Tragedia vicino a Salisburgo.
Le vittime erano fuoripista
Recuperati i corpi, quasi tutti austriaci.
Seguivano un corso per maestri. Forse errate le previsioni meteo Un gruppo di esperti dal nostro inviato
LEONARDO COEN
SALISBURGO - Dodici morti, due dispersi. Due persone erano state tratte in salvo, ma, mentre una ragazza se l'è cavata con lievi ferite, è morto invece più tardi in ospedale un danese. Le vittime sono quasi tutte austriache. Ci sono anche tedeschi e olandesi. Questo il terribile bilancio di una valanga che ieri pomeriggio, pochi minuti prima delle quindici, si è abbattuta sui fuoripista sotto il ghiacciaio di Kitzsteinhorn, lungo il versante occidentale della montagna che si trova sopra Kaprun, noto centro sciistico del Salisburghese, un villaggio assai pittoresco attraversato dal torrente Kaprun Ache, con una bella chiesetta costruita su un rialzo dl terreno, a fronteggiare le possenti montagne sopra Zell am See, come il celebre Grossglockner, mito del turismo austriaco.
A raccontare quel che è successo, ci ha provato uno choccato testimone oculare. Si trovava dall'altra parte della parete innevata, oltre i duemila metri d' altezza, all'inizio di un ripido canalone, ed ha assistito impotente alla tragedia: "Tutto è avvenuto all'improvviso, e io non ho potuto far nulla perchè la valanga si è abbattuta con la velocità di un cannonata". Una donna del gruppo è riuscita tuttavia a salvarsi, sgusciando fuori dalla valanga, e a dare l'allarme con il suo cellulare, chiamando immediatamente il soccorso alpino: sul posto si sono precipitate decine di squadre e sei elicotteri, secondo quel che ha riferito la gendarmeria di Zell am See, nel tracciare un primo, provvisorio e doloroso bilancio. Ciò che rende ancora più insopportabile la disgrazia è che tutti i quindici sciatori coinvolti erano molto esperti: una dozzina di loro, infatti, stava seguendo il corso per maestri e con loro c'erano tre istruttori provetti. Non solo: tutti portavano addosso il "bip" che segnala la posizione di chi rimane sepolto nella neve.
Insomma, non è il solito caso di imperizia. Anzi: il bollettino meteo segnalava pericolo moderato a proposito di valanghe e slavine, nella tabella che circoscrive i rischi tra 1 e 5, c'era scritto "livello 2", ossia assolutamente normale di questa stagione. Che l'escursione dei quindici non fosse irresponsabile lo conferma il testimone oculare - un giovanotto olandese - davanti alle telecamere dell'ORT, la televisione di stato austriaca: "Stavano passando sotto una parete di roccia, uno in fila dietro l'altro, erano almeno una quindicina. Ma non era un passaggio molto impegnativo. Sciavano con molta sicurezza, ed avevano adottato ogni cautela. Anche perchè nei giorni scorsi aveva nevicato abbondantemente.
In quel punto, sul versante occidentale del Kitzsteinhorn (un picco che raggiunge i 3203 metri, ndr), c'è un canalone abbastanza largo. Ho visto che uno di loro, l' ultimo della fila, controllava la parete, mentre gli altri che lo precedevano, tiravano dritto. Tutto stava filando liscio fino al momento in cui pure l'ultimo si è mosso, per andare a raggiungere i colleghi. E' stato proprio quando è passato lui che si è staccata la valanga: lungo un fronte di centocinquanta metri. Li ha seppelliti in un attimo". "Todeslawine" le chiamano in Austria, le slavine della morte. Ma a Kaprun non c'erano mai state, prima. Sole e neve sicura sono lo slogan dell'Europa Sport Region, il comprensorio sciistico di questa zona che raggruppa anche le piste di Zell am See. Nell'aprile del 1967 è qui che venne inaugurata la prima cremagliera mai costruita in Austria su un ghiacciaio: così che si scia tutto l'anno. Il ghiacciaio del Kitzsteinhorn si raggiunge dove la valle finisce contro l'enorme diga idroelettrica del Wasserfallboden, e ci si può arrivare anche in auto. A quota 2452 c'è un Alpincenter - la stazione d'arrivo della funivia - ed è da qui che le comitive degli escursionisti partono per i loro raid fuoripista.
