VALANGA AI SIBILLINI

11 maggio 2008

Erano al termine della discesa dell'imbuto sul vettore. Sci in spalla da circa venti minuti stavano scendendo a piedi l'ultimo colatoio alla fine del quale c'è il sentiero che poi porta alla strada, erano in otto. I primi due, quelli più avanti, sono stati solo sfiorati gli altri sono stati investiti.La valanga di fondo è partita dall'alto e loro a causa del vento non l'hanno sentita ma solo vista all'ultimo;grossi blocchi di neve arrotondati dal lungo percorso, sassi e rami dimensione di circa 1 metro cubo. All'urlo valanga si sono spostati e hanno cercato di salire sugli alberi di fianco al colatoio, ma la marina e andrea sono stati trascinati via e alberto invece dal lato opposto del colotaio senza alberi ha cercato di ancorarsi alle rocce, ma è stato trascinato dentro dallo spostamento. Hanno galleggiato tutti e tre ma le dimensioni dei blocchi erano grossi, e la marina ne ha preso uno violento alla schiena rotto lo sci e lo zaino all'inizio non muoveva gli arti, mentre andrea tagliato un pò l'orecchio e rotto la clavicola, alberto qualche escoriazione e livido.Spessore del fronte notevole circa 2,5 mt.

Elicottero per tutte e due Andrea portato all'ospedale di Ascoli con ambulanza mentre la Marina direttamente con elicottero all'ospedale dell'aquila.

 

Il Gran Imbuto con in fondo la strettoia

parte finale della discesa con gli sci

 

Finita la neve si tolgono gli sci

 

Foto del Gran Imbuto in versione estiva

 

Disegno dell'evento

 

Altro disegno dell'evento

Carissimi amici
In questi giorni “post- disavventura” il mio primo pensiero è andato e và alla Marina (alla gravità della sua lesione, alla delicatezza dell’ intervento chirurgico di 8 ore! che ha subito mercoledì e alla fase riabilitativa che seguirà). Spero che possa tornare presto a casa e non vedo l’ora di rivederla!!!
Poi, non so voi, ma io mi sto interrogando sull’ accaduto.
SIAMO STATI SOLO VITTIME DEL FATO, DELLA MALASORTE E DI CIO CHE ERA IMPREVEDIBILE O ABBIAMO COMMESSO QUALCHE IMPRUDENZA, QUALCHE SOTTOVALUTAZIONE, TROPPO DISINVOLTI E POCO ATTENTI AI SEGNALI DELLA NATURA?
Cavolo, più ci ripenso più faccio fatica a crederci, In Appennino, nel “giardino di casa”!!!, a primavera inoltrata, in una mattina non calda, quando eravamo praticamente arrivati; come è possibile tanta violenza!!!!???? Ho provato a fare 2 conti: 1000 mc!!! venuti giù sopra le ns. teste a 100 Km/ora!!! Possibile?

Circa due settimana prima dal fattaccio, uno scialpinista marchigiano incontrato al lago di Pilato mi aveva riferito di essere stato coinvolto Il 15 Maggio dello scorso anno durante la discesa nell’anfiteatro dell'Imbuto, da una piccola valanga che l'aveva trascinato (senza conseguenze, ma con molta paura) per una trentina di metri.

Parlando ieri mattina con due abitanti locali, che hanno da sempre frequentato la zona, mi hanno detto che i distacchi avvengono sempre nella zona alta del bacino.

Dalla mia osservazione diretta effettuata da Monte Gallo, è chiaro che gli accumuli di neve incontrati durante la discesa nel canale, sono ancora lì, in particolare uno posizionato a circa metà del canale evidenzia grossi solchi nerastri, ma nel complesso risulta ancora ben visibile ed integro.

La valanga è stata del tipo “di fondo” caratterizzata dal completo distacco delle strato nevoso dal fondo erboso sottostante, formata da grosse palle di neve sporca e vecchia.

Leggendo su internet, questo tipo di scivolamento su un terreno come il nostro ha di norma una velocità di circa 50 – 70 km/h, che si mantiene più o meno costante per l’attrito subito sul terreno. All'inizio è molto lento.

