temperatura corporea era scesa sino a 26 gradi. Per ultimo il caso ha voluto che i soccorritori trovassero Stephan Stauder che, come detto, se l'era cavata con un forte stato di shock ed una serie di contusioni. Mentre la salma dello sfortunato giovane austriaco veniva trasportata nella cappella mortuaria, Prantl e Stauder a bordo di un elicottero erano trasferiti all'ospedale di Bressanone. Per quanto riguarda il 63enne bolzanino la situazione è apparsa subito gravissima: un caso di ipotermia così prolungata in un soggetto non più giovanissimo dà poche speranze. I medici stanno comunque adottando ogni possibile terapia per salvare la vita dello sfortunato scialpinista.

In alta val Racines si sono portati anche i carabinieri di Vipiteno al comando del capitano Marco Bertossi per i rilievi del caso e per coordinare ulteriori ricerche che parevano necessarie in quanto si è a lungo temuto che sotto la neve fosse rimasta anche una quarta persona, una donna. Questo timore, come riferiamo più in dettaglio qui sotto, si è però per fortuna rivelato infondato.

BRESSANONE

lunedì 21 febbraio 2000, S. Pier Damiani

Valanga killer, due le vittime Anton Prantl non ce l'ha fatta Vano il trasferimento a Trento

LA TRAGEDIA DI RACINES

di Tiziana Campagnoli

RACINES. La valanga di Racines ha fatto la sua seconda vittima. Lo scialpinista bolzanino Anton Prantl, ricoverato all'ospedale di Trento in gravissime condizioni, è infatti deceduto sabato intorno alle ore 21 per lo stato di ipotermia a cui si erano aggiunte complicazioni cardiache. La valanga abbattutasi sui tre scialpinisti, due bolzanini ed uno austriaco, sabato a mezzogiorno sulla Punta Montecroce in val Racines, ha dunque fatto la sua seconda vittima.

Dopo l'austriaco Harald Mayr, trovato già morto dai soccorritori intervenuti sul posto, anche il bolzanino Anton Prantl non ce l'ha fatta a superare il gravissimo stato di ipotermia, a cui si erano aggiunte complicazioni cardilogiche, ed è morto sabato sera intorno alle ore 21 nel reparto di cardiologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento. Le condizioni del bolzanino sessantatreenne Anton Prantl erano subito apparse disperate ai soccorritori che ne avevano individuato il corpo sotto la massa nevosa. Il suo grave stato di ipotermia, aveva infatti una temperatura corporea di 26 gradi, aveva infatti fatto temere subito il peggio. Ma i medici dell'ospedale di Bressanone, dove il Prantl è stato ricoverato subito dopo il ritrovamento, hanno comunque tentato il tutto per tutto. E quando la situazione si è fatta disperata non hanno avuto altra possibilità, sabato sera intorno alle ore 19, che decidere per il trasferimento dell'uomo al reparto di cardiologia di Trento, uno dei reparti più all'avanguardia della regione. Ma è stato tutto inutile. Anton Prantl è infatti morto subito dopo l'arrivo a Trento.

Migliorano intanto le condizioni del secondo bolzanino coinvolto nella terribile tragedia. Il 32enne Stephan Stauder, che fortunatamente non era stato completamente sepolto dalla valanga, si trova infatti ancora ricoverato all'ospedale di Bressanone ma i medici assicurano che le sue condizioni sono soddisfacenti a parte ovviamente lo stato di schock in cui si trova. Con ogni probabilità l'uomo verrà dimesso già nei prossimi giorni e verrà ascoltato con calma dai carabinieri che potranno in questo modo ricostruire nel dettaglio ciò che è effettivamente successo sulla Punta Montecroce.

L'ipotesi più probabile, secondo gli esperti, è comunque quella secondo cui, dopo l'abbondante nevicata di tre giorni fa e con la temperatura calda di sabato, i tre scialpinisti, con il loro salire, avrebbero rotto l'equilibrio dello strato superficiale della neve facendola precipitare di colpo verso valle.