Un immenso mare di neve e ghiaccio. A sinistra si sale sino ad oltre quota tremila, prendendo la funivia Sonnenkarbahn. Usciti dal Panorama Tunnel si ha dinanzi il Grossglockner e, alle spalle, il picco di pietra ("Steinhorn") del Kitzsteinhorn. Ed è probabilmente da questa parte che i quindici si sono lanciati, anche perchè la pista Gipfelabfahrt è una "nera", adatta cioè ai più bravi. D'altra parte, se si vuole avere il brevetto di maestri, bisogna saper affrontare le prove più impegnative. Ma nulla si può contro la fatalità. Forse, hanno sbagliato quelli del meteo, nel classificare solamente a livello 2 le condizioni della neve. Ieri mattina, sopra Kaprun e sul Kitzsteinhorn pioveva, per un rialzo della temperatura, fenomeno che determina sempre lo stacco delle slavine e delle valanghe. Verso mezzogiorno c'era stata una schiarita, e anche questo particolare avrebbe forse dovuto inquietare perlomeno gli istruttori locali. Lo sci di primavera, purtroppo, fuori dalle piste battute, è spesso una scommessa.
Come dimostra l'infinito numero delle sciagure che punteggiano l'intero arco alpino. Non più tardi di un mese fa, per esempio, in Alto Adige, il 21 febbraio, nella zona di Tarces, in val di Mazia, quasi al confine con l'Austria, una valanga ha ucciso quattro sciatori-alpinisti. Lo stesso giorno, a Davos, in Svizzera, i morti furono tre. La "morte bianca" non ha frontiere, non avvisa mai nessuno. Può solo essere prevenuta. Esistono carte che dividono le montagne a rischio in "zone blu" e "zone rosse", quelle più pericolose. Ma i vecchi delle montagne dicono: "Le valanghe non sanno se cadono in zona rossa o in zona blu...".
Repubblica 29 marzo 2000
Valanga in Austria almeno dodici vittime
La tragedia nel massiccio del Kitzsteinhorn a una cinquantina di chilometri da Salisburgo
SALISBURGO - Ancora vittime di una valanga in Austria. Si tratta di un gruppo di maestri di sci, sorpresi dall'ammasso di neve sul monte Kitzsteinhorn (3.023 metri), nella località sciistica di Kaprun, 50 chilometri a sud di Salisburgo, poco lontano da Zell am See. Le vittime accertate sarebbero dodici, e due i dispersi. Ma sul numero preciso delle persone travolte ancora non c'è certezza. Le vittime, i cui corpi sono stati finora recuperati, sembra siano in gran parte di nazionalità austriaca, ma ci sarebbero anche alcuni tedeschi, cechi e un danese, morto dopo essere stato trasportato in elicottero all'ospedale di Salisburgo.
Un'altra persona, con lievi lesioni, è attualmente ricoverata nell'ospedale di Zell am See. L'incidente è avvenuto in una zona molto conosciuta dagli amanti dello sci. Il gruppo di maestri. A lanciare l'allarme è stata una delle partecipanti alla gita, una donna che è riuscita a comunicare grazie al suo telefono cellulare. La valanga si è staccata su un fronte di 400 metri e per una lunghezza di un chilometro e mezzo, poco dopo le 14, travolgendo un gruppo di persone che si trovava fuori pista. Secondo la televisione austriaca, il gruppo si sarebbe trovato in quella zona, dove nei giorni scorsi si erano avute eccezionali nevicate, per un corso sulla conoscenza delle valanghe. Un testimone oculare riferisce che un membro del gruppo, forse la guida, potrebbe avere provocato involontariamente la valanga. Secondo altre testimonianze, a causarla sarebbero state invece due persone coi loro snowboard, di cui non si conosce ancora la sorte.
Repubblica (28 marzo 2000)