Per percorrere 160 m ciò corrisponde ad un tempo di scivolamento di circa 8-11 secondi, assolutamente compatibile con la sensazione personale di quei momenti.

Il rumore creato dallo scivolamento, tendenzialmente non di elevata velocità, è stato probabilmente di bassa frequenza e non di forte intensità; inoltre anche la morfologia del canale, molto stretto e ripido purtroppo non ha permesso il naturale allarme sonoro di ciò che stava avvenendo.

Osservando la montagna, già nei giorni successivi, ci è stato riferito da locali che si notava ben visibile una placca nera circondata da neve sul versante esposto a EST del catino centrale. Questa area è ancora visibile, nella parte sottostante si nota ancora lo scolo di scarico, marcato e scuro. Vi assicuro che a occhio nudo la cosa è molto evidente .

Il fatto che sia a EST è ovviamente compatibile con il maggior riscaldamento mattutino.

Altre foto dell'evento :

inizio discesa nel canalino

il canalino con i segni del passaggio della valanga

Punto di arresto della valanga

particolare della valanga

I resti degli sci e dello zaino della Marina

Altra foto del canalino

Il recupero con elicottero della Marina

Altri commenti

Enrico Masi

Perché ancora alla mia domanda non sono riuscito a dare una risposta e chissà se mai ne potrà avere una! Anche perché il confine tra PREVEDIBILE e IMPREVEDIBILE tra DESTINO e IMPRUDENZA penso non sia sempre così netto e definito.
In aggiunta a quanto già sai, ti posso dire:
• La gita non è stata improvvisata il giorno prima, ma era da fine aprile che la puntavamo, i primi di maggio (a causa venti caldi da sw) avevamo rinunciato, mentre invece il 10/05 sembrava “un giorno perfetto” bel tempo, aria secca e soprattutto non caldo grazie a correnti da NE, prima che rientrasse lo scirocco il lunedì sucessivo.
• Noi che abbiamo risalito completamente il “Grande Imbuto” siamo partiti alle 6,00 e durante la salita (eseguita senza particolari problemi in parte con sci e in parte con ramponi e picca su neve fondamentalmente portante) non abbiamo notato niente di particolare. In qualche punto (pendenza 40-45°) vi era qualche crepa di distacco ed in un punto anche una piega plastica, ma io non vi ho dato particolare importanza reputando questi segni caratteristici di “movimenti lenti” non pericolosi e tipici di fine stagione.
Ora a posteriori sono andato a vedere (tramite foto) come era ed è il suolo del grande Imbuto nel suo insieme e mi pare di capire che sia ben poco articolato e quasi privo di asperità utili ad “aggrappare” e trattenere il sovrastante manto nevoso residuo. Pertanto già da metà mattinata alle quote più basse l’acqua di fusione và a lubrificare il suolo/strato di scorrimento scivolamento e degli innocui movimenti lenti si possono trasformare in dei micidiali movimenti veloci!!!!

Ma se così fosse la finestra per fare il grande imbuto “in sicurezza” si ridurrebbe drasticamente! Bisognerebbe andare sempre a fine stagione (perché in inverno è evidente che è molto più pericoloso), ma con temperature di 0°c anche alle basse quote!!!! (Molto più semplice beccare la finestra per fare l’Everest prima che entrino i monsoni!) in altre parole se così fosse tutte le decine e decine di persone che ogni primavera fanno il “grande Imbuto” giocano alla roulette russa e il 5% di rischio residuo per questa gita (ed altre analoghe) diventa un 50%!!!???

Foto panoramica del luogo dell'incidente

CONCLUSIONI FINALI

Le ipotesi più attendibili sono che, nonostante il rigelo notturno, il fondo non ha raggiunto le temperature sufficienti a rigelare, quindi rigelo solo superficiale. L'acqua ha creato uno strato di scorrimento e le temperature già alte delle 11 del mattino hanno permesso a tutto il pendio di partire.