Nella tarda mattinata è franato un ammasso di neve, che dalla cresta del monte è arrivato fino alla località sciistica di Plaghera. Nessuna vittima. Allarme valanghe anche a Cortina.
SANTA CATERINA VALFURVA (SONDRIO) - Una valanga, definita anche dai testimoni
un evento assolutamente eccezionale, si è abbattuta in tarda mattinata
sulla località sciistica di Plaghera, a quota 2.300 metri. In quel momento
alcuni sciatori, che si trovavano nella zona, sono stati raggiunti dalla neve
e sommersi fino alla cintura, ma non hanno riportato lesioni. Stando ai racconti
dei presenti l'enorme slavina sarebbe stata provocata da un prima valanga che
si è staccata dalla cresta e che, cadendo, ha innescato altre due valanghe.
I primi sopralluoghi effettuati dagli uomini del Soccorso Alpino, Guardia di
Finanza, polizia di Stato, maestri di sci e volontari, hanno confermato che
la slavina non avrebbe causato vittime.
I pochi sciatori e turisti, che erano sulla pista Gavia, coinvolti nella valanga,
sono riusciti ad uscire da soli dalla neve e un maestro di sci che si trovava
sul posto, ha raccontato di non aver visto nessuno restare sotto la neve. La
slavina si è staccata poco dopo le 11 a quota 2.800 metri ed è
scesa fino a 2.100, con un fronte frastagliato di circa 300 metri. La parte
di pista da sci interessata è di circa 80 metri con accumuli nevosi di
10 metri. Oggi su tutta la Valtellina è tornato a splendere il sole e
le temperature si sono alzate, favorendo il rischio di valanghe e slavine. L'ultima
nevicata a Santa Caterina, stazione sciistica vicino Bormio, si è registrata
l'altro ieri.
Allarme a Cortina. Resta alto il pericolo di valanghe anche a Cortina dove
l'altra notte una slavina di grandi proporzioni è caduta sul Canalone
della Tofana. Gli addetti alle piste se ne sono accorti al mattino, quando hanno
trovato il canalone invaso da un muro di neve in blocchi, spesso dai 3 ai 5
metri. La valanga, con un fronte di una cinquantina di metri si è staccata
da un costone roccioso a circa 2.400 metri d'altitudine, e dopo un balzo è
arrivata sulla pista (già chiusa per il rischio di slavine) percorrendola
fino alla fine. Nessun danno alle attrezzature e ovviamente nessun rischio per
gli sciatori, dato che a quell'ora non c'erano persone sulle piste. Il tratto
interessato dalla valanga è sorvolato, a grande altezza, da una campata
della seggiovia quadriposto che sale fino al rifugio Duca D'Aosta.
Sull'are sciistica della Tofana sono rimaste aperte solo due piste, i Labirinti
e la Olimpia, mentre le altre sono chiuse per il pericolo di valanghe; un rischio
calcolato dal centro di Arabba nel grado 3 (marcato) su una scala che ha un
massimo di 5 punti. Valanghe di queste dimensioni, ad opinione di alcuni conoscitori
dell'area, non si verificavano da molti anni sul gruppo delle Tofane.
Diminuisce il rischio in Piermonte. Oggi ha fatto più caldo di ieri, in Piemonte, ma il rischio di valanghe, secondo gli esperti, resta stabile o in lieve diminuzione: di grado 3 (su una scala che ne prevede 5) sulle Alpi Lepontine e Pennine, dove le nevicate dei giorni scorsi sono state più abbondanti, e 2 sugli altri settori. La situazione resta tuttavia di allerta, anche perché oggi la massima a 2.000 metri di altitudine è salita sopra lo zero (0,4 gradi) e valanghe di piccole e medie dimensioni si sono staccate dai pendii più ripidi, come d'altronde era già successo ieri. Il pericolo maggiore sembra tuttavia passato e la giornata più critica è stata quella di sabato scorso, quando è piovuto anche ad alta quota. Domani, inoltre, le temperature dovrebbero nuovamente abbassarsi: secondo le previsioni del settore meteoidrografico della Regione, le minime saranno comprese tra -1 e -3 e le massime tra 5 e 7, mentre saranno possibili deboli nevicate su Astigiano, Alessandrino e Vercellese. Negli otto capoluoghi di provincia del Piemonte, la colonnina di mercurio è scesa sotto lo zero soltanto ad Asti (-1.3).
( IL NUOVO 9 GENNAIO 2001, ORE 12:30, ultimo aggiornamento alle ore 16:52)
Giovane travolto e ucciso dalla valanga
Senales, germanico muore fuori pista
Salvo, invece, il suo amico americano
ALTO ADIGE
Di BEPPE BONURA
Due giovani, un tedesco e un americano, alla ricerca di forti emozioni fuori
pista con i loro snow board. Uno di loro però, Alexander Paul Heck germanico
di 23 anni, non tornerà più a casa. Ha pagato con la vita la sua
imprudenza, rimanendo schiacciato sotto una valanga. Il suo compagno, invece,
se l´è cavata con una spalla lussata. La tragedia si è verificata
ieri pomeriggio in val Senales, a quota 2200, vicino agli impianti a monte di
Maso Corto, a Lazaun. I due snowboarder avevano raggiunto la val Senales, provenienti
dal Brennero, a bordo della vecchia «Opel Kadett» della vittima,
che avevano lasciato nel parcheggio a valle della funivia del ghiacciaio. In
programma una giornata di relax sulle loro tavole da neve. Poco prima delle
16, la fatale voglia di chiudere le discese con il brivido del fuori pista.
Una scelta imprudente: le condizioni della neve sono critiche e il rischio di
valanghe altissimo a causa delle recenti precipitazioni e delle continue escursioni
termiche. Così accade che i due, entrati a piedi in un canalone, finiscano
per tagliare con i loro snow board il fronte instabile. Un boato e i ragazzi
in un attimo finiscono travolti da un´imponente massa bianca. Grida disperate
e il rumore cupo della valanga vengono udite dai manovratori della funivia,
che subito allertano una vicina pattuglia del Sagf, il soccorso piste della
Guardia di Finanza di Certosa. In un attimo le Fiamme gialle sono sul posto
della tragedia. Trovano uno dei due giovani, Andrew Fuller, un cittadino americano
di 22 anni che lavora come cuoco in Germania, a Garmisch. È riuscito
in qualche modo a galleggiare sulla valanga. È fuori dalla morsa bianca
con la testa ed un braccio, cosciente. I due militari lo estraggano da quella
trappola micidiale: ha una spalla lussata, è sotto shock e invoca aiuto
per il suo amico. Intanto è già scattato l´allarme generale.
Si muovono gli elicotteri (Pelikan e Aiut Alpin Dolomites), mentre altri finanzieri
raggiungono il posto da Certosa, assieme ai carabinieri e alle squadre del Soccorso
alpino guidate da Toni Raffeiner. Ci sono anche cinque unità cinofile:
tre del Sagf e due fra Brd e Cri. Oltre una ventina di uomini sono mobilitati
nell´affannosa ricerca del disperso. Una disperata lotta contro il tempo,
dove ogni secondo può essere decisivo per salvare una vita. Poco prima
delle 16.30, il ritrovamento. Purtroppo per il giovane tedesco non c´è
più nulla da fare. Alexander Paul Heck, originario di Monaco ma residente
a Seehausen, è morto per politrauma e soffocamento dovuto allo schiacciamento
prodotto dalla massa nevosa. Il suo compagno, intanto, è stato portato
a valle dall´elisoccorso e poi trasportato in ambulanza all´ospedale
di Merano, dove attualmente si trova ricoverato. Le sue condizioni - fortunatamente
- non destano preoccupazione. Pare comunque che nessuno dei due fosse dotato
di segnalatore, un piccolo radio-segnale che spesso è capace di salvare
le vite, consentendo una rapida individuazione di chi è finito sotto
la valanga. Il corpo di Alexander Paul Heck è stato ricomposto nella
cappella mortuaria di Certosa. I carabinieri della locale stazione hanno provveduto
ad informare le autorità consolari tedesca e americana, nonché
il magistrato italiano.