Maltempo killer, tre morti


Due sciatori sono stati travolti da una slavina in Valle d'Aosta. Un uomo è morto in mare a Gorizia. Nel nuorese 5 speleologi sono bloccati in una grotta. Pioggia, neve e vento al Sud. Gelo e forte vento al Nord.




MILANO - L'ondata di maltempo che si sta abbattendo sull'Italia miete le prime due vittime: due sciatori alpinisti travolti da una valanga in Valle d'Aosta. Un uomo è morto a Gorizia nel naufragio della sua piccola imbarcazione rovesciata dalla bora. Pioggia, vento e neve stanno colpendo violentemente intanto anche il Sud Italia, creando danni e disagi in particolare a Palermo, in Basilicata e in Calabria. Per la pioggia nel nuorese sono rimasti bloccati cinque speleologi all'interno di una grotta. Al Nord, avvolto dalla morsa del gelo (nel Veneto è stata toccata la punta di -20), interrotta nella notte la linea ferroviaria nel savonese per la caduta di tre alberi. Mentre la bora a Trieste supera sempre i 140 km/h.

Due morti in Valle d'Aosta. Due sci-alpinisti sono morti questa mattina dopo essere stati travolti da una valanga. Le vittime sono Raul Giudici, 53 anni, residente a Gorgonzola, e Remo Gulmini, di 62 anni, residente a Vigevano. Facevano parte di una comitiva di 20 sci-alpinisti che stava raggiungendo la cima del monte Shaligne, una vetta di 2.600 metri che domina la città di Aosta. Stavano salendo lungo un canalone quando dalla cima, dopo che alcuni di loro erano svettati, è partita una valanga con un fronte di circa 300 metri che li ha trascinati a valle per oltre 400. Assieme a loro sono stati travolti altri due alpinisti che sono riusciti miracolosamente a "galleggiare" sulla slavina. Le due vittime sono state immediatamente soccorse dai compagni di escursione, tutti dotati di "Arva" l'apparecchio che emette segnali acustici e che consente di individuare le persone sotto la neve. Sul posto sono intervenute circa 30 persone del soccorso alpino valdostano e i medici del 118 che non hanno potuto far altro che constatarne la morte.

IL NUOVO




Le vittime, 52 e 62 anni, erano partite questa mattina
per raggiungere la vetta del monte Shaligne

Valle D'Aosta, valanga
travolge due alpinisti



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AOSTA - La montagna è tornata a uccidere. Due sci-alpinisti sono morti questa mattina in Val d'Aosta dopo essere stati travolti da una valanga. Raul Giudici, 53 anni, residente a Gorgonzola, e Remo Gulmini, di 62 anni, residente a Vigevano, erano partiti questa mattina di buona ora. Con loro c'erano altre venti persone, una comitiva, decisa a raggiungere la cima del monte Shaligne, una vetta di 2.600 metri di altezza, che domina la città di Aosta.

La tragedia si è consumata in pochi minuti. Alcuni compagni avevano già raggiunto la vetta del monte, mentre altri quattro stavano salendo lungo un canalone quando dalla cima, è partita una valanga con un fronte di circa 300 metri che li ha trascinati a valle. I quattro sono stati travolti per oltre 400 metri.

Con le due vittime sono stati trascinati a valle altri due sci-alpinisti che però sono riusciti a "galleggiare" nella neve e quindi a salvarsi. Il gruppo era partito attrezzato. I compagni di escursione hanno subito soccorso i quattro cercando i corpi con i cosiddetti apparecchi "Arva", che emettono segnali acustici in grado di individuare le persone sotto la neve. Sul posto sono anche arrivate circa trenta persone del soccorso alpino valdostano e i medici del 118. Ma non c'è stato nulla da fare e i sanitari non hanno potuto far altro che constatare la morte dei due alpinisti.

(14 gennaio 2001)LA REPUBBLICA


Val d'Aosta: due istruttori Cai vittime di valanga








Erano entrambi istruttori nazionali del Club Alpino Italiano i due escursionisti travolti stamane da una valanga che si è staccata sui monti che sovrastano Aosta.

Un' altra disgrazia dovuta alle bizzarrie di un inverno che alterna neve e freddo a temperature miti. Le salme di Raul Giudici, 53 anni ,di Gorgonzola (Milano), e di Remo Gulmini, 62 anni, di Vigevano (Pavia), sono state composte nell'obitorio del cimitero di Gignod, il comune della valle del Gran San Bernardo sul cui territorio si è verificata la disgrazia.

Un evento «imprevedibile» secondo i loro sette amici, tutti del Cai di Vigevano: «Raul e Remo - affermano - erano grandi esperti della montagna». L' inchiesta sull' accaduto è affidata alla Guardia di Finanza di Entreves, intervenuta con i propri uomini del soccorso alpino comandati dal brigadiere Delfino Viglione.

«Fortunatamente - spiega il brigadiere - tutti gli escursionisti procedevano con gli sci in spalla; altrimenti sarebbe stata una tragedia. Gli sci ai piedi, infatti, impediscono i naturali movimenti di protezione e peggio ancora non consentono di 'galleggiarè sulla massa nevosa». Gli amici delle due vittime, in evidente stato di shock, sono stati sentiti dagli inquirenti nel municipio di Gignod.

