Alpinisti intrappolati ad alta quota in Valle d'Aosta muore un tedesco, drammatico salvataggio di tre italiani.
GIANNI PINTUS- Aosta
Improvviso ritorno del "generale inverno" sulle montagne piemontesi e valdostane. Un inferno di fiamme su molte regioni del Mezzogiorno d'Italia. La Penisola è meteorologicamente spaccata in due da quest'estate che ha trasformato in carta straccia tutte le previsioni degli esperti di condizioni climatiche.
Il bilancio più grave è sulle vette alpine. Un morto, tre dispersi recuperati dopo un'angosciosa opera di soccorso, decine di scalatori e studiosi bloccati ad alta quota. È agosto, ma per gli uomini del soccorso alpino è come se fosse pieno inverno.
Sulle montagne al confine con la Valle d'Aosta e il Piemonte settentrionale, la colonnina di mercurio è repentinamente precipitata di molti gradi sotto lo zero e la caduta della temperatura è stata accompagnata da nevicate abbondanti e da raffiche di vento siberiano. Il brusco peggioramento delle condizioni meteorologiche ha sorpreso sul massiccio del Monte Rosa decine di alpinisti, e la stessa drammatica situazione si è verificata sulla catena del Gran Paradiso.
Le ultime quarantott'ore hanno visto una straordinaria mobilitazione per impedire che l'offensiva agostana del "generale inverno" si trasformasse in strage. Ma andiamo per ordine. La situazione più difficile si è verificata sulle pareti del Monte Rosa dove le precipitazioni nevose hanno creato in quota un manto che supera il metro d'altezza, la temperatura è scesa a sette gradi sotto lo zero e spira un vento freddissimo che ha sfiorato 100 chilometri all'ora. E proprio il freddo polare è costato la vita ad un alpinista tedesco, Alfred Weiser, di 44 anni, sorpreso dalla tormenta sul massiccio del Gran Paradiso. Quando le squadre di soccorso alpino valdostano lo hanno raggiunto a poche decine di metri dalla vetta, le sue condizioni sono apparse subito gravissime. Lo scalatore, che era giunto in Italia da pochi giorni in compagnia di altri due appassionati di montagna, è stato subito trasportato all'ospedale di Aosta. I medici del pronto soccorso gli hanno registrato una temperatura corporea di appena 20 gradi e tutte le cure praticategli non sono riuscite a salvargli la vita.
Nonostante fosse attrezzato per le scalate ad alta quota e disponesse di attrezzature e di abbigliamento adeguati alle vette alpine, i suoi vestiti erano completamente fradici a causa del violento temporale che giovedì sera ha investito l'intera zona. Gli abiti bagnati sono stati fatali all'alpinista tedesco che durante la notte non è riuscito a ripararsi ed ha affrontato la brusca caduta del termometro in condizioni disperate.
Più fortunati sono stati i due compagni di Alfred Weiser che si sono completamente ristabiliti poco dopo essere stati trasportati a valle dalle squadre dei soccorritori. Si è invece conclusa a lieto fine l'avventura di tre scalatori piemontesi bloccati dal maltempo sotto la Punta Castore, a 4.150 metri di quota, nella catena del Monte Rosa. Massimo Forni, Marco Bricchetto e Marco Linetti, tutti di Verbania, sono stati accompagnati dalle guide a piedi al rifugio Quintino Sella, perché l'elicottero del soccorso alpino non ha potuto levarsi in volo per le proibitive condizioni meteorologiche.Sono molto stanchi ed infreddoliti - ha detto Giuliano Trucco, responsabile del soccorso alpino valdostano - ma tutto sommato stanno bene se si considera che hanno trascorso la notte all'addiaccio a oltre 4mila metri di quota". I tre alpinisti erano partiti giovedì mattina dal rifugio Quintino Sella per tentare la scalata di Punta Castore. Durante l'ascensione sono stati sorpresi dalla bufera e hanno perso l'orientamento.Si sono salvati da gelo riparandosi come potevano tra le rocce a pochi metri dalla vetta.Ieri pomeriggio sono stati tratti i in salvo.
Sempre sulle montagne valdostane, nella capanna Margherita, il più alto rifugio alpino d'Europa a 4.559 metri di quota, sono bloccati dall'offensiva invernale 25 alpinisti. Si tratta di una guida statunitense, di un suo cliente e di 23 medici dell'Università di Zurigo che da venti giorni stanno eseguendo sulle pareti del Monte Rosa studi e ricerche sulle patologie montane. Il bollettino dell'improvvisa offensiva del generale inverno si chiude con una ventina di escursionisti che il maltempo ha costretto a rifugiarsi alla capanna Gniffetti e tra le pareti del rifugio Mantova a 3.650 metri di quota.
Il Giornale
20 agosto 1999