Considerazioni tratte dai corsi SVI e dalla lettura del testo : "Il rischio di valanghe" di W.Munter. Tali considerazioni vogliono essere la base per chi vuole addentrarsi nello studio delle valanghe, ma anche la base di conoscenza per chi vuole muoversi nell'ambito della montagna invernale in sicurezza.

 

L'importanza del fattore umano per diminuire il rischio di valanghe.

Nei corsi di scialpinismo ,finora, si è fatta molta opera di istruzione agli allievi puntando sulle conoscenze di nivologia, delle forme dei cristalli di neve, sui metamorfismi che avvengono nel manto nevoso e sulle prove sul campo per determinare la più o meno sicurezza di un pendio.

Tali prove e tale studio eseguito da esperti in tanti anni non ha mai dato la matematica certezza che un pendio, sul quale si era testata la resistenza, fosse realmente sicuro.

Verificato che neppure gli scienziati e studiosi di valanghe non hanno questa certezza, non dobbiamo certo pretenderla da persone che si awicinano alla montagna con uno spirito ben diverso, dove conta soprattutto la voglia di evadere dalla città, la voglia di sciare fuori pista, la voglia di passare una bella domenica con gli amici.

A questo punto dobbiamo chiederci cosa insegnare agli allievi dei corsi per far sì che quella bella domenica da passare in compagnia non si trasformi in una tragedia.

L'approccio preliminare che si deve offrire non è più lo studio scientifico delle cause e delle forze che provocano le valanghe ma il sistema di evitarle.

In questa ottica interviene il fattore umano come norma di comportamento essenziale per prevenire e per decidere.

 

Le valanghe oggi sono provocate e non più un evento spontaneo in quanto questo tipo di valanga è stato abbondantemente studiato e reso possibile la sua prevedibilità attraverso i bollettini . Le principali cause che hanno aumentato il numero di incidenti da valanghe si possono elencare così: Nella foto una valanga di neve polverosa provocata dalle abbondanti nevicate e dal pendio molto ripido. Classico esempio di valanga naturale non provocata dall'uomo.
CAUSE OGGETTIVE
pendii sempre più ripidi (migliori capacità sciatorie)
gite sempre più invernali

più persone in meno spazio nello stesso tempo.

CAUSE SOGGETTIVE
distacco dalla natura (sempre più cittadini vanno in montagna)
aggressività verso la montagna, dimostrazione di virilità
falso atteggiamento di difesa = "tanto la valanga non prende me"
più sicurezza dovuta al fatto che tanto mi trovano subito,arriva l'elicottero, ho la radio, ora c'è il telefonino.

A questi nuovi problemi non si può dare risposta solamente con lo studio della neve e dei metamorfismi, ci vuole un approccio nuovo, bisogna far capire che è il COMPORTAMENTO a salvare la gente e non la conoscenza dei cristalli.

Certamente anche negli istruttori viene più facile insegnare i cristalli che spiegare la capacità di valutare, proprio per questo essi stessi devono esaminarsi interiormente e valutare questi principali aspetti:

RESPONSABILITA' garantire la sicurezza
   
ISTRUZIONE non dare mai niente per scontato; parlare la lingua giusta
 
ALLENAMENTO progressività nell'insegnamento, pensare all'allenamento dell'allievo ( un allievo stanco non apprende niente)
 
PSICOLOGIA differenza tra timore e rispetto; conoscere le persone
   
PASSIONE dipende solo da lui se riuscirà a motivare gli allievi ( è più facile motivare un allievo a raggiungere la cime e scendere in neve polverosa che motivare lo stesso allievo a muoversi in sicurezza)
Quindi l'obiettivo pratico da raggiungere è la SICUREZZA OTTIMALE che si può così definire:

 

MINIMO RISCHIO CON MASSIMA POSSIBILITÀ' DI AZIONE

 

Tale definizione è essenziale per praticare lo sci-alpinismo in sicurezza e con il piacere che da tale attività ne deriva, ora vediamo quali sono le scelte e i comportamenti fondamentali che bisogna tenere per raggiungere tale obiettivo.
Indichiamo con una sigla la somma delle cose da fare prima, durante e dopo la gita sci-alpinistica.
P.CO.S.
P= PREPARAZIONE DELLA GITA
 
CO= COMPORTAMENTO SUL TERRENO, OSSERVAZIONE
 

S= STUDIO E CONOSCENZE

 

PREPARAZIONE DELLA GITA

 

pianificare bene la gita ( tempi di partenza, esposizione, possibilità di alternative).
ascoltare i diversi bollettini della zona nei giorni precedenti la gita.Informarsi sul grado di pericolo emesso dal bollettino
studiare attentamente sulla carta il percorso da effettuare.
segnare i pendii pericolosi.
Indicare sulla carta i punti critici.
Ascoltare i bollettini meteo.
Valutare i compagni di gita (allenamento.capacità sciatorie,conoscenze del terreno, maturità, capacità di pensiero indipendente, capacità di ragionare sotto stress, capacità di usare gli strumenti in dotazione,capacità di prendere decisioni).
Informarli preventivamente dei pericoli e dei punti critici
Valutare l'equipaggiamento necessario.
   
COMPORTAMENTO SUL TERRENO E OSSERVAZIONE
   
In salita cinturini degli sci e laccioli dei bastoncini slacciati.
Rispettare le distanze di alleggerimento e di sicurezza.
Valutare la miglior traccia.
In caso di cattiva scelta dell'itinerario non avere scrupolo a tornare indietro.
Osservare i segnali che la natura ci lascia ( direzione dei venti, caratteristiche della superficie nevosa, temperatura, presenza o meno di brina di superficie o di brina opaca, presenza o meno di valanghe spontanee, tipo di bosco, tipo di terreno, coesione o meno della neve, ).
Anche in discesa non infilare le mani nei laccioli dei bastoncini.
Rispettare la disciplina di gruppo sia in salita che in discesa.
In caso di cambiamento del tempo non avere scrupolo a tornare indietro.
Valutare i tempi di percorrenza della gita ( fare tardi può essere fatale).
Non correre (chi corre non vede niente).
Usare spesso il bastoncino come prolungamento della testa dello sciatore, permette ad ogni passo di capire le variazioni della superficie del manto nevoso.
Informare tutti delle decisioni - renderli partecipi.
   

STUDIO E CONOSCENZE

Addentrarsi nello studio della nivologia e delle valanghe con atteggiamento critico, cioè cosa mi serve e cosa mi spinge -curiosità o solo aspetti pratici.
Poche cose chiare: COESIONE - METAMORFISMI - MODIFICHE PER VENTO
Imparare a conoscere 1' ARVA, ad usarlo bene, fare molte prove, provare a reagire nel minor tempo possibile, eseguire i test consigliati almeno una volta l'anno.
Quindi bisogna approfondire e migliorare con l'esperienza tutti i fattori che comportano la felice conclusione di una gita scialpinistica in modo da renderla sicura e piacevole.
La somma della prevenzione, del comportamento sul terreno e dello studio costituiscono così la base di chiunque voglia praticare lo scialpinismo in sicurezza, imparando una cosa fondamentale di questa disciplina dove occorre stancare più la testa delle gambe
La prevenzione richiede uno sforzo da parte di tutti, e questo breve riassunto deve servire ai più esperti da pungolo per aumentare le proprie conoscenze, per i meno preparati è un invito ad entrare in questa affascinante ma talvolta pericolosa disciplina.