Non hanno voluto commentare l' accaduto; alcuni hanno già lasciato la Valle, altri si sono fermati per vegliare i morti. Il medico legale ha già compiuto una prima autopsia; domani ne eseguirà una seconda e poi il magistrato darà il nullaosta per la sepoltura. La slavina-valanga si è staccata dalla vetta del monte Chaligne (e non Shaligne), una vetta di 2.600 metri che domina Aosta, di fronte a Pila; in questi giorni è imbiancata per le abbondanti nevicate.

È stata proprio la neve caduta ieri una concausa della disgrazia. Pare che il manto nevoso, a causa delle temperature non rigide, non fosse ancora ben consolidato. È perciò scivolato a valle al passaggio dei due istruttori alla guida del gruppo del Cai di Vigevano, a cui si era aggregato un' altro gruppo di una decina di scialpinisti. Punta Chaligne è una classica dello sci alpinismo ed un itinerario escursionistico estivo.

Dal fondo valle si raggiunge l' abitato di Bhutier (1.500 metri di quota) con l' auto e poi con gli sci si inizia la salita. La comitiva stava affrontando gli ultimi cento metri, i più ripidi. Erano le 11 di una giornata di sole. Si è staccata una slavina che ha provocato una valanga con un fronte di circa 300 metri che ha investito quattro escursionisti. Due si sono salvati.

Raul Giudici e Remo Gulmini sono morti sotto mezzo metro di neve; più per i traumi che per soffocamento.

.(14 gennaio 2001) LA STAMPA

Erano esperti, da quarant'anni scalavano vette

" Val d'Aosta: due istruttori Cai vittime di valanga

di Beatrice Mosca

AOSTA Due scialpinisti sono morti ieri mattina mentre salivano alla vetta del Monte Chaligne (2300 metri) nella valle del Gran San Bernardo. Le vittime, Remo Gulmini, 62 anni, di Vigevano (Pavia) e Raul Giudici, 53 anni, di Gorgonzola (Milano), erano due istruttori del Club alpino italiano. Facevano parte di un gruppo di 9 persone del Cai di Vigevano al quale lungo la salita alla Punta Chaligne si era unita un'altra comitiva, sempre del Cai. Esperti di montagna, conoscitori di insidie e pericoli: ma questa neve così instabile per gli improvvisi sbalzi di temperatura di questi giorni ha tradito anche loro. La marcia di avvicinamento alla vetta della montagna che sovrasta il Comune di Gignod, a pochi chilometri da Aosta, non aveva comportato alcun problema malgrado le abbondanti nevicate dei giorni precedenti. Il percorso sci-alpinistico scelto dalle due comitive del Cai non presenta particolari difficoltà, è una gita "classica" che si compie di due o tre ore e che non richiede grande esperienza se non la capacità di riconoscere le insidie dovute allo stato della neve, in questo periodo abbondante e poco assestata. Ieri il rischio di distacco di valanghe era indicato al valore "3" della scala che va da 1 a 5. Le due comitive, che formavano un unico grande gruppo, avevano percorso il primo tratto della salita con gli sci e le pelli di foca. Poco prima che la neve cedesse sotto il loro peso avevano deciso di proseguire a piedi e questo ha contribuito a salvare la vita a molti di loro. Erano le 11,15 circa quando dal versante della montagna si è staccata una massa di neve con un fronte di circa 300 metri. Dieci dei venti scialpinisti che si trovavano a circa 60 metri dalla vetta del Monte Chaligne, sono stati travolti dalla valanga e trascinati a valle per 400 metri. Liberi dagli sci, otto di loro sono riusciti a "nuotare" nella neve e a rimanere in superficie. Remo Gulmini e Raul Giudici non ce l'hanno fatta. I primi ad accorrere in loro soccorso sono stati gli stessi compagni d'escursione che sono riusciti ad individuarne subito la posizione grazie ai segnali acustici emessi dall'apparecchio "Arva", di cui tutti erano dotati. Il frenetico lavoro per liberarli dai 50 centimetri di neve che li ricoprivano non è servito a salvare i due istruttori del Cai. "È sempre stato uno sciatore-alpinista prudente, esperto di ascensioni in alta montagna. Per Remo Gulmini, quella sul monte Chaligne, doveva essere una semplice scalata di routine". A parlare è Gianfranco Francese, iscritto alla sezione di Vigevano del Club Alpini Italiani da dove, ieri mattina, era partito il gruppo di sci-alpinisti travolto dalla valanga. Remo Gulmini, istruttore nazionale del Cai, praticava ascensioni in alta montagna da oltre quarant'anni. "Aveva scalato vette di tutto il mondo - continua Francese - e, qualche anno fa, partecipò ad una impegnativa spedizione sul Kilimangiaro, in Africa. Per noi, una scalata come quella sul monte Chaligne è di solito un semplice allenamento".

LA STAMPA .(14 gennaio 